Un comitato per la cappella della Madonna della Neve a Gallarate. “Ritroviamo la fonte”
Pur circondato da zone residenziali e industriali, il piccolo edificio religioso di Arnate resiste in una zona di prati un tempo irrigui. Aldo Bosello, residente "storico" della zona, lancia un appello per un progetto di valorizzazione
Tra un silos all’orizzonte e una fila di villette, tra un viale a doppia carreggiata e la superstrada di Malpensa, in un prato sopravvissuto si erge ancora oggi la cappella della Madonna della Neve, ad Arnate.
Per quanto non si tratti di una chiesa vera e propria, la cappella ancora si distingue bene, isolata nell’erba. «Qui un tempo c’era una fonte da cui usciva acqua» racconta Aldo Bosello, residente dal 1951 nella zona al confine tra il territorio di Gallarate e quello di Cardano. «La cappella è legata a una leggenda che vuole che l’affresco della Madonna fu lasciato dalle acque del torrente Arno», che scorre in zona. Di certo c’è un rapporto con l’acqua, in una zona di prati irrigui, dove l’acqua di falda risaliva spontaneamente.
«Non sono solo leggende: la fonte c’era davvero, ci sono numerose testimonianze» continua Bosello. Che lancia l’appello per la costituzione di un comitato per la valorizzazione, con l’obbiettivo anche di cercare e riportare alla luce la fonte d’acqua che potrebbe esser stata occultata da un improvvido sversamento di cemento vicino all’edificio. Bosello ha anche illustrato l’idea all’ex parroco di Arnate – che viene dalla stessa famiglia che fece edificare la cappella – e all’assessore Germano Dall’Igna, arnatese.
Imprenditore nel settore della diagnostica (ha inventato un innovativo sistema ai Raggi X che ha fatto la fortuna della sua azienda), Bosello ha fatto realizzare alcuni pannelli per valorizzare la storia della cappella e ogni tanto – a 89 anni – si reca a sfalciare il vialetto d’ingresso della cappella, ancora oggi frequentata da alcuni fedeli arnatesi per la recita del rosario, soprattutto nel mese di maggio. Tra un aereo in decollo e il traffico sulla attigua via Schuster – aperta negli anni Novanta – capita di sentire risuonare le preghiere, in questo scampolo di campagna sopravvissuto all’urbanizzazione un po’ disordinata della zona.
Bosello ha realizzato un pannello anche su un altro progetto che vorrebbe venisse realizzato: una serie di murales da dipingere sui fianchi ciechi della cappella, secondo un progetto che è stato la tesi di laurea della giovane Noemi Roccella, all’Accademia di Brera.
I tre murales rappresenterebbero appunto storia e leggende legate a questo piccolo edificio religioso: riprenderebbero l’affresco della Vergine Maria, citerebbero un apologo su un miscredente che tentò di guarire con le acque il proprio canale malato. E da ultimo celebrerebbero il “miracolo” della neve agostana, legato appunto alla ricorrenza della Madonna della Neve.
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