Campo dei fiori, a Brinzio si celebrano i quarant’anni del nostro Parco

Un patrimonio naturale immenso scampato alla speculazione che diventa scrigno della biodiversità. “Un benessere psicofisico che abbiamo fuori dalla porta di casa”

Generico 13 May 2024

I grandi massi erratici che raccontano la storia antica delle nostre valli, con la volpe che cerca da mangiare nella neve, caprioli, daini, cervi e cinghiali che si nutrono nella pace dei boschi.

È un biglietto da visita affascinante quello raccontato – vissuto – nella sala del museo della Cultura Rurale Prealpina di Brinzio per festeggiare i quarant’anni del Parco Campo dei fiori. Un compleanno importante a cui hanno partecipato tantissimi cittadini del paesino incastonato nella piana che dà i natali ad un meraviglioso lago, cascate, prati verdi e boschi; c’erano anche tanti sindaci e amici di questa istituzione che da otto lustri lavora per la crescita del territorio.

«Ma non è, questa, una serata che vuol parlare del passato, o dei risultati raggiunti. È un momento per celebrare proprio lui, il Parco», ha spiegato non senza emozione il presidente Giuseppe Barra, che non a caso ha esposto il senso del video proiettato, e del libro “Io Parco – prima persone plurale”, dove viene messa in mostra quella ricchezza di territorio di questo parco regionale che si staglia nel mezzo delle Prealpi lombarde esattamente alle spalle di Varese, e per gran parte non attraversato da strade, quindi vero e proprio scrigno di biodiversità.

«Era giusto raccontare il parco attraverso le immagini e il modo attraverso il quale tutti quanti lo percepiamo, nel dimostrare affetto per questo territorio, e trasformando l’istituzione in una comunità fatta non solo da Comuni, ma da quanti sono parte attiva di una sorta di mission», ha spiegato Barra di fronte ad una sala strapiena, anche di molti sindaci, tra cui non poteva certo mancare il padrone di casa Roberto Piccinelli che dopo una grande avventura amministrativa alla guida del paese quest’anno ha deciso di lasciare il testimone a chi si affermerà alle prossime elezioni che vede Brinzio fra lo squadrone di paesi al rinnovo.
«Vedo tanti amici sindaci, sono felice di rivederli e so che hanno vissuto nei primi anni il travaglio della nascita del Parco», ha spiegato Piccinelli, «un Parco che oggi è come l’acqua: chi metterebbe in discussione l’acqua? Il Parco è questo, anche se 40 anni fa non era così».

Generico 13 May 2024

E a fronte di questa resistenza iniziale raccontata dal sindaco di Brinzio c’è l’attuale tendenza inversa che oggi conta paesi che invece chiedono di entrare a far parte dei confini del Parco, come ha spiegato il professor Adriano Martinoli (esperto dell’Insubria specialmente di mammiferi), e «questo benessere psicofisico che andiamo a cercare magari lontano, spendendo fior di quattrini, proprio grazie alla lungimiranza di 40 anni fa nel preservare questo territorio, lo abbiamo a portata di mano, proprio fuori casa», ha spiegato il docente. Alla serata, tra gli altri ospiti, era presenta anche l’artista Giorgio Vicentini che ha illustrato la genesi del logo del Parco regionale Campo dei fiori che ancora oggi conosciamo, quel pittogramma che contiene i colori delle stagioni e che è stato riprodotto su una torta realizzata apposta per l’evento. Applausi a scena aperta per i guardiani del parco, le “Gev“, guardie ecologiche volontarie colonna portante del territorio, e verso lo spirito che ne ispira la nascita, Salvatore Furia che per primo intuì l’importanza di un ente simile.

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Pubblicato il 15 Maggio 2024
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