A Laveno si insegna l’arte della carpenteria ai giovani stranieri per guardare al futuro
Sono trenta i minori stranieri non accompagnati coinvolti nel progetto Integr-Azione, promosso da Fondazione Asilo Mariuccia e Fondazione Officine dell’Acqua di Laveno Mombello. "Si salvano le tradizioni e si insegna un mestiere"
Hanno lavorato per mesi intorno ad una barca. Hanno imparato a grattare, verniciare, piallare tavole di legno per farle tornare splendenti. Ore di impegno e fatica per imparare un mestiere che ha radici antiche come quello del carpentiere.
Ahmad, 17 anni egiziano, Dehar, 17 anni albanese, Imbrah, 18 anni, pakistano sono solo alcuni dei ritratti dei trenta giovani coinvolti nel progetto Integr-Azione promosso da Fondazione Asilo Mariuccia e Fondazione Officine dell’Acqua di Laveno Mombello.
Un’esperienza di educazione al lavoro che ha coinvolto minori stranieri non accompagnati, dei giovani tra i 16 e fino ai 18 anni, ospitati in tre delle strutture dell’Alto Verbano, arrivati in Italia alla ricerca di un futuro migliore.
«Un progetto iniziato nel mese di febbraio, un percorso di crescita e, soprattutto, un’attività che ha consentito a questi ragazzi di imparare un’arte antica e innovativa, come la carpenteria navale e il restauro delle imbarcazioni d’epoca – ha sottolineato la Presidente di Fondazione Asilo Mariuccia Emanuela Baio -. Un progetto che permette un percorso di crescita e d’inserimento lavorativo ma anche un’occasione d’incontro con le eccellenze del territorio. Per i nostri ragazzi significa inoltre avere l’opportunità di comprendere le regole di un cantiere e capire quali sono le competenze trasversali utilizzabili all’interno di ciascuna professione lavorativa».
L’intento infatti è quello di gettare le basi per favorire l’integrazione sociale e il raggiungimento di un’autonomia lavorativa di questi giovani che arrivano in Italia senza una rete familiare o sociale che possa sostenerli, ma con tante speranze nel cassetto. «I primi risultati sono incoraggianti: il 100% dei ragazzi ha partecipato all’intero corso senza nessuna assenza, alcuni artigiani della zona hanno individuato dei potenziali talenti a cui poter offrire dei tirocini, questo a dimostrazione che stiamo percorrendo la strada giusta».
La collaborazione con una realtà come le Officine dell’Acqua, nata per salvaguardare la tradizione nautica sul Lago Maggiore, è stata poi fondamentale. Il fondatore Paolo Sivelli ha sottolineato come: «Questo progetto ha unito le competenze dell’artigianato a quelle professionali e umani degli operatori che da tempo sono impegnati a portare avanti esperienze come questa. C’è chi salva le tradizioni e chi le persone, qui si sono unite entrambe le cose». E rispetto ai ragazzi coinvolti aggiunge: «Li ho visti lavorare con grande impegno ed entusiasmo e questo è davvero molto bello».
«Una possibilità reale per i giovani che permette loro anche di comprendere che qualunque attività lavorativa implica impegno, responsabilità e capacità di adattamento, esattamente ciò che cerchiamo di trasmettere all’interno delle nostre strutture», ha sottolineato la responsabile della comunità FAM di Porto Valtravaglia, Manuela Comi.
Tra i numerosi ospiti della conferenza stampa anche Fulvio Caradonna di FerrovieNord, società proprietaria dell’immobile all’interno del quale oggi c’è la Fondazione Officine dell’Acqua: «Questo luogo è un esempio brillante e incredibilmente bello di cosa significa rigenerare uno spazio, soprattutto quando ci sono progetti di valore enorme come questo». Alla presentazione non sono mancate le autorità, il prefetto Salvatore Pasquariello ha ricordato l’attività della Prefettura sul tema della presenza dei minori stranieri e ha sottolineato l’importanza del progetto: «Il lavoro c’è ma mancano i lavoratori, questa è un’opportunità per i ragazzi ma anche per il territorio». Il vicesindaco Fabio Bardelli di Laveno ha invece ricordato il valore che portano attività di questo tipo per il comune e non solo.
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