Umberto Bossi tra i militanti della prima ora: “La questione settentrionale deve tornare centrale”

Il “Capo” apre la sua residenza ai giornalisti e racconta la “sua“ Lega: “Deve tornare ad essere da stimolo per le cose che non vanno”. Domenica in piazza a Varese? “Non ci sarò”

Quando le radici sono forti, popolari, vicine alla gente, è difficile che tutto si fermi, ma quello che fu la Lega agli esordi, con la “questione settentrionale“, deve tornare centrale.

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A Gemonio l’incontro “nordista” per i 40 anni della Lega Lombarda 4 di 15

Lo dice Umberto Bossi durante il piccolo bagno di folla composto dai militanti della prima ora che sono andati in pellegrinaggio sotto un sole d’agosto per i 40 anni della fondazione della Lega che cadevano quasi a metà aprile del 1984. Le premesse di un incontro privo di valore politico più volte ribadite dai primi colonnelli della Lega – Roberto Castelli e Paolo Grimoldi – sono state ampiamente disattese, ed è normale in un partito nato come movimento come la Lega che si presenta per rendere omaggio al suo fondatore.

Dunque fra torte e bottiglie di vino (una portata dall’enfant prodige Marco Reguzzoni, ex capogruppo alla Camera), servizio d’ordine che ha raggruppato i militanti in delegazioni festanti alla soglia della casa del capo, arriva poi il turno dei giornalisti che in massa entrano nel giardinetto della villa di via Verbano. Molti sono giovani, e non hanno visto, o non ricordano le foto di Berlusconi in camicia, e di Fini che stava al fresco delle fronde del glicine che oggi ancora resiste, anche se ridimensionato. Una metafora che si può ben applicare ad un Umberto Bossi, che non si è sottratto alle domande.

Lucido ma affaticato, presente anche se con molte divagazioni storiche che si spingono verso i governi del Centrosinistra targati però Craxi e non dei nomi di leader a venire, a cui ancora oggi siamo abituati perché storia recente: quel che cita Bossi è oramai roba da manuali della politica, da Prima repubblica, proprio quella strattonata, presa a spallate dalla Lega che oggi in alcuni ambienti interni al movimento non si vede.

Tanto che il “popolo verde“ (in due-tre episodi si è sentito addirittura il «Padania, Libera!») chiede ancora di tornare sulla questione settentrionale, sul dare un maggior peso al Nord, «una strada che Salvini non ha voluto seguire», ha spiegato Bossi alla stampa presente, che gli chiedeva se si sarebbe aspettato di arrivare qui, 40 anni dopo la fondazione: «Eh quando le radici sono profonde, quando sono vicine al popolo, è difficile che un movimento si fermi».

Ma la Lega oggi? «Deve tornare ad essere da stimolo per le cose che non vanno. Serve una spallata per migliorare le cose anche nella sanità in Lombardia, per esempio. La Lega all’inizio era un movimento più vicino al popolo, la Lega di 40 anni fa aveva una base popolare. Noi abbiamo cominciato dal Comune di Varese, dove si parlava in dialetto».

A proposito di Varese: domani altra festa in piazza a Varese, una risottata sempre per il quarantesimo. «Io domani a Varese per i festeggiamenti con Salvini non ci sarò. Non perché non voglia, ma ho un impegno», ha spiegato Bossi negli oltre 8 minuti di intervista coi cronisti. Che lo stuzzicano. E lui scherza.

Un successore per Salvini nella Lega? «Ce ne sono». Giorgetti? «Giorgetti è bravo ma non dico niente, altrimenti poi lo massacrate». La fila fuori dalla casa di Bossi è ancora lunga, partono i saluti, Castelli, Grimaldi, il padre fondatore Giuseppe Leoni, e il figlio Renzo ringraziano: continua il viavai di affezionati e militanti, si tornano a vedere le magliette caricaturali, le vignette che hanno fatto storia e i volti un po’ invecchiati che si vedevano venti, trent’anni fa: il “ciclista della Lega“, l’autista dell’ambulanza che lo salvò della mattina del 2004 sotto la nevicata, quando ebbe il malore, o l’ultimo segretario della sede del Carroccio di via Marsala, sempre a Gemonio coi baffi incanutiti: era una vita fa, ora i militanti si sono riuniti con la sezione di Laveno Mombello. Ad osservare il via vai i carabinieri accaldati nelle giubbe nere fuori stagione come questo sole che picchia forte nella culla della Lega.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 13 Aprile 2024
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