Alunni con alto potenziale cognitivo o plusdotati: in Senato l’esperienza di Varese
Formazione e identificazione precoce tra le esperienze portate dalla psicologa varesina Valeria Resta alla discussione in Parlamento sulla plusdotazione
Tra i dieci esperti convocati in Senato lo scorso martedì 9 aprile in merito ai disegni di legge sugli Alunni con alto potenziale cognitivo – o plusdotati – c’era anche la psicologa varesina Valeria Resta, che ha portato l’esperienza maturata negli ultimi anni sul tema grazie alle iniziative proposte da MindRoom,
Psicologa, psicoterapeuta e docente Università dell’Insubria, Valeria Resta fa parte dell’equipe Mind for talent, un team di psicologhe e pedagogiste (tra cui Maria Chiara Moneta, ex presidente provinciale Fism anche lei presente all’audizione a Roma,) che si occupa da anni di plusdotazione cognitiva.
«Riteniamo che la valorizzazione della plusdotazione sia una sfida vincente poiché produce un vantaggio a breve e lungo termine, sia a livello individuale che sociale – ha detto Resta – Può diventare l’occasione per progettare un approccio pedagogico e didattico realmente inclusivo, che preveda la personalizzazione dell’apprendimento e motivi all’esperienza scolastica».
Al contrario, «la rinuncia a riconoscere l’unicità dei soggetti con plusdotazione cognitiva, porta automaticamente a percorsi di “adattamento” e “normalizzazione” che rischiano di essere nella maggior parte dei casi scorciatoie e compromessi che, implicando la rinuncia ad una parte di sé, non possono che accompagnarsi a frustrazione e perdita di potenziale nonché, nei casi peggiori, a malessere e sviluppi sintomatici», ha aggiunto in premessa.
IDENTIFICAZIONE PRECOCE
Sostenuta e rilanciata dall’esperienza varesina la strada dell’indentificazione precoce della plusdotazione – accennata in entrambi i disegni di legge in materia, DDL n.180 e DDL n.1041 – “sin dalla scuola dell’infanzia”. «Scopo di questo approccio è prevenire eventuali situazioni di disagio e comportamenti disfunzionali, quali noia, isolamento, irrequietezza, comportamento provocatorio, perfezionismo, che spesso emergono in seguito al mancato o tardivo riconoscimento del talento», ha detto Resta.
Alla base dell’identificazione precoce c’è l’osservazione consapevole per cui è importante iniziare a sensibilizzare tutti gli attori coinvolti (genitori, insegnanti, coordinatori, dirigenti scolastici, educatori) già in età prescolare, sin dalla scuola dell’infanzia, «perché già in questa fase evolutiva si possano cogliere i segnali premonitori che, se correttamente interpretati, permettono un intervento adeguato, nonché la scelta di un percorso scolastico successivo coerente con le esigenze emerse».
«Il nostro team – ha raccontato la psicologa varesina – ha avviato, con ottimi risultati, un ciclo di percorsi formativi dedicati specificatamente alle Scuole dell’infanzia, sia quelle comprese negli Istituti Comprensivi Statali che quelle Paritarie aderenti alla Federazione Nazionale Scuole Materne (FISM). Hanno partecipato con interesse anche educatrici dei Nidi in ottica di identificazione precoce nella fascia 0-6 anni».
PIANI DIDATTICI PERSONALIZZATI (PDP)
«Nei nostri anni di collaborazione con i docenti delle scuole e di affiancamento alle famiglie ci siamo rese conto che l’adozione di un PDP è un facilitatore nella comunicazione tra scuola/famiglia/specialista».
Attualmente, in assenza di formazione del personale e di linee guida ufficiali del MIUR sul tema della plusdotazione succedde che molte scuole, invece che adottare un PDP redatto appositamente, utilizzino i modelli di PDP per alunni con DSA (disturbi specifici dell’apprendimento).
In merito al tema dell’obbligatorietà del Piano didattico Personalizzato specifico per la plusdotazione «dovrebbe essere applicato in tutti i casi riconosciuti, indipendentemente dalla presenza di eventuali difficoltà scolastiche, sia in ottica preventiva sia per favorire la realizzazione dell’alto potenziale», ha detto Resta criticando l’attuale discrezionalità del consiglio o team di docenti nella scelta di individuare o meno i Pdp in questi casi.
UN REFERENTE O TUTOR TRA I DOCENTI
Aggiornamento e costantemente raccordo con gli specialisti sui casi complessi: quelste le funzioni di un docente referente o tutor sulla plusdotazione in ogni scuola. Al referente, opportunamente formato, il compito di contribuire a individuare precocemente alunni gifted, realizzare interventi mirati e attuare piani didattici personalizzati e adeguati alle esigenze degli studenti.
«Abbiamo avuto modo di notare tra i docenti da noi formati, da una parte il grande interesse verso la tematica e dall’altra un significativo incremento di casi segnalati all’interno delle scuole coinvolte – ha raccontao Resta – Specifichiamo che le segnalazioni che ci sono pervenute da parte di insegnanti formati sono risultate nella totalità dei casi confermate a seguito della valutazione».
PROPOSTE DI LEGGE A CONFRONTO
Più organico il DDL n.180 e più sperimentale il DDL n.1041, l’auspicio di Valeria Resta è che nella stesura definitiva della norma sugli Alunni con alto potenziale si tenga conto di quanto già fatto e sperimentato sul tema da diverse associani sul territorio nazionale.
«Il nostro team, ad esempio, ha gestito, tra gli altri, un progetto di ricerca-azione intitolato“APC e plusdotazione in classe”, nell’ambito del piano nazionale formazione docenti nell’anno scolastico 2021/2022 in Regione Lombardia. Attraverso questo percorso è stato anche realizzato un manuale – in fase di pubblicazione – che raccoglie linee guida e specifici progetti formativi co-costruiti con gli stessi docenti».
«Vi chiediamo quindi di considerare che in Italia diverse realtà associative e professionali hanno già implementato progetti assimilabili a quanto proposto nel DDL n.1041 – ha concluso nella sua audizione al Senato – Auspichiamo che vengano delineati accuratamente i dettagli operativi nelle successive stesure, che il piano sperimentale proposto tenga conto di quanto già esistente, sia in termini teorici che sperimentali e che venga scelto dal Comitato tecnico un modello strutturato e condiviso che possa fornire dati confrontabili tra le diverse realtà coinvolte».
All’audizione in Senato in materia di Alunni con alto potenziale cognitivo ha partecipato anche la gallaratese Raffaella Silbernagl per l’associazione Feed their minds.
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