Assolto il farmacista di Busto Arsizio accusato di truffa ai clienti celiaci: “Fine di un calvario”
Ettore Mazzucchelli, figlio del noto benefattore Franco, esulta dopo che la Corte d'Appello lo ha assolto perchè il fatto non sussiste. In primo grado era stato condannato a sei mesi: "Mai intascato un euro"
Quando nell’aprile del 2021 si era diffusa la notizia in molti avevano stentato a credere che Ettore Mazzucchelli potesse essere responsabile del reato di truffa. Il farmacista, figlio di quel Franco Mazzuchelli benefattore riconosciuto della città, possiede una delle farmacie più importanti di Busto Arsizio e non aveva certo bisogno di intascarsi poche migliaia di euro lucrando sulle carte di credito di alcuni clienti celiaci.
La tesi dell’accusa sosteneva che il titolare della farmacia, insieme al magazziniere, avesse utilizzato indebitamente le tessere sanitarie dei clienti celiaci che avevano un budget celiachia messo a disposizione dal Servizio Sanitario Nazionale (che variava dai 70 ai 120 euro al mese) per l’acquisto di prodotti senza glutine.
Quando questo budget mensile non veniva utilizzato completamente Mazzucchelli acquistava in autonomia i prodotti fino all’esaurimento del fondo, avendo a disposizione i pin dei clienti: «Lo facevo per fare un favore ai clienti e non certo per arricchirmi. Con molti di loro avevo un accordo» – era stata la difesa. Molti di questi clienti, effettivamente, hanno testimoniato a favore del farmacista, altri invece non ricordavano di aver dato il pin.
Eppure in primo grado il tribunale di Busto Arsizio aveva dato ragione alla Procura di Busto Arsizio condannadolo a sei mesi e al risarcimento del danno, peraltro subito liquidato.
Ora, invece, la Corte d’Appello ha ribaltato il verdetto e lo ha assolto perchè il fatto non sussiste, escludendoi radicalmente la truffa e assolvendolo anche per l’uso anomalo delle carte di credito perchè il fatto non è penalmente rilevante.
Ettore Mazzuchelli può finalmente sorridere: «Piango dalla gioia perchè si chiude una vicenda che ho sempre sentito addosso come un peso. Non ho mai intascato un euro da quelle tessere e finalmente questo mi viene riconosciuto» – ha detto subito dopo la sentenza.
Il suo legale Cesare Cicorella è soddisfatto per una sentenza che definisce «equilibrata. Il mio assistito non aveva nessun interesse ad una truffa da tremila euro che, tra l’altro sarebbe stata fatta alla luce del sole in quanto la disponibilità dei pin era registrata sulle tessere».
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