McDermott traccia la strada, Mannion fa saltare il banco

Gran prova corale dei biancorossi: Brown fermato solo dall'infortunio, Moretti utile in avvio, Ulaneo gladiatore. Ancora dubbi per Gilmore

Openjobmetis Varese - Gevi Napoli 113-79

GILMORE 5,5 (IL PEGGIORE) – Una tripla a partita “viva” e qualche giocata nel finale, con la Gevi ormai arresa, sono il riassunto di una partita in cui non è certo protagonista. Qualche dubbio sul suo apporto rimane, tanto più che alla voce “rimbalzi” siamo a quota uno in tre partite: preoccupante se sei alto 2,08 e sei stato preso per puntellare la squadra sotto le plance. Da qui alla fine vorremmo almeno un suo partitone, magari già settimana prossima. Dai, su.

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MANNION 8 (IL MIGLIORE) – Il primo tempo sembra un clone della partita di Istanbul e, giustamente, in tribuna qualcuno si preoccupa. Ma quel “Dai Nico!” arrivato dalla Gold Est sul finire del primo tempo (e seguito da altri incitamenti) sembra risvegliarlo: il play alza lo sguardo alle tribune, fa “sì” con la testa e da lì in avanti si trasforma. Nel secondo tempo mette le mani sulla partita, manda in tilt Ennis, cesella un tabellino importante con 17 punti e 9 assist, aggiustando anche la mira dalla lunetta dopo tre, incredibili, errori consecutivi ai liberi. Morsi su morsi, da parte del Red Mamba, che sforacchiano la pellaccia di Napoli.

ULANEO 7 – Spunta in area per correggere gli errori dei compagni, lavora con il tagliafuori, non sbaglia un colpo (4 su 4 e addirittura 2 su 2 in lunetta), chiude in doppia cifra. E, probabilmente, torna a casa e prepara la carbonara per tutti (vedi su Instagram della società). Il Centurione Scott, questa sera, non avrebbe avuto paura neppure contro Obelix. Chiusura pirotecnica: espulso dalla panchina, speriamo ci sia a Scafati.

SPENCER 6,5 – Owens, dalla parte opposta, è il più incisivo dei napoletani ma più per l’evoluzione del gioco, e degli attacchi napoletani, che per negligenza di Skylar. Il pivot trova un paio di belle correzioni acrobatiche (6 punti), garantisce i soliti rimbalzi (7) e viene un po’ preservato dalla gran prova di Ulaneo aggiungendo due recuperi a una prova più che sufficiente.

WOLDETENSAE 7 – All’inizio sembra entri in campo solo per preservare i compagni dal fallo sull’ultimo possesso del primo quarto. E invece no: resta in campo e si fa notare, eccome perché si spende bene su Pullen, perché gioca da play occulto, perché segna quando deve e comunque sta in campo con grande personalità. Questo Wolde merita minuti, stavolta Bialaszewski è concorde e lo cavalca sino alla fine.

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MORETTI 7 – Molto bene al tiro – nei rari errori c’è lo zampino della sfortuna che gli sputa fuori dal cerchio due triple – molto attento e volenteroso in difesa, Davide lascia qualche mezzo punto in pagella nella gestione del pallone. 4 palle perse a fronte di un solo assist, un po’ troppe. Ma pazienza, perché ha un gran bell’impatto sulla partita quando i compagni di tridente, Mannion e Besson, faticano a carburare. Fondamentale nel primo tempo.

MCDERMOTT 8 – Se Mannion è l’uomo del cambio di passo, McDermott è quello della solidità dal primo all’ultimo minuto. Ricordate qualche suo errore? Forse quella palla sfuggita dalle mani a 2” dal 30′ ma basta. Altro che Markel Brown, altro che Sokolowski: è il capitano a dominare nel reparto ali con il 50% al tiro, elegante, un percorso netto ai liberi e tanto lavoro dove non c’è la palla (difesa, tagliafuori). Il tutto, senza quasi farsi notare, silenzioso. Imprendibile.
MVP Confident per i lettori della DirettaVN.

BESSON 7 – Va un po’ a braccetto con Mannion, perché fatica nella prima parte e poi sale ampiamente di livello con il passare della partita. Se si guardano i numeri è notevole, 16 punti con 7 rimbalzi e 5 assist, se si pensa all’impatto globale è – secondo noi – un passo sotto a Mannion e McDermott. Hugo però è ottimo da finalizzatore, finisseur direbbero quelli che hanno studiato il ciclismo e il francese.

BROWN 7,5 – Fermato solo da un infortunio che, ci auguriamo, possa riassorbirsi in pochi giorni. Fino al “frontale” con Sokolowski, Gabe è strepitoso: preciso dall’arco, presente in difesa, vivace a rimbalzo, pronto a correre il campo. Rientre nel secondo tempo fasciato come una mummia ma prima di alzare bandiera bianca regge più volte Zubcic in post basso. Gli manca solo di lanciare la stampella contro il nemico, alla Enrico Toti. Ma Gabe ci serve vivo.

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Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 07 Aprile 2024
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