EasyJet e la riapertura del T2 a Malpensa: “Scelta che rifaremmo mille volte, ora però vogliamo più voli su Linate”

Il country manager di easyJet per l'Italia, Lorenzo Lagorio, spiega come il T2 di Malpensa sia fondamentale per la strategia della compagnia. Ma ora si punta ad avere più voli anche su Linate

Easyjet Malpensa

È passato quasi un anno da quando easyJet ha riaperto il Terminal 2 di Malpensa e ripensando a quella decisione «è una scelta che rifaremmo mille volte». Parola di Lorenzo Lagorio, il country manager della compagnia in Italia, a margine della visita al nuovissimo cervello che regola tutti i 2.000 voli quotidiani del vettore.

«Riaprire il nostro terminal a Malpensa ci ha permesso di aumentare enormemente la nostra efficienza -spiega Lagorio-. Non solo nella gestione tecnica di passeggeri e logistica ma riusciamo a lavorare così bene che grazie al T2 siamo in grado di recuperare gli eventuali ritardi che gli aerei possono aver accumulato». Un dettaglio non da poco «considerando che i cieli europei sono particolarmente congestionati, così come lo sono anche diversi aeroporti in cui operiamo» ma grazie ad uno scalo come quello varesino «stiamo provando ad avere una maggiore resilienza sul tema». Un elemento che porta easyJet a continuare ad investire sullo scalo «con nuove rotte, come ad esempio quella per Salerno».

Malpensa è infatti al centro del piano del vettore per l’Italia, che con i suoi 16,4 milioni di viaggiatori punta a consolidare il suo secondo posto nella classifica del numero di passeggeri. «Dopo il covid easyJet si è trasformata e abbiamo puntato su alcune aree più strategiche come la Lombardia e la Campania, andando a ridurre l’offerta in altri aeroporti secondari. Oggi quindi il nostro obiettivo è di crescere anche a Linate».

Una volontà di crescere sull’aeroporto cittadino di Milano che però non andrà a condizionare Malpensa. «Ad oggi su Malpensa abbiamo 8,5 milioni di posti in vendita mentre su Linate solo 900mila, quindi parliamo di ordini di grandezza completamente diversi -continua il country manager-. Aumentare la presenza lì non sarà neanche facile perchè non ci sono slot liberi nell’aeroporto». Qualcosa potrebbe cambiare se dovesse concretizzarsi l’unione di ITA e Lufthansa, ma in ogni caso l’offerta non potrà certo impennarsi.

Lorenzo Lagorio easyjet

Il matrimonio tra la compagnia londinese e Malpensa, tra l’altro, procede molto bene. «Qui abbiamo il training center per tutti i piloti europei e abbiamo anche iniziato un progetto con SEA per l’introduzione di carburanti alternativi in aeroporto, con l’obiettivo dei primi voli ad idrogeno nel 2040». EasyJet sta infatti lavorando per la decarbonizzazione del settore. «Gli aerei inquinano e tutte le previsioni ci dicono che la richiesta di voli continuerà ad aumentare. Per questo tutto il settore cerca di fare due cose: migliorare le operazioni oggi per ridurre le emissioni, investire in una flotta nuova più efficiente e utilizzare software e tecnologie che ottimizzano consumi e attività». Easyjet ha iniziato questo percorso grazie anche all’apertura del suo nuovo ICC, il Centro di Controllo Integrato, che vi raccontiamo in nel reportage qui sotto.

Nel cervello di EasyJet: “Ecco come ogni giorno gestiamo 300.000 passeggeri su 2.000 voli (e un problema ogni 10 minuti)”

 

 

Marco Corso
marco.corso@varesenews.it

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Pubblicato il 26 Aprile 2024
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