Prevenzione del tumore al seno: il progetto di Soroptimist nelle aziende ha raggiunto 6000 dipendenti

Sono stati presentati nella sala immersiva di camera di Commercio i risultati del progetto promosso nell'autunno scorso da Soroptimist Varese insieme al Club Busto Arsizio-Ticino Olona e Club Como e all'associazione Caos

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Un webinar seguito da 500 aziende per circa 6000 dipendenti coinvolti. Il tema era quello della prevenzione e della diagnosi precoce del tumore al seno. L’iniziativa è stata promossa nell’autunno scorso da Soroptimist Varese, insieme ai Club di Busto Arsizio e di Como, e ha visto protagonisti la direttrice della Breast Unit di Varese professoressa Francesca Rovera, il suo team di medici e specialisti che si occupano di oncologia all’interno degli stessi club.

A tracciare un bilancio della campagna di informazione ed educazione è stata la presidente di Soroptimist Varese Maria Grazia Tibiletti, nel team della Breast Unit di Varese con l’importante ruolo di genetista oncologa. Nell’aula immersa della Camera di Commercio in piazza Monte Grappa a Varese, si è parlato di tumore e di aspettative di vita.

È stata la professoressa Rovera, senologa e direttrice della Breast al Circolo di Varese, a tracciare le linee di un fenomeno preoccupante: « Il nostro è un territorio che, dal puntosi  vista epidemiologico, vede numeri preoccupanti. Ogni anno circa 900/950 donne hanno una nuova diagnosi. Senza contare quante stanno già lottando o hanno combattuto contro il cancro che in Italia son circa 84.000. Ma c’è una buona notizia: nonostante l’incidenza sia in aumento, la mortalità è stabile, anzi è in leggero calo. E questo è possibile grazie alla diagnosi precoce, per individuare noduli sempre più piccoli e circoscritti. Oggi abbiamo a disposizione diverse terapie: non sono la chirurgia ma anche farmaci sartoriali, definiti sulla base delle caratteristiche della paziente. Dal 2016, a Varese abbiamo la Breast Unit che è un modello di presa in carico globale, che accompagna la donna in tutto il suo percorso, la prende in carico a 360 gradi grazie al team multidisciplinare».

Il modello dovrebbe incentivare un’adesione massiccia allo screening che da circa 20 anni viene proposto alle donne dai 45 ai 74 anni: « Una platea di circa 300.000 persone nel territorio di Varese – spiega la dottoressa Annalisa Donadini direttore Medicina Preventiva e delle Comunità di Ats insubria – Lo scorso anno abbiamo invitato 270.000 cittadine ma l’adesione è stata del 45%. Il 5% delle aderenti è stata richiamata per un secondo controllo e nello 0,5% dei casi si è individuato il tumore».

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Il progetto proposto da Soroptimist ha voluto promuovere il “modello Breast Unit” : un team per la prevenzione e la cura del tumore al seno, mediante Webinar con esperti per la conoscenza dei percorsi diagnostici, terapeutici, assistenziali e riabilitativi alle donne delle Aziende del territorio Insubre, al fine di favorire una maggiore conoscenza ed adesione ai programmi di prevenzione personalizzata. L’obiettivo era quello di sensibilizzare soprattutto le fasce più giovani di lavoratrici, non ancora inserite nei programmi di screening.

Aderire a questi esami è fondamentale come ha ricordato anche il dottor Paolo Bulgheroni Direttore del Dipartimenti di igiene e prevenzione di Ats Insubria: « La prevenzione è un sistema integrato pubblico privato, con il pubblico che mette a disposizione gli strumenti e la componente delle associazioni, del mondo economico e del sociale che promuove e fa circolare idee per raggiungere un obiettivo comune: quello di promuovere la salute e incentivare le persone a adottare subito stili di vita corretti. Ats Insubria insieme con il mondo produttivo da anni promuove il programma WHP che coinvolge 150 aziende e 35.000 dipendenti».

In sala erano presenti anche la Past presidente Soroptimist di Busto Marina Re, l’attuale presidente Anna Maria Rampini e Barbara Cermesoni presidente Soroptimist di Como.

Tra le relatrici anche Adele Patrini, Presidente dell’associazione Caos che ha sottolineato il valore dell’informazione per aiutare le donne a superare la paura e a credere in un modello di presa in carico che accoglie e accompagna a 360 gradi, in ogni fase del percorso e su ogni necessità anche grazie a una medicina sempre più definito sulle caratteristiche delle pazienti.

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Pubblicato il 12 Aprile 2024
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