Fermato al confine del comune sul quale aveva il foglio di via: assolto
La curiosa vicenda avvenuta nell’ottobre del 2021 fra Cuvio e Orino: il difensore ha dimostrato che l’uomo era in regola
Il controllo stradale della pattuglia dei carabinieri, la verifica dei dati del conducente, con nome e targa dettati alla centrale operativa che consulta il database “ced interforze” dove figura vita, morte e miracoli di ogni italiano. E la sorpresa: «Lei ha un foglio di via, non può stare qui». Però c’è «qui» e «qui»: la strada sulla quale un trentaduenne di Cittiglio venne fermato nell’ottobre 2021 durante un controllo stradale era la via Pora. Si tratta di un tratto di strada che viene di fatto condivisa fra due comuni, quello di Cuvio e quello di Orino.
Il controllo sarebbe avvenuto nella parte orinese della strada, mentre quanto venne contestato dai carabinieri riguardava la prescrizione del il foglio di via che l’uomo era tenuto a rispettare per precedenti legati a reati per droga, che il questore di Varese ha ritenuto sufficienti per emettere il «foglio di via».
Si tratta di una misura di prevenzione generale emessa dal questore, misura cioè che non va a sanzionare (in quanto manca l’elemento di giudizio) ma ad evitare per esempio che un soggetto dedito all’uso, o addirittura allo spaccio di sostanze stupefacenti in un luogo, possa farvi ritorno.
Alle forze dell’ordine è deputato il controllo di queste misure, e difatti i carabinieri della Stazione di Cuvio hanno meritoriamente fatto il loro servizio, anche alla luce del fatto che la competenza sui reati specifici in aree particolari come i paesi, e la conoscenza del territorio e dei suoi residenti, rappresenta una componente importante dell’attività dell’Arma.
E difatti, tornando alla vicenda, l’auto guidata dal 32 enne di Cittiglio, è stata fermata. Ma la strada in quesitone viene appunto a trovarsi in un contesto di condivisione fra due Comuni: se fosse stato possibile dimostrare che il fermato fosse stato trovato nella parte cuviese della via (e questa è la contestazione iniziale), allora il fermato sarebbe incorso nella pena prevista, cioè dell’arresto da uno a sei mesi.
Ma i processi si fanno con le prove che si devono formare nel dibattimento, e il difensore Jacopo Maioli ha dimostrato che non era possibile ritenere con certezza che il suo assistito fosse stato fermato nel comune di Cuvio (dove non ci poteva stare) e ne ha chiesto l’assoluzione, come pure ha fatto anche il pubblico ministero. Una tesi accolta dalla decisione del giudice che ha assolto perché “il fatto non sussiste”.
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