Coldiretti: “Agrivarese un’occasione di festa e di formazione”

Conversazione con Pietro Colombo, presidente di Coldiretti Varese, su AgriVarese in Città, iniziativa promossa da Camera di Commercio e Comune di Varese insieme alle associazioni di categoria del comparto agricolo che si terrà domenica 7 aprile ai Giardini Estensi e a Villa Mirabello

Pietro Luca Colombo coldiretti varese

Agrivarese in città, iniziativa promossa da Camera di Commercio e Comune di Varese insieme alle associazioni di categoria del comparto agricolo che si terrà domenica 7 aprile ai Giardini Estensi e a Villa Mirabello, non è solo una giornata di festa all’insegna del verde, della sostenibilità e delle prelibatezze a chilometro zero: l’evento vuole innanzitutto promuovere nel pieno centro del capoluogo della provincia di Varese il settore primario con tutti i suoi prodotti, con lo scopo di salvaguardare l’agricoltura e con essa gli spazi verdi e le tradizioni locali.

«Le manifestazioni come Agrivarese sono iniziative importanti, che permettono all’agricoltura varesina di incontrare il territorio e viceversa – spiega infatti Pietro Colombo, presidente di Coldiretti Varese – Sono momenti strategici di incontro con il consumatore, ma anche occasioni per ritrovarsi, assaggiare quanto di buono viene dal territorio, scoprire il mondo della fattoria, delle colture agricole e degli animali. Sono occasioni di festa e di formazione didattica per più generazioni: la presenza nostra e dei produttori si mette a disposizione dei cittadini per poter rispondere a ogni loro domanda. Non da ultimo, è un’opportunità utile a ribadire come, oltre ai servizi specifici per le imprese, Coldiretti si mette a disposizione anche per il disbrigo delle pratiche fiscali e previdenziali, grazie al proprio Caf e al patronato Epaca: siamo la casa dell’agricoltura aperta a tutti i cittadini, tra l’altro, ora, nella nuova sede di viale Monte Rosa 34, dove gli uffici si sono trasferiti da poche settimane».

Coldiretti sarà presente sia come associazione, sia attraverso i loro associati: «Avremo il nostro stand istituzionale e diverse iniziative, tra cui la premiazione del concorso Balconi Fioriti – spiega Colombo  – Inoltre ci saranno i nostri produttori agricoli, presenti anche con il marchio di Campagna Amica, la più grande rete di vendita diretta organizzata degli agricoltori al mondo che ha tra i suoi obiettivi quello di promuovere, verso i cittadini, le scuole, le famiglie, informazione e consapevolezza sui temi dell’alimentazione e dello sviluppo sostenibile. Anche a Varese siamo impegnati a valorizzare, tutelando i prodotti agroalimentari di qualità legati al territorio, la biodiversità agricola italiana, le tradizioni e la cultura rurale con una Rete di oltre mille mercati in tutta Italia, presenti anche nel Varesotto: due in città, il giovedì in piazza Giovine Italia e il venerdì a Masnago, oltre Gallarate e Induno Olona. Sarà anche un’occasione per incontrare gli agriturismi di Terranostra Varese».

Una grande attività a sostegno del settore: «Fare agricoltura nel territorio varesino è sfidante anche perché qui il suolo a disposizione del primario è limitato – sottolinea il presidente di Coldiretti –. Ciononostante, gli agricoltori resistono e, anzi, il nostro mondo attrae un numero crescente di giovani che vogliono intraprendere questa attività. La vera sfida è poterli accompagnare in una scelta di vita entusiasmante ma impegnativa, a partire dalla difficoltà di trovare i terreni sucui impiantare l’impresa. In ogni caso ci si riesce e, negli ultimi anni, stiamo assistendo a un rinnovamento generazionale: il ruolo dei giovani è fondamentale nel costruire quella nuova agricoltura multifunzionale che traccia un saldo segno di contatto tra memoria e futuro».

Del resto, fare agricoltura in provincia è una sfida entusiasmante: «L’agricoltura del Varesotto è stimolante ed eterogenea – sottolinea Colombo –  ai settori trainanti del florovivaismo e della zootecnia si affiancano produzioni specifiche, in primis le due dop più identitarie, quella del Miele Varesino e della Formaggella del Luinese. E poi gli asparagi di Cantello, le pesche di Monate, i formaggi, i salumi, le carni e tutto quanto di buono viene dai nostri campi e dalle nostre stalle».

Molte però sono ancora le preoccupazioni che riserva il comparto:  «L’attenzione dei giovani fa ben sperare, ma il futuro del settore primario italiano, lombardo e varesino richiede un’analisi attenta e strategica – spiega il presidente di Coldiretti Varese – Recentemente, siamo stati a Bruxelles per rappresentare le istanze delle nostre imprese agricole, con le quali manteniamo un dialogo costante, anche attraverso riunioni territoriali intensificate nelle ultime settimane. L’agenda dei nostri sforzi si concentra sia in ambito nazionale che in quello europeo, dove si delineano le sorti dell’agricoltura. Coldiretti, con impegno costante, lavora su entrambi i fronti, e i primi risultati cominciano a emergere. Gli incontri degli ultimi mesi con i nostri soci hanno evidenziato richieste urgenti e legittime. Da queste esigenze scaturiscono le priorità da portare all’attenzione delle istituzioni italiane ed europee».

Diversi sono gli argomenti sul tavolo: «Uno degli obiettivi principali è difendere il reddito degli agricoltori attraverso azioni concrete. In primo luogo, si propone una moratoria sui debiti per alleviare la pressione finanziaria sulle imprese agricole, che, per far fronte alle emergenze degli ultimi anni, hanno dovuto contrarre prestiti bancari anche per le spese ordinarie. Un’altra priorità è la gestione della fauna selvatica che danneggia i raccolti e gli allevamenti. Si richiedono piani regionali di controllo e strumenti normativi efficaci per contrastare questa crescente invasione. Inoltre, si cerca di garantire una remunerazione equa per i prodotti agricoli, attraverso il rafforzamento della legge contro le pratiche commerciali sleali e l’individuazione dei costi medi di produzione per tutte le filiere da parte dell’Ismea. È essenziale rendere trasparente l’origine dei prodotti alimentari attraverso l’etichettatura, sia per quelli acquistati che per quelli consumati nei ristoranti. La battaglia per l’indicazione d’origine continua per includere una gamma sempre più ampia di prodotti agroalimentari. Infine, si sottolinea l’importanza del principio di reciprocità: gli standard imposti ai produttori italiani ed europei devono essere applicati anche ai Paesi terzi, questa è la chiave di volta per essere davvero competitivi».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Aprile 2024
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