Il sindaco di Gallarate chiama Roma: “Non possiamo gestire scontri tra bande armate, compito della Questura”
Secondo Cassani le due risse sono in realtà segnale di qualcosa di diverso. Che sfuggirebbe alle capacità di controllo del solo ente locale: "L'ordine e la sicurezza non sono in capo a noi, la Locale può affiancare"

«L’ordine pubblico e la sicurezza sono in carico alla Questura, non alla Polizia Locale, che al più può assistere e affiancare. Per questo mi aspetto una risposta».
Il sindaco di Gallarate Andrea Cassani è sorpreso dalle violente risse (due, più una terza evitata) nella zona della stazione. E a questo punto, di fronte a una situazione che pare sfuggita di mano, “chiama” Roma per chiedere un intervento più deciso.
«Al Prefetto ho fatto presente che quel che è successo è una cosa grave, serve un’attenzione maggiore» dice Cassani, reduce dall’incontro a Villa Recalcati. «Non è microcriminalità, ma qualcosa di diverso, di più importante. Le spranghe e i machete non si erano mai visti e richiedono una risposta».
Risposta che deve arrivare dallo Stato, rimarca Cassani: «Ho parlato anche con il sottosegretario Molteni che mi ha garantito massima attenzione: ci sarà un grosso dispiego di uomini delle forze dell’ordine, serve più presidio del territorio».
Ma avete registrato dei cambiamenti intorno alla stazione? Ad esempio a Sciarè era più tranquillo, ora la situazione sta peggiorando…
«Sono bande di africani contro Nordafrica. Non sono solo scontri tra diverse etnie e nazionalità, secondo me c’è qualcosa sotto. Ma se vogliono regolare conti tra di loro tornino in Africa a farlo, non c’è spazio a Gallarate».
Calci, spranghe e bottigliate: il video della violenta rissa in stazione a Gallarate
E per rimettere ordine a questo punto serve l’intervento dello Stato. Il Comune aveva attuato interventi straordinari lo scorso inverno, come l’ordinanza anti-alcol. È una risposta valida o a questo punto troppo blanda?
«Sicuramente la riproporremo anche se il suo impatto su queste dinamiche è è limitato. Qui però non stiamo di fronte a una questione legata all’abuso di alcol: se sul degrado si può intervenire a livello locale, qui serve qualcosa di più. Non possiamo affrontare noi, anche se facciamo il massimo: ieri sera avevamo in giro tre pattuglie della Polizia Locale, contro una di solito. Ma l’ordine pubblico e la sicurezza sono in carico della Questura, non della Polizia Locale, che al più può assistere e affiancare».
In attesa che arrivino eventualmente “rinforzi” da Roma, a livello di Comune ci sono allo studio misure nuove?
«Anche oggi abbiamo portato all’attenzione del Prefetto altri problemi che si dovranno affontare e che rientrano in dimaniche più normali. Ad esempio le Baby gang, gruppi di giovani che si ritrovano in piazza Garibaldi, nel parcheggio di via Palestro, alle Torri. Ma questo rientra nell’ordinario, parliamo di gestione della movida e baby gang».
In stazione invece i problemi si sono man mano moltiplicati. E ora sono «qualcosa di diverso».
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