Bcc, le più amate dai bancari che vogliono cambiare

Nel giro di un anno i lavoratori del credito sono scesi da 2377 a 2219 unità. In controtendenza il credito cooperativo che assume e apre nuove filiali

Nuovo look per la filiale di Legnano Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate

Ai lavoratori bancari il modello del credito cooperativo piace sempