A Cassano un mese di iniziative per i 20 anni di “Piùdi21”, un riferimento per persone con sindrome di Down e famiglie
Nel 2004 mamme e papà si misero insieme per crescere insieme i figli con sindrome di Down. A distanza di due decenni ci sono tante attività, un appartamento per "insegnare" l'autonomia, una pizzeria inclusiva, tante esperienze di inserimento lavorativo
Un mese di iniziative di vario genere, per celebrare un traguardo importante: i vent’anni di attività “Piùdi21”, l’associazione delle persone con sindrome di Down e delle loro famiglie, di base a Cassano Magnago.
Una realtà nata dalle famiglie: «Nel 2004 avevamo costituito l’associazione per accompagnare insieme la crescita dei nostri figli, partendo dall‘inclusione scolastica, anche se già allora avevamo come obbiettivo anche l’inserimento lavorativo» racconta Antonella Cibin, presidente di Piùdi21.
«Nata per un’esigenza è divenuta negli anni una realtà davvero particolare, una realtà importante» dice il sindaco Pietro Ottaviani. L’associazione ha anche contribuito a quella grande esperienza aggregativa e di formazione che è Amicorum, la pizzeria inclusiva (ospitata in un immobile sequestrato alla mafia) in cui i ragazzi con sindrome di Down servono ai tavoli.
«La società che allontana i disabili deve fare un ragionamento, di fronte a persone con una sensibilità pazzesca. Il nostro compito, come istituzione, è coinvolgerli sempre più» continua il sindaco, elogiando il ruolo di Piùdi21 come «vero punto di riferimento».
Piùdi21 aderisce al CoorDown (coordinamento nazionale) e alla rete lombarda, che raccoglie otto associazioni specifiche che rendono protagoniste le persone con sindrome di Down. «L’associazione è un cantiere, i lavori sono sempre in evoluzione, i progetti si rinnovano sempre» racconta ancora Cibin.
Si parla di inclusione scolastica, di lavoro, ma anche più in generale di autonomia ed espressione di ragazzi e ragazze, uomini e donne. «Oggi abbiamo anche un appartamento, grazie alla parrocchia San Pietro, in cui i ragazzi possono sperimentare dei weekend di autonomia abitativa».
Un lavoro multiforme, che ha suggerito l’organizzazione di un convegno, ma anche di altri eventi, nell’arco di un mese. «Le cose fatte in questi vent’anni sono davvero tante e non potevamo non presentarle al meglio dice Sara Pietrobon, psicologa, psicoterapeuta e formatrice di Piùdi21.
La mostra e lo spettacolo teatrale su Pinocchio
Primo appuntamento: la mostra dedicata a Pinocchio, che sarà inaugurata il 6 aprile alle 17 presso Officina Onirica. Una mostra che restituisce «il lungo lavoro fatto con i ragazzi sul tema Pinocchio, per creare le scenografie dello spettacolo che andrà in scena il 4 maggio» dice Laura Saporiti, arteterapeuta. Una attività che ha consentito di «elaborare vissuti ed esprimere sé stessi», come racconta anche Alberto Ponti, arteterapeuta: «Auspico che le persone possano venire ad apprezzare l’arte che hanno saputo esprimere, a prescindere dal tema della sindrome di Down».
Lo stesso tema al centro delle avventure di Pinocchio ha un valore: «Il percorso di gruppo per creare le scenografie è stato impegnativo, incentrato sulla disobbedienza di Pinocchio: la disobbedienza e il primo modo per esprimere la propria unicità, un tema centrale» continua Ponti.
La mostra ha già un suo primo pubblico di riferimento: «Le scuole hanno davvero aderito in massa alla nostra proposta» conclude Pietrobon (per visite e prenotazioni: officinaonirica.it).
Lo spettacolo andrà invece in scena il 4 maggio all’Auditorio.
Il convegno
Sabato 13 aprile si terrà il convegno(semore al Teatro Auditorio) che racconta i vent’anni di attività, significativamente intitolato: “L’armonia nella sindrome di Down – quando diventare orchestrali fa la differenza”.
«Non dobbiamo avere paura di parlare di diversità, perché dietro c’è la nostra unicità di essere umani» commenta la dottoressa Pietrobon. «Queste relazioni, queste diversità possono diventare armonia se impariamo a sintonizzarci sugli altri»
«Parleremo molto anche di inclusione lavorativa, del lavoro svolto dalla nostra tutor Sara Cani. Abbiamo invitato anche le aziende che negli anni hanno offerto stage o anche assunto i nostri ragazzi. È importante attivare una riflessione in merito agli inserimento lavorativo: perché se è vero che i nostri ragazzi non corrispondono agli standard aziendali consueti, è vero anche che hanno incontrato aziende che hanno creato nuovi standard, si sono messe in discussione, hanno ridefinito gli standard».
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