Due arresti per tentato omicidio dopo la sparatoria di Caravate
Le persone finite in manette sono una donna italiana di 37 anni e un maghrebino di dieci anni più giovane considerato l'esecutore materiale del regolamento di conti
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Un agguato frutto del regolamento di conti per il controllo del territorio: è questo, come inizialmente ipotizzato, il movente che ha portato al ferimento, con lo scopo di uccidere, un 36 enne maghrebino lasciato in fin di vita sotto la pioggia ai primi dello scorso marzo a Caravate e per il quale sono finite in manette due persone.
Si tratta di una donna italiana di 37 anni accusata di essere la fiancheggiatrice dello sparatore, un maghrebino di 27 anni fermato a Milano.
Mentre la sospettata è stata colpita da una richiesta di custodia cautelare in carcere il 23 aprile scorso, il giovane uomo considerato l’esecutore materiale del grave ferimento è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto a Milano, il giorno stesso (con pedinamento partito il 22), condotto in carcere e lì raggiunto anch’esso da ordinanza di custodia cautelare in carcere.
LE INDAGINI E LE GANG
Le indagini a cura dei carabinieri della Compagnia di Luino e della Stazione di Laveno Mombello sono state portate a buon fine, coordinate dalla procura di Varese, dopo un grande lavoro di indagine che si è inizialmente scontrato con la ritrosia dello stesso ferito colpito ad un fianco che aveva invocato lo scambio di persona, quando invece la stessa vittima aveva precedenti per spaccio.
Il fatto di Caravate dimostra ancora una volta la spregiudicatezza della gang dedite allo spaccio di sostanze stupefacenti che non si fermano di fronte a nulla pur di poter assicurare il controllo del territorio.
QUELLA SERA
Alle ore 21.45 circa del 5 marzo 2024 un dipendente del cementificio “Colacem” di Caravate aveva richiesto tramite il NUE112 l’intervento di personale sanitario poiché, nel recarsi al cementificio per intraprendere il proprio turno di servizio, al margine della strada dell’area industriale di via Rusconi, nei pressi della suddetta ditta, aveva soccorso un uomo ferito e sanguinante, successivamente identificato in un 37 enne maghrebino in Italia senza fissa dimora e con numerosi precedenti di polizia. Sul posto, unitamente a un’ambulanza del 118, erano intervenuti militari della Stazione carabinieri di Laveno Mombello e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Luino che, nell’immediatezza dell’intervento medico, avevano riscontrato trattarsi di ferite per colpo d’arma da fuoco sul fianco sinistro della vittima, trovata ancora cosciente e verosimilmente non in pericolo di vita. L’uomo è stato così trasferito in codice giallo presso l’Ospedale “Circolo” di Varese, ove è stato sottoposto ad intervento chirurgico e ricoverato per molti giorni presso il reparto di “chirurgia generale urgenza e trapianti” con chiara diagnosi per ferita da arma da fuoco all’anca e alla coscia.
SVILUPPI
Le indagini, ancora in corso, sono volte sia all’individuazione di altri fiancheggiatori della specifica vicenda, che potrebbero presto essere oggetto di nuove misure cautelari, sia allo Smantellamento della rete locale di spaccio, di cui il 27 enne maghrebino sarebbe un nodo fondamentale. La posizione degli arrestati è chiaramente al vaglio dell’autorità giudiziaria che dovrà definire in sede processuale le responsabilità penali.
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