Troppi suicidi in carcere, scioperano in tutta Italia gli avvocati penalisti

Attesa un'alta partecipazione alla manifestazione indetta dalle Camere penali anche fra gli avvocati della provincia di Varese

tribunale varese

«Il numero dei suicidi nelle carceri dimostra che servono interventi urgenti». Lo affermano gli avvocati penalisti che hanno organizzato attraverso le Camere Penali uno sciopero a livello nazionale. Anche a Varese sono attese alte percentuali di adesioni alla manifestazione, attraverso lo strumento dell’“astensione“ dalle udienze.

«È importante ed indispensabile affrontare il problema immediatamente e con urgenza. Tutto questo va fatto per rispetto dei valori della nostra Costituzione, per rispetto di chi negli istituti carceri è detenuto e per chi vi lavora», dicono i penalisti. Lunedì l’ultimo, ennesimo monito del Presidente Mattarella su quella che ormai è una vera e propria emergenza che la Politica non può più continuare ad ignorare con risposte evasive e non concrete nell’immediatezza.

A Roma oggi, mercoledì 20 marzo, in Piazza dei Santi Apostoli, dalle ore 14.00, si terrà la manifestazione nazionale organizzata dall’Unione Camere Penali per dare voce a tutti coloro che non possono parlare per denunciare questa strage in atto, affinché si possa realizzare, tutti insieme, l’obiettivo di arrestare con efficacia il terribile fenomeno dei suicidi in carcere.

Tante le partecipazioni dei rappresentanti della politica, tra cui Roberto Giachetti, Maria Elena Boschi, Raffaella Paita, Dafne Musolino, Maria Chiara Gadda, Silvia Fregolent, Marietta Tidei e Luciano Nobili di Italia Viva, Deborah Serracchiani, Anna Rossomando, Federico Gianassi, Michela Di Biase e Alfredo Bazoli del Partito Democratico, Enrico Costa e Maria Stella Gelmini di Azione, Riccardo Magi di +Europa, Tommaso Calderone e Pierantonio Zanettin di Forza Italia, Elisabetta Rampelli per il Partito Radicale. È stato invitato il vice ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto.

Tantissime le adesioni e numerosi gli interventi previsti, dal Consiglio Nazionale Forense a OCF, dall’ufficio del Garante dei Detenuti con l’Avv. Irma Conti alle associazioni che da anni si occupano di carcere o comunque sensibili ai valori costituzionali, tra cui Nessuno Tocchi Caino con Rita Bernardini e Sergio D’Elia, Antigone con Patrizio Gonella, Sbarre di Zucchero, Extrema Ratio, Arci e tante altre.

IL DISCORSO DEL PRESIDENTE MATTARELLA PER IL 207° DI FONDAZIONE DEL CORPO DI POLIZIA PENITENZIARIA

Avete un compito di grande rilievo (rivolto agli agenti di polizia penitenziaria ndr), caratterizzato da aspetti di grande delicatezza. Vi sono vari profili, contrassegno del vostro impegno: da quello della indispensabile sicurezza a quello finalizzato alla rieducazione per il possibile reinserimento nella vita sociale dei detenuti.

In questo ambito si svolge il vostro impegno, tra questi due pilastri dell’attività.

Pochi giorni fa abbiamo avuto al Quirinale due giovani detenuti – due minori – che hanno fatto uno stage di alcuni giorni nella nostra cucina, accompagnati da vostri colleghi.

Altre volte ho incontrato qui, o altrove, dei detenuti, accompagnati da vostri colleghi, giovani e meno giovani, per vedere esposta la loro attività e incoraggiarli.

Sono piccoli gesti simbolici, ma che vogliono essere, in realtà, dei messaggi perché tutte le istituzioni, a qualunque livello, e tutti i corpi sociali, si sentano non estranei al mondo penitenziario, ma chiamati a fornire collaborazione per quanto avviene dentro il mondo degli istituti penitenziari.

E il vostro impegno in questo ambito, su due pilastri – ripeto: sicurezza e rieducazione – so che viene assolto con dedizione. E – so bene – anche con grandi sacrifici, con professionalità. Come poc’anzi ricordava il Capo Dipartimento, professionalità crescente, costantemente aggiornata.

Elemento fondamentale – questo della professionalità – che comporta un’esigenza di controllo di tutto, anche di se stessi, naturalmente, e che richiede un rispetto dei confini della professionalità, del comportamento professionale.

Questo è importante, e voi lo sapete meglio di chiunque altro, assai meglio di me. Perché la vostra autorevolezza, la vostra autorità, necessaria negli istituti, è esaltata dalla professionalità piena e autentica, dal muoversi dentro questi confini di professionalità.

Questo, naturalmente, ha un grande pregio, particolarmente per le grandi difficoltà che contrassegnano l’ambiente in cui operate. Condizioni particolari, piene, appunto, di difficoltà.

Questo richiede un sovrappiù di professionalità, e io vi ringrazio per il lavoro che spiegate e per l’impegno che viene manifestato dall’amministrazione di svilupparla il più possibile, costantemente.

Conosco, naturalmente, altri ostacoli che gravano sul vostro compito e le vostre attività. Ostacoli che richiamano il compito di altre istituzioni. Dal sovraffollamento carcerario, che rende difficile il vostro lavoro, molto più di quanto non dovrebbe essere, alle carenze di organico che pesano certamente, sovraffaticando il compito di ciascuno di voi, a quello che, in questo momento, è forse un elemento prioritario: l’esigenza di assistenza sanitaria dentro gli istituti penitenziari. È un’esigenza diffusa, ampia, indispensabile; la mancanza della quale fa sì che su di voi ricadano esigenze, sollecitazioni, richieste che non rientrano nei vostri compiti e nelle vostre funzioni.

Per questo è indispensabile che si affronti sollecitamente questo aspetto di un’efficace assistenza sanitaria dentro gli istituti penitenziari.

Tutti questi aspetti richiedono interventi urgenti: completamento di organici, risposte al sovraffollamento carcerario e – ripeto – sopra ogni cosa, assistenza sanitaria.

Il numero dei suicidi nelle carceri dimostra quanto sia importante e indispensabile affrontarlo immediatamente, con urgenza.

Tutto questo va fatto per rispetto dei valori della nostra Costituzione, che poc’anzi il Capo Dipartimento evocava e ricordava; per rispetto del vostro lavoro; per rispetto della storia del Corpo di Polizia penitenziaria e dei suoi caduti: vittime del terrorismo, della criminalità, e che ricordiamo con commozione.

Anche per rispetto del loro sacrificio vanno assunti, dalle istituzioni, i provvedimenti necessari e le iniziative indispensabili, per rispetto della dignità di chi, negli istituti carcerari, lavora, e di chi vi è detenuto.

Grazie per quanto fate e auguri per il vostro lavoro.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Marzo 2024
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