Un anno al Centro di Servizio per il Volontariato Insubria: “Il servizio civile universale esperienza molto positiva”
Al termine dell'esperienza durata un anno, Enrico Tirelli parla del progetto “Libertà è partecipazione” e dei tanti insegnamenti ricevuti
Venticinque ore alla settimana per un anno al servizio della collettività. Per tanti giovani, tra i 18 e i 28 anni, si sta per concludere l’esperienza del Servizio civile Universale.
Csv Insubria ha accolto, coinvolto e impegnato ragazzi che si sono dedicati a una delle diverse attività proposte dagli enti del terzo settore o pubblici in settori differenti: cultura, educazione, marginalità, servizi socio-assistenziali, sport o supporto educativo rivolto ai minori più fragili.
In vista della fine di quest’esperienza, uno dei giovani impegnati, Enrico Tirelli traccia un bilancio del suo servizio civile, su competenze e abilità acquisite, la formazione in vista dell’ingresso nel mondo del lavoro, le opinioni sui concetti di cittadinanza e comunità
A quale progetto di Servizio Civile Universale (SCU) hai preso parte e presso quale ente?
Ho partecipato al progetto “Libertà è partecipazione” presso il Centro di Servizio per il Volontariato (CSV) Insubria.
Quali competenze o abilità hai sviluppato durante il tuo anno di servizio civile?
Durante il mio periodo di servizio civile, ho sviluppato competenze nell’ambito dell’amministrazione associativa e ho fornito supporto alle organizzazioni nella gestione di pratiche burocratiche.
Quest’esperienza mi ha consentito di approfondire la comprensione delle dinamiche interne del mondo associativo, grazie al diretto contatto con gli utenti e alle attività svolte.
Il tuo atteggiamento nei confronti del mondo del lavoro si è modificato?
Sì, il mio approccio al mondo del lavoro è cambiato in seguito al servizio civile. Ho acquisito una visione più completa e consapevole delle dinamiche operative e amministrative proprie degli ambienti lavorativi, soprattutto per quanto riguarda il settore associativo.
Cosa ti resterà di questo anno? quale ricordo?
Conservo un ricordo estremamente positivo del mio anno di servizio civile, caratterizzato da un arricchimento personale e professionale significativo. L’esperienza pratica sul campo, unita alla formazione ricevuta e alla maggiore conoscenza del territorio e delle sue realtà associative, rappresentano un bagaglio di conoscenze prezioso per il mio percorso futuro.
Com’è cambiata la tua idea di cittadinanza attiva e di comunità?
Il mio coinvolgimento nel servizio civile ha rafforzato il mio impegno verso la cittadinanza attiva e ha ampliato la mia percezione della comunità. Attraverso il contatto diretto con le associazioni e le attività svolte sul territorio, ho compreso l’importanza dell’azione collettiva e della partecipazione attiva alla vita civica.
In che modo hai contribuito a consolidare la collaborazione tra Filmstudio ’90 e CSV Insubria?
Il mio coinvolgimento con Filmstudio ’90 è stato parte integrante del progetto”Un Posto nel Mondo”, una rassegna cinematografica che abbiamo organizzato insieme. Questa partnership è stata una ripresa di una collaborazione pregressa che, purtroppo, era stata interrotta. Abbiamo scelto di proiettare il documentario “Qui non c’è niente di speciale”, che racconta lo spopolamento di una città nell’entroterra pugliese, concentrandosi sulle storie dei giovani che scelgono di rimanere nella propria terra natale, nonostante le sfide. Dopo la proiezione, abbiamo intervistato alcuni giovani residenti nei comuni montani della provincia di Varese, tra cui Gabriele Brambini e Gabriele Tarallo che hanno compiuto un viaggio a piedi di alcuni mesi attraverso le Alpi.
Hai partecipato agli incontri nelle scuole, ce ne parli?
Presso CSV Insubria, ho anche partecipato agli incontri nelle scuole, dove abbiamo promosso il servizio civile e il volontariato. Questi incontri sono stati fondamentali per diffondere una comprensione più accurata delle attività di volontariato tra gli studenti delle scuole medie, sottolineando l’importanza di creare una visione corretta di tali attività e superare le distorsioni percepite. È stato gratificante vedere il punto di vista dei ragazzi e aiutarli a comprendere il vero significato e l’impatto positivo del volontariato nella comunità.
Hai fornito consulenza amministrativa alle associazioni, con il supporto per gli aggiornamenti del RUNTS.
Qual è la tua opinione sulla riforma del terzo settore e sulle sue ricadute sulle associazioni?
La riforma del terzo settore ha introdotto importanti modifiche normative volte a garantire una maggiore trasparenza delle associazioni. Tuttavia, le nuove procedure e gli adempimenti richiesti possono rappresentare una sfida per molte organizzazioni, specialmente quelle di piccole dimensioni. Nonostante ciò, ritengo che la riforma abbia il potenziale per rafforzare il settore associativo nel lungo termine, promuovendo una maggiore professionalizzazione e sostenibilità delle attività.
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