Scatta dal Piemonte il 107° Giro d’Italia. Tutti a caccia di Tadej Pogacar
Il fenomeno sloveno è il grande favorito della corsa rosa che scatta da Venaria Reale. Tiberi speranza italiana per la classifica, Ganna proverà la zampata. Nessun varesino al via
Finalmente ci siamo. Dopo una lunga e trepidante attesa, nella giornata di sabato 4 maggio prenderà il via da Venaria Reale (Torino) il 107° Giro d’Italia, destinato a snodarsi per 3321,2 km e in 21 tappe fino al 26 maggio, data dell’arrivo a Roma. La capitale si riconferma quindi teatro conclusivo della corsa per il secondo anno consecutivo e per la sesta volta nella storia.
Tanti corridori desiderosi di mettersi in mostra, solo uno con il mirino puntato sulla schiena: Tadej Pogacar, all’esordio assoluto sulle strade del Giro con la maglia delle UAE Team Emirates, forse la squadra di riferimento dell’intera carovana vista la presenza di uomini di supporto come Majka o Oliveira. (foto in alto: il francese Armirail in rosa nel 2023 a Cassano Magnago – di R. Corradin)
POGACAR E I SUOI RIVALI.
Mai come quest’anno il Giro d’Italia sembra avere un solo grande favorito, che risponde al nome di Tadej Pogacar. Il fenomeno di Komenda, pur essendo al debutto nella Corsa Rosa, sembra avere ben pochi rivali ai nastri di partenza, a causa delle numerose defezioni di altri big che hanno preferito concentrarsi sul Tour. L’imprevisto chiaramente è sempre dietro l’angolo, ma il leader della Uae Emirates pare troppo superiore alla concorrenza, potendo fare la differenza non solo in salita, ma anche nelle cronometro e sulle strade bianche.
A mettergli i bastoni tra le ruote potrebbe essere Geraint Thomas; protagonista di un Giro memorabile nel 2023, in cui ha abdicato a Roglic solo all’ultima tappa, il capitano della Ineos Grenadiers può contare su una squadra più forte ed esperta di quella del rivale, ma l’avvicinamento alla corsa non è stato così convincente. Nonostante ciò, qualora Pogacar dovesse incappare in qualche problema, il Giro potrebbe risolversi in una lotta interna tra lo stesso Thomas e Thymen Arensman, a quel punto libero di giocarsi la maglia rosa fino in fondo. La Visma-Lease a Bike lancia in Italia il giovane Cian Uijdtebroeks, 21 anni e vincitore nel ’22 del Tour de l’Avenir.
Tadej Pogacar sul podio della Tre Valli VaresineDifficile individuare altri pretendenti al trono Romain Bardet (DSM) e Juan Pedro Lopez (Lidl-Trek) insieme a Ben O’Connor (Decathlon) i possibili outsiders, apparsi in buona condizione nell’avvio di stagione, ma tutti penalizzati dall’apparente mancanza di gregari di livello. Altri nomi di peso sono quelli di Nairo Quintana (Movistar), Alexsey Lutsenko (Astana), Dani Martinez (Bora), Esteban Chaves (EF).
I favori del pronostico pendono dunque dalla parte di Pogacar, a caccia di un traguardo storico che manca dal 1998 di Pantani: diventare l’ottavo ciclista della storia a realizzare la doppietta Giro-Tour nello stesso anno. Viste le condizioni precarie di Vingegaard, vincitore delle ultime due edizioni della Grande Boucle, l’impresa pare più che mai alla portata.
IL PERCORSO
La Grande Partenza dalla Reggia di Venaria Reale potrebbe già offrire fuochi d’artificio, dalla salita di Superga allo strappo finale di 1,5 km dove ci si contenderà la prima maglia rosa. Dopo un avvio tosto, contraddistinto da numerose salite (tra cui il Santuario di Oropa, domenica 5, su tornanti resi celebri da Pantani), il resto della prima settimana è sulla carta più gestibile, dalla Novara-Fossano che vedrà il primo approdo per i velocisti, all’arrivo in Liguria, in quella quarta tappa che molti definiscono come una mini Milano-Sanremo. Da qui seguiranno la Genova-Lucca e la Torre del Lago-Rapolano Terme, da prendere con le pinze.
