La domenica dei due risotti: quando Peppone e don Camillo stanno nella pentola Bosina

Storia di due risottate in un'inaspettata concorrenza: quella della Lega e quella, solidale, destinata alla Casa della Carità della Brunella

eventi Varese

Vi confesserò: quando mi hanno detto che dopo la festa per i 40 anni della Lega (Che si è tenuta in piazza del Podestà ieri, 14 aprile) ci sarebbe stata una risottata, non mi è venuto nemmeno il dubbio che non si parlasse della risottata solidale che la Casa della Carità di Varese organizzava all’interno della casa del Prevosto in piazza Canonica a Varese.

Nella città giardino infatti è quello l’avvenimento per eccellenza legato a questo particolare cibo da ormai qualche anno: sia per la finalità altamente benefica (I proventi vengono dati al complesso della Brunella gestito dall’associazione Pane di S Antonio, che sfama, veste, lava e fornisce i farmaci a centinaia di persone e famiglie in difficoltà), sia per il fatto che il risotto lo cucina personalmente chef Sergio Barzetti, noto per avere insegnato dalle telecamere di Rai 1 a tutta Italia come si fa il risotto, e anche il brodo che si usa per prepararlo.

Potete immaginare il mio stupore quando l’amico giornalista arrivato da Milano mi ha segnalato la presenza di diversi pentoloni di riso in piazza Podestà a conclusione della festa: quello che per lui era semplicemente una voce del programma sulla locandina, a me suonava quasi come una sfida alle tradizioni cattoliche della chiesa Bosina e di tutto il volontariato – tanto, perchè Varese è una città di volontari – che gli gira attorno.

Quasi come le tenzoni tra Peppone e don Camillo, la risottata della Lega suonava come una sfida storica alla Chiesa locale: nello stesso giorno, a pochi passi di distanza, con lo stesso menu, non si riusciva proprio ad immaginarla come una coincidenza.

Aveva un senso politico? Una finalità ideologica? Un tocco di laicità in un mondo considerato troppo confessionale, da contrastare? Compiuto dalla Lega di Varese, il gesto aveva un sapore rivoluzionario, e con pure una buona dose di paradosso.  Ma nessuno ha avuto l’ardire di chiederlo, nemmeno io che ero rimasta a guardare le pentole scioccata dalla notizia, incapace di credere che il Carroccio Bosino avesse avuto il coraggio di fare un gesto così di rottura.

Così, l’unica cosa che ho avuto il coraggio di fare è stata quella di fotografare, a futura memoria, il risotto leghista in piazza Podestà e precipitarmi in piazza Canonica per accertarmi del fatto che la risottata solidale non avesse subito variazioni.

Non le aveva subìte: la manifestazione solidale era regolarmente in corso. E a vedere la coda (testimoniata dall’articolo di Varesenews) come in tutti gli storici film della serie,  don Camillo quatto quatto aveva già stravinto la sua battaglia nei confronti di una curiosa banda guidata da un ancor più curioso Peppone, servendo oltre 1000 piatti gourmet a un’entusiasta folla di varesini.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 15 Aprile 2024
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