“Troppo qualificata per lavorare”: la storia di Mildred e delle contraddizioni del mondo del lavoro di oggi

Ha 59 anni e una vita lavorativa ricchissima, forse troppo: abbiamo incontrato Mildred Prodano, mauriziana 59enne con quattro lingue in tasca, al My Job day. E ci siamo fatti raccontare la sua storia

Mildred Prodano ha 59 anni, un curriculum di tutto rispetto, quattro lingue in tasca dopo una vita vissuta in tanti paesi del mondo e una gentilezza squisita: ma ha un obiettivo che sembra impossibile, anche in un momento in cui le aziende, specie quelle di ristorazione e turistiche, lamentano una gravissima mancanza di personale: trovare un lavoro.

Malgrado la carriera importante portata avanti finora, ora è a casa da luglio, e vorrebbe fare un lavoro anche meno qualificante ma che le permetta di poter pensare serenamente al suo futuro. In cambio promette responsabilità e coscienza in quello che fa, che è spesso un valore importantissimo per un imprenditore. Ce la farà?

Noi l’abbiamo incontrata al My Job Day Turismo di Varese, insieme a ragazzi alla prima esperienza, e abbiamo fatto quattro chiacchiere con lei domandandoci, mentre parla con calma e piena di comprensione, perché mai un imprenditore non possa prendere in considerazione quella che sembra essere una risorsa preziosa.

Innanzitutto, Mildred è in Italia da quasi quarant’anni: «Sono 38 anni compiuti. Una vita. Ho incontrato mio marito, che è di Laveno, alle Mauritius: avevamo amici in comune lì e ci siamo conosciuti». Parla un italiano fluentissimo e forbito, ma le lingue che conosce in tutto sono cinque: «So l’inglese, il francese, lo spagnolo e l’italiano, oltre alla mia madrelingua, il creolo»

Il suo curriculum è più che appropriato in un job day dedicato al settore turismo, infatti: «Il mio percorso lavorativo è stato innanzitutto turistico: alle Mauritius come receptionist e rappresentante di sette alberghi al nord, di quelli belli, a 5 Stelle. Poi, in Italia, ho innanzitutto lavorato in un’agenzia viaggi a Cocquio, che ormai ora è chiusa da anni. Dopo, il percorso è stato sempre a Milano: sono andata a lavorare alla fondazione Gian Giacomo Feltrinelli, un’esperienza bellissima come archivista: ero all’antica fondazione, che ora non c’è più. Adesso l’archivio è nel nuovo palazzo di vetro, io ho vissuto proprio i tempi dove si metteva i guanti per toccare i libri. Dopo mi sono spostata da un architetto come segretaria, ma ho lavorato anche all’HotelPlan e ho fatto un bellissimo percorso alla Valtur, sempre come amministrativa».

Ma non sono solo queste le sue esperienze: «Ho fatto altre mille cose, sono passata anche dalla cucina. Ho cucinato per 44 persone per una festa della donna: me l’hanno chiesto perché ho vissuto in Marocco per due anni e ho vissuto cinque anni in Argentina, potevo fare un percorso di cucina legato a più mondi. Partecipo molto nella nella vita del comune e della società».

Il Job day, cosi pieno di ragazzi e ragazzini, non la spaventa: «Oggi sono venuta con tanta speranza. E comunque fa bene fare dei colloqui, l’ho sempre fatto e continuerò a farlo perché io ci credo ancora». Mildred è a casa dal luglio dell’anno scorso, ma non si arrende.

Il problema però è non solo l’età, ma anche un curriculum “troppo importante”: «Quando leggono il curriculum è un momento un pochino imbarazzante perché ti guardano, vedono l’età, un percorso lungo, ma hanno bisogno di qualcos’altro. Io ho anche abbassato il curriculum tantissimo, ho creato un curriculum numero uno, poi un due e un tre: e oggi ho consegnato la terza versione, diciamo. Per renderlo meno imbarazzante ho tagliato tutta la parte delle Mauritius, perché comunque sono alberghi di 5 Stelle, magari uno ti guarda e poi dice“Anche no”. Oggi mi sono proposta persino di fare il colloquio in francese e in inglese, perchè penso che per Malpensa è importante: loro erano molto sorpresi, però».

Come si sente ora? «Un po’ giù di morale in questo momento, perché sono arrivata qua con tanta speranza. Ma il fatto è che per gli over 50 è molto difficile. Speriamo. Sennò proverò a fare la baby sitter».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 15 Marzo 2024
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