“Forza Lavinia” l’urlo di Varese sul sagrato di san Vittore a sostegno della famiglia Limido

Erano diverse centinaia le persone che si sono unite in corteo per la "camminata" nel centro di Varese a sostegno della famiglia Limido

Tanti “Forza Lavinia” risuonati sul sagrato della basilica di San Vittore: oltre un minuto di incitazioni arrivate alla mamma per far sentire tutto l’affetto e il sostegno della città di Varese alla famiglia.

E’ stato questo il momento più toccante ed emozionante della manifestazione organizzata a poche ore dall’omicidio di Fabio Limido e del ferimento gravissimo della figlia Lavinia (che è ancora in terapia intensiva all’ospedale di Circolo) e messa in campo nella mattina di sabato 10 per fare sentire la voce della città, seguito poi da un minuto di silenzio.

Sono state tantissime le persone che si sono unite in corteo per la “camminata” nel centro di Varese a sostegno della famiglia Limido, dopo la chiamata delle associazioni e dei centri antiviolenza, che hanno proposto una iniziativa  sabato mattina, 11 maggio, con ritrovo in piazza Monte Grappa alle 10 e corteo alle 10.30, in piazza Monte Grappa sono stati davvero tanti i cittadini a partecipare.

Con loro c’erano anche le istituzioni: in primis quelle che avevano organizzato il momento insieme alle reti antiviolenza, come la consigliera di parità Anna Danesi, la vicepresidente della Provincia di Varese con delega alle Pari opportunità Valentina Verga, l’assessora alle Pari Opportunità del Comune di Varese Rosella Dimaggio. Ma c’era anche il sindaco della città Davide Galimberti e molti membri della giunta – come gli assessori Buzzetti, Dimaggio, Molinari e Civati, quest’ultimo con il figlio in carrozzina – e molti rappresentanti del sociale e della politica.

Il corteo, partito da piazza Monte Grappa con cartelli e striscioni, ha attraversato corso Matteotti e si è fermato sul sagrato della basilica di san Vittore, dove sono risuonati i “Forza Lavinia” a sostegno della figlia ricoverata. Dopo questa manifestazione e il minuto di silenzio per il padre, la folla è entrata in basilica per un rosario.

LE DICHIARAZIONI DEL SINDACO DI VARESE

A conclusione dell’incontro si è espresso il sindaco di Varese Davide Galimberti con una lunga e articolata nota: «La nostra comunità è stata colpita in questi giorni da una tragedia che coinvolge tutti noi – ha detto – Un episodio di violenza a danno di una donna e di suo padre che ha provato a proteggerla, un dramma che ci investe con forza. Ma oltre al dolore è fondamentale attivarsi perché dobbiamo fermare lo stillicidio di aggressioni alle donne, che troppe volte diventa femminicidio e, come in questo caso, omicidio anche di un familiare. Oltre al dolore è fondamentale attivarsi perché la cronaca è ancora troppo piena di eventi brutali come questo. Basta relazioni tossiche, limitazioni alla libertà delle donne, a uomini che pensano che la donna sia un loro possesso, basta uomini che non accettano la fine di una relazione o uomini che costringono giovani donne, mogli, fidanzate con la forza della paura o della violenza, sia essa verbale, psicologica, fisica o economica».

La risposta della città di Varese

«La risposta che ha dato oggi  la nostra città, con la presenza in strada di molte associazioni, enti, cittadine e cittadini, per esprimere solidarietà a Lavinia e alla sua famiglia, è un appello collettivo a mettere in campo ulteriori azioni per contrastare in modo concreto ogni forma di violenza e prevaricazione sulle donne – ha sottolineato il sindaco –  Il cammino culturale, sociale ed educativo che dobbiamo compiere è ancora lungo ma richiede azioni mirate da attivare con urgenza. È necessario educare al rispetto, all’affettività, all’uguaglianza totale tra donne e uomini, all’accettazione dell’altrui libertà e indipendenza, sia sociale che economica».

Obbligo di percorso psicologico in caso di conflittualità

Per il primo cittadino è importante anche lavorare prima che succedano queste tragedie: «Credo sia importante anche lavorare in ottica preventiva: nel momento in cui si verificano episodi intrafamiliari di crescente attrito, con una separazione in presenza di minori la cui tutela è sempre prioritaria, bisogna fare di più. Forse è il momento di un intervento del legislatore, ad esempio introducendo una norma che consenta al giudice che ha avvisaglie di accese conflittualità, di prevedere l’obbligo di un percorso psicologico durante tutta la separazione in grado di intercettare e intervenire in modo adeguato prima che forme di disagio possano sfociare in minacce o lesioni, accompagnando il lavoro dei legali e dei servizi sociali dei Comuni».

Potenziare la rete di prevenzione

«C’è poi un lavoro concreto per potenziare sempre più la rete di prevenzione e protezione delle donne e delle vittime di violenza o stalking – ha concluso Galimberti –  Per questo la sinergia e la collaborazione immediata tra istituzioni è indispensabile. Centri antiviolenza, enti, magistrati, forze di polizia, psichiatri, personale medico, reti di assistenza, associazioni, tutti insieme dobbiamo cooperare, sostenendo e tutelando con azioni mirate e tempestive le donne che denunciano, che non devono mai sentirsi abbandonate, e dare coraggio anche a chi non lo fa. Ma poi la rete deve funzionare ancora di più e la sinergia essere ancora più efficace. So che tutto questo non è facile ma dobbiamo farlo subito».

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Pubblicato il 11 Maggio 2024
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