La rimozione dei murales del Gadda Rosselli a Gallarate? Partita dopo una segnalazione su un altro murale
Nel 2022 le forze dell'ordine intervennero per un ragazzo che stava realizzando un murale in accordo con l'istituto Aloisianum. Cassani: "Decisione finale di Commissione paesaggistica e Soprintendenza". Intanto il caso fa discutere
Fa discutere a Gallarate il caso dei murales realizzati nel 2018 davanti all’istituto Gadda Rosselli, in via De Albertis, sul muro dell’istituto religioso Aloisianum, che aveva dato la sua autorizzazione all’intervento.
Ma da dove è partito il “caso”?
«Nel 2022 c’era un ragazzo che stava facendo un murales nella parte verso il Tennis Club» dice il sindaco Andrea Cassani. Mentre l’artista di strada era all’opera «c’è stato un intervento dei carabinieri su mia segnalazione e il ragazzo è stato identificato, ha mostrato l’autorizzazione da parte del proprietario del muro, l’Aloisianum».
«A seguito di quella segnalazione la Commissione Paesaggistica ha verificato che non era stata fatta alcuna verifica preventiva né su quei murales né su quelli realizzati nel 2018 nell’ambito del progetto Filo di Perle», continua Cassani.
Il Comune come ha fatto per quattro anni a non accorgersi di un intervento non in regola?
«Io non sono stato neppure invitato all’inaugurazione, da sindaco in carica, ma quel murales era stato inserito in un progetto che non era della mia amministrazione».
In effetti il progetto Filo di Perle era partito nel 2015, promosso da il Melo, Instabile Quick, Aislo e Auser.
Sulla partecipazione dell’ente Comune poi il sindaco Cassani contesta la ricostruzione fatta nei giorni scorsi: «Esisteva una delibera del 2015, vero, ma il Comune non è mai stato partner del progetto o ha patrocinato, si deliberava di “sostenere”. Tra le azioni si parlava di “realizzazione di murales in città”, si prevedeva di coinvolgere cento ragazzi».
Fatto sta che appunto il “caso” del murale è venuto fuori solo quattro anni dopo, a seguito della segnalazione sull’altro murale.
E a quel punto – messe in moto le verifiche da parte degli uffici – è emerso che era sul muro di un complesso ecclesiastico tutelato. Per cui i religiosi dell’Aloisianum hanno la proprietà, ma il bene in sé è tutelato dallo Stato. Insomma: avviata la pratica di verifica, l’esito è stato secondo Cassani inevitabile.
Cassani comunque rifiuta l’idea di un ruolo attivo dell’amministrazione comunale: «La Commissione Paesaggio e la Sovrintendenza sono commissioni tecniche, non c’è alcuna valutazione politica. Non devano guardare i murales precedenti ma solo a quello avviato nel 2022? Non lo so, non valuto io. Eventuali richieste andrebbero rivolte a queste commissioni, non all’amministrazione».
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