Il tour degli Africa Unite parte da Resistenza In Festa a Gemonio. Bunna: “Felici di esserci per una data così significativa”
Appuntamento per il 26 aprile all'area Feste di Gemonio, dove è in programma anche una giornata con Gaza Free Style e molto altro organizzata il Comitato Il Farina
Gemonio si trasforma nella capitale della musica in levare per una sera. Gli Africa Unite sono pronti a partire per il nuovo tour e la prima data è in occasione di Resistenza In Festa, una delle manifestazioni più longeve e significative della provincia, nata per celebrare il 25 Aprile. La band di Pinerolo, con 42 anni di carriera, presenterà i brani tratti dall’ultimo album, «Non è fortuna» e alcuni evergreen dello storico repertorio.
È lo stesso Bunna a raccontare in un video pubblicato sui profili del Comitato Il Farina, organizzatori dell’evento, quanto sia importante questa data. Il concerto è in programma la sera di venerdì 26 aprile, all’Area Feste di Gemonio, ingresso libero, dopo un’intera giornata con Gaza Freestyle, Associazione attiva da anni nella Striscia di Gaza. La festa sarà infatti anche un momento per raccogliere contributi a favore della campagna di raccolta fondi Sos Gaza lanciata dall’Associazione. Il giorno prima, 25 aprile invece, è in programma il Pranzo Resistente, lo spettacolo del Teatro dell’Orsa e il concerto degli Imbroglioni e tanto altro.
La band piemontese farà capolino il venerdì sera e il leader della formazione non nasconde il piacere di partire per il suo nuovo tour proprio dal varesotto: «Devo dire che siamo molto contenti, torniamo a suonare dopo il tour dello scorso anno, andato molto bene, dove c’è stata una grande affluenza e questa non è una cosa scontata dopo 43 anni di musica. È la conferma che siamo riusciti ad interessare anche le nuove generazioni. Siamo contenti di ripartire proprio da Gemonio, da Resistenza In Festa».
La musica è sempre stata un mezzo per prendere posizioni, messaggio politici e sociali, almeno per una formazione come la vostra.
«Usiamo la musica per dire delle cose e lo riteniamo fondamentale, proprio per questo siamo felici di partire con il tour proprio da un evento come quello di Gemonio. Bob Marley in questo ci ha insegnato molto, un leader con un appeal per il suo pubblico ha il dovere di dire delle cose e fornire riflessioni al suo pubblico e su diversi argomenti. Oggi non è sempre così, vedo nascere gruppi che spesso hanno come unico fine quello del successo. Noi pensiamo sia bello ballare ma anche riflettere sulle situazioni».
Dalla vostra formazione, nel 1981 ad oggi non vi siete mai fermati. Siete un punto di riferimento per la musica reggae in Italia e non solo, come si arriva fino qui?
«Non è semplice, abbiamo iniziato per gioco negli anni Ottanta. Poi, un passo per volta, le cose sono andate come sono andate e abbiamo capito che la passione per la musica poteva diventare un lavoro. Abbiamo visto e vissuto tanti cambiamenti, tra tutti quello della musica liquida e l’arrivo di Spotify, un problema se si pensa che piattaforme come quelle riconoscono le briciole agli artisti. Ci abbiamo pensato molto prima di decidere di essere presenti sulle piattaforme di streaming perché non riteniamo corretto che approfittino dei contenuti degli artisti in cambio di poco, ma abbiamo dovuto rassegnarci. Non potevamo non esserci per arrivare alle nuove generazioni. Poi il reggae in questi anni ha visto tanti cambiamenti, negli ultimi dieci anni ha perso la china. Ad esempio il Rototom Sunsplash ha dovuto lasciare l’Italia ed era un punto di riferimento importante per il genere, faceva informazione, cultura. Insomma, abbiamo vissuto davvero le tante evoluzioni del genere ma siamo ancora qui. Ci divertiamo ancora come 40 anni fa, c’è sempre l’entusiasmo e questo il pubblico lo capisce».
Avete anche pubblicato un nuovo album dal titolo rappresentativo “Non è fortuna”.
«Ci rappresenta in tutto, ci sono pezzi più impegnati dove si parla di razzismo prendendo spunto anche da episodi di cronaca recente, ma il pezzo che da il titolo al disco racconta la nostra storia. Sulla copertina è disegnato un funambolo che cammina sulla corda, un concetto applicabile a quello che siamo noi. Se il funambolo non cade è perché ha imparato a farlo e ci si è dedicato. Il nostro è stato un percorso lungo e abbiamo fatto le scelte giuste. Un risultato mica da poco, io e Madasky che tiriamo le fila dall’inizio siamo molto diversi ma abbiamo trovato la nostra complementarità, siamo siamo qui e siamo contenti di farlo».
Che scaletta avete pensato per la serata del 26 aprile e per il tour?
«Abbiamo rinnovato la scaletta rispetto al tour precedente, aggiunto pezzi che non facevamo da tempo e brani presi qua e la tra i più apprezzati dalla gente. Una scaletta dagli anni Novanta ad oggi».
Il concerto degli Africa Unite del 26 aprile è ad ingresso libero, all’Area Feste di Gemonio (Va).
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