Varese
Nel cuore del Congo: arte, religione e spiritualità in mostra alla Sala Veratti a Varese
La collezione, di proprietà del Museo africano di Madrid, è al centro di un evento patrocinato da Università dell’Insubria e Comune di Varese: inaugurazione venerdì 19 aprile alle ore 17
Una mostra nata per portare il visitatore «Nel cuore del Congo», come recita il titolo, alla scoperta dell’arte, della religione e della spiritualità dell’Africa centrale. Di proprietà del Museo africano di Madrid e già ammirata al Museo africano di Verona, la collezione arriva a Varese, alla Sala Veratti, con il patrocinio del Comune e dell’Università dell’Insubria, organizzata dalle professoresse Katia Visconti e Maria Francesca Piredda del corso di laurea in Storia e storie del mondo contemporaneo. L’inaugurazione è venerdì 19 aprile alle ore 17, apertura fino al 5 maggio venerdì, sabato, domenica e giorni festivi ore 10-13 e 14.30-18.30, con ingresso gratuito; prenotazioni per scolaresche ai numeri 347.0034534 e 328.0564628.
Intervengono all’inaugurazione: la professoressa Katia Visconti, presidente del corso di laurea in Storia e storie del mondo contemporaneo e docente di Storia dell’Africa e storia del mondo atlantico, la professoressa Maria Francesca Piredda, docente di Storia del cinema e di stili autoriali del cinema contemporaneo, e Padre Pietro Ciuciulla, assistente generale dei Missionari comboniani e coordinatore di Fondazione «Nigrizia».
Durante la mostra gli studenti del corso di laurea in Storia e storie del mondo contemporaneo accoglieranno i visitatori e fungeranno daguida per le scolaresche.
Obiettivo dell’evento è far conoscere l’arte e la storia congolese, con particolare attenzione ad alcuni temi: la ricerca del mondo spirituale, le religioni, la comunicazione e la preghiera degli spiriti, la magia, la potenza di certe evocazioni, il contatto con la natura e con il mondo degli antenati. Paese dell’Africa centrale, nella Repubblica Democratica del Congo attualmente vivono più di 250 gruppi etnici, rivestendo un ruolo fondamentale per l’importanza politica che esercita nelle relazioni e nella gestione degli equilibri con i Paesi vicini, nei commerci e nella gestione degli interessi extra africani.
Sono esposte oltre 60 sculture e oggetti d’arte tradizionale, maschere e una ricca selezione di feticci, tessuti e altri oggetti rappresentativi dei diversi stili, che provengono da 27 villaggi congolesi e rappresentano 12 gruppi culturali.
La mostra mira in particolare ad accorciare le distanze nella comprensione della complessità funzionale delle maschere congolesi nella cultura locale, sia a riguardo della sfera religiosa, sia sociale e, in generale, della realtà multiforme e articolata dell’Africa stessa, avvicinando alla conoscenza delle sue tradizioni e tribù, dacché ognuna di esse possiede una propria cultura, lingua, religione e mondo mitico da cui è possibile trarre visioni differenti.
Sono previsti alcuni eventi di approfondimento della mostra, che si terranno dalle 18.15 a Villa Mirabello – Varese, nelle seguenti date:
Giovedì 9 maggio: «Sapienze tradizionali ed eredità filosofica europea. forme di coesistenza nella cultura africana», con Florinda Cambria, Università dell’Insubria.
Mercoledì 5 giugno: «L’Africa e le sue guerre che non fanno notizia. L’Etiopia e la sfida del “dopoguerra”», con Katia Visconti, Università dell’Insubria, Uoldelul Chelati Dirar, Università di Macerata, e Padre Giuseppe Cavallini, Fondazione «Nigrizia».
Giovedì 12 settembre: «Il cinema in missione: storia e caratteristiche del “cinema missionario”», con Maria Francesca Piredda, Università dell’Insubria.
Giovedì 3 ottobre: «Sguardi africani: il ruolo dei film festival nella promozione del continente africano», con Maria Francesca Piredda, Università dell’Insubria, Stefano Gaiga, Festival del Cinema africano e oltre di Verona, e Alessandra Speciale, Festival del Cinema africano, d’Asia e America Latina di Milano.
Giovedì 7 novembre: «Learning from Maputo. lezioni per una riflessione sull’approccio post-coloniale», con Florinda Cambria, Università dell’Insubria, Alice Buoli, Gabriele Pasqui e Laura Montedoro, Politecnico di Milano.