Peste suina alle porte della patria del prosciutto: Gadda, “da Governo risposta da burocrati“
Così la parlamentare di Italia Viva durante il question time alla Camera. “Parliamo di un prodotto trainante del Made in Italy che produce un volume di affari di 20 miliardi l’anno"
«La peste suina africana è arrivata alle porte di Langhirano, nel distretto del prosciutto di Parma, e ancora il governo squaderna lo stesso elenco di misure che in due anni non hanno portato risultati. Di fronte a un disastro annunciato servono risorse e azioni straordinarie. Rischiamo l’azzeramento del comparto e un pesantissimo danno reputazionale». Lo ha detto Maria Chiara Gadda, vice-presidente della Commissione Agricoltura della Camera, nella replica al question time con il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani.
«Parliamo di un prodotto trainante del Made in Italy che produce un volume di affari di 20 miliardi l’anno e impiega 100mila addetti. Già il Canada ha bloccato le importazioni dall’Italia. Non abbiamo capito cosa vuole fare davvero il governo Meloni rispetto al veicolo maggiore di diffusione del virus, il cinghiale. Si dice che potrà dare una mano l’esercito, bene. Ma si chiariscano subito tempi, responsabilità, numeri e funzioni. E non si capisce perché ancora non ci sia, nonostante la presenza di un commissario straordinario, una chiara ed efficace strategia nazionale con una cabina di regia con le regioni che funzioni. I cinghiali non rispettano certo i confini regionali, e dal 2022 ad oggi purtroppo il virus si è espanso. Anche sulle esportazioni va fatta una task force diplomatica, per evitare un effetto a catena dei blocchi e spiegare che un conto è la psa nei selvatici, un conto è tutelare le aziende che hanno investito in biosicurezza e non hanno casi di psa pur trovandosi nelle zone di restrizione. Il danno economico già c’è, e vanno trovate maggiori misure per sostenere il comparto, ma è anche indispensabile preoccuparsi del danno di immagine. Non possiamo dire al mondo che l’Italia non sa gestire la psa. Servono subito risposte concrete perché i cinghiali non aspettano i burocrati. In due anni sono proliferati solo i cinghiali, la psa, le parole spese per decantare il made in italy, e le poltrone dei commissari e sub commissari. Quello che rischia invece di essere azzerato è l’intero comparto suinicolo», ha concluso.
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