Vergiate
Ascolto e ironia per avvicinarsi all’Affido familiare: l’esperienza di Katia e Sacha
In partenza il 6 maggio a Vergiate un percorso gratuito e non vincolante per chi desidera conoscere meglio l’Affido familiare
Un volantino trovato per caso e custodito per più di 2 anni con l’idea che “Chissà, magari un domani…”
È così che inizia la storia di Katia e Sacha nel mondo dell’Affido Familiare.
CHE COS’È L’AFFIDO FAMILIARE
L’affido familiare è una forma di solidarietà che permette ad un minore proveniente da una famiglia in temporanea difficoltà, di trovare accoglienza presso un’altra famiglia che possa sostenerlo nel percorso di crescita.
Esistono diverse tipologie di Affido: si va dall’affido “a tempo pieno”, che prevede il trasferimento del minore a casa della famiglia o della persona affidataria, fino a forme di affido “leggero”, che può impegnare anche solo qualche ora alla settimana.
Chiunque può diventare famiglia affidataria: coppie sposate, coppie unite civilmente, persone singole con o senza figli e senza vincoli di età.
Non sono richiesti requisiti di reddito, né occorre avere titoli di studio o conoscenze in campo socio-psico-pedagogico.
L’INCONTRO CON FAMIGLIE AFFIDATARIE
Quando Katia ha trovato il volantino, per esempio, queste cose non le sapeva ancora. Ma le era piaciuta l’idea poter essere di aiuto e supporto a un ragazzo e alla sua famiglia. Il fatto di poterlo fare anche in modo parziale la incuriosiva ancora di più, perché non si sentiva pronta a intraprendere un’esperienza a tempo pieno.
Conservare quel volantino è stato come piantare un seme che ha messo radici e, con i tempi necessari, ha dato i suoi frutti.
Quando è stato il momento, infatti, Katia ne ha parlato con Sacha, il suo compagno. «Ci siamo trovati subito d’accordo – dice – nessuna resistenza, nessuna discordanza, solo un sano interrogarsi e porsi domande “importanti” per le quali non potevamo ancora avere risposte. Per comprendere bisognava intraprendere insieme il cammino».
La partenza è stata un percorso, gratuito, insieme ai professionisti e alle professioniste dell’équipe multidisciplinare del servizio Affidi della Cooperativa Sociale L’Aquilone, durante il quale Katia e Sacha hanno anche avuto modo di parlare con alcune delle famiglie che stavano già vivendo un’esperienza di Affido.
Agli ffidatari è richiesto uno spazio, nella propria vita e nella propria casa, per accogliere un bambino o un ragazzo, con la volontà di accompagnarlo per un tratto di strada più o meno lungo, senza la pretesa di cambiarlo, ma aiutandolo a sviluppare e a valorizzare le sue potenzialità.
Tutto il resto della storia è ancora da scrivere e dipende dalle persone coinvolte, dalle loro personalità, dalle loro esperienze.
«Durante il percorso di formazione ho capito che ogni situazione è a sé – racconta Sacha – Non esistono affidi facili o difficili, affidi “pesanti” o “leggeri” in termini emotivi. Ogni relazione che si instaura ha le proprie peculiarità e porta con sé il proprio bagaglio di ricchezza e difficoltà. Io cerco di lasciarmi andare, di rimanere aperto, in ascolto».
FAMIGLIE E PROFESSIONISTI UNITI
Le famiglie affidatarie, i minori in affido e le loro famiglie d’origine, sono tutte seguite da un’equipe di professionisti che individuano gli interventi e i sostegni adeguati ad ogni singolo caso.
Ci sono psicologi, pedagogisti, assistenti sociali, educatori: chiunque sia coinvolto in questo percorso può contare su una solida rete di sostegno e aiuto qualificato.
«Sentiamo – dicono Katia e Sacha – che l’equipe ha compreso a pieno i nostri bisogni i nostri punti di forza e le nostre fragilità. Siamo più sicuri di noi stessi e più sereni, perché sappiamo di non essere soli. Senza questa consapevolezza avremmo avuto molto timore nell’intraprendere una relazione così preziosa e delicata”.
IRONIA E ASCOLTO: LE PAROLE CHIAVE DELL’AFFIDO
Certo, non è sempre facile. A volte possono crearsi situazioni complesse, nodi che richiedono tempo e pazienza per essere sciolti. Eppure l’ironia è uno strumento fondamentale. È un’affermazione che ricorre spesso nei racconti delle famiglie che hanno vissuto o stanno vivendo l’esperienza dell’Affido.
Quando si tratta di Affido, ironia e un pizzico di leggerezza,sono risorse imprescindibili per sdrammatizzare situazioni impegnative. «Sono risorse per noi, sicuramente, ma anche per la bambina o il bambino che accogliamo», afferma Katia.
Come sempre accade, quando si sceglie di entrare in una relazione di cura, lo scabio è reciproco e i benefici si moltiplicano. «Se dovessimo dare un suggerimento a chi è indeciso se intraprendere o meno questo percorso – dicono Katia e Sacha – noi diremmo che vale la pena provarci, anche solo a titolo informativo. Incontrare famiglie affidatarie significa iniziare per comprendere se è la strada giusta per te o non lo è. Permette di avere delle risposte, smontare pregiudizi, individuare e superare insicurezze. Il percorso di formazione ci ha permesso non solo di conoscere meglio questa realtà, ma anche di scoprire aspetti di noi stessi e della nostra coppia su cui non ci eravamo prima mai soffermati. Crediamo di essere cresciuti attraverso questi intensi momenti di confronto e di scambio, tra noi, con l’equipe e con altre famiglie».
CONOSCERE L’AFFIDO FAMILIARE
Un nuovo percorso informativo per conoscere l’Affido Familiare si terrà nei giorni 6, 15, 29 maggio e 5 giugno, sempre dalle ore 19 alle 21:30 presso il CAG di Corgeno (Vergiate).
La partecipazione non vincola a intraprenere un percorso di Affido ed è gratuita, con prenotazione compilando il modulo a QUESTO LINK.