Successivamente spazio alla prima cronometro, la più lunga dell’edizione 2024: 40 chilometri pianeggianti che porteranno i corridori da Foligno a Perugia, ma con un finale in salita che potrebbe sparigliare le carte. L’ottava tappa, di 153 km, sarà durissima, con continue salite e l’ascesa finale a Prati di Tivo.
Seguiranno poi i 206 km della Avezzano-Napoli, apripista della salita di Cusano Mutri che darà il via alla seconda settimana. La Martinsicuro-Fano potrebbe vedere delle fughe, visto il tortuoso percorso, mentre la Riccione-Cento finirà quasi sicuramente con una volata a causa del tratto totalmente pianeggiante.
In molti preferiranno risparmiare le forze in vista della seconda cronometro individuale di 31 km posta prima delle Alpi. La tappa più dura sarà forse la Manerba del Garda-Livigno, 222 km con un arrivo in salita a oltre 2300 metri di altezza che sarà teatro di sicuri attacchi. Martedì 21 maggio il Giro affronterà lo Stelvio dal versante di Bormio, per poi chiudere con i 23,4 km del Passo Pinei e la salita di Santa Cristina Val Gardena. Da lì una serie di salite durissime fino al Passo Brocon e la possibilità, per gli sprinter sopravvissuti, di giocarsi le proprie carte nell’arrivo di tappa a Padova.
Chiusura con la Mortegliano-Sappada e la lotta finale tra i favoriti sul Monte Grappa, un’ascesa lunga e durissima che potrà rivoluzionare le carte prima della passerella finale a Roma.
GLI ITALIANI
Eccezion fatta per il 2018, mai così pochi ciclisti azzurri si sono presentati ai nastri di partenza del Giro. Il momento non è dei migliori (anche Giulio Ciccone, uno dei pochi corridori di levatura internazionale, è ai box dopo un intervento chirurgico) e quindi gli occhi di tutti sono puntati su Antonio Tiberi, brillante 8° in Catalogna e 3° al Tour of the Alps. Il 22enne laziale è l’unica punta tricolore per la classifica generale, non ha mai partecipato al Giro (due, invece, le Vuelta) ma potrà contare sull’appoggio di Damiano Caruso, suo compagno nella Bahrain-Victorious. Il siciliano resta l’ultimo italiano ad andare sul podio rosa, secondo nel 2021 dietro a Bernal.
Riguardo le vittorie di tappa, particolare attenzione a Filippo Ganna, uno tra i favoriti nelle cronometro (e magari per la prima maglia rosa nel suo Piemonte), e a Jonathan Milan, pericolo pubblico numero uno nelle volate. Domenico Pozzovivo tenterà di piazzare il colpo nel suo ultimo Giro in carriera, De Marchi e Zana possono trovare la giornata giusta così come il campione nazionale Simone Velasco. Tra i giovani, oltre a Tiberi e ad Andrea Bagioli, ci sono prospetti interessanti come gli scalatori Piganzoli e Pellizzari, esponenti delle due squadre tricolori Polti-Kometa e VF Group-Bardiani-Csf.
La battaglia che potrebbe offrire più soddisfazioni ai tifosi azzurri è quella per la maglia ciclamino, il cui detentore è proprio Milan che ha i mezzi per ripetersi anche quest’anno. I rivali più accreditati sembrano Kaden Groves, Tim Merlier, Fabio Jakobsen e Olav Kooij, ma attenzione a Pogacar, che potrebbe fare piazza pulita in caso di dominio incontrastato. Chance di fare punti che non mancano a Filippo Ganna e Alberto Dainese, passato alla Tudor e desideroso di imporsi nella tappa casalinga di Padova.
SENZA VARESE
Il Giro 2024 sarà orfano di corridori varesini. Alessandro Covi, che nel 2022 vinse la strepitosa tappa della Marmolada, ha vissuto mesi complicati con diversi problemi fisici e comunque era destinato dalla UAE ad altre corse. Da mercoledì 8 gareggerà nel Giro d’Ungheria. E nessun altro atleta nato in provincia è al via (anche perché la rappresentanza tra i “pro” è decisamente striminzita). In gruppo ci sarà invece Simon Clarke veterano d’Australia che vive a Cantello e corre per la Israel; l’Altomilanese sarà rappresentato da Stefano Oldani da Busto Garolfo mentre il già citato Filippo Ganna è il campione tifato da tutto il Lago Maggiore.
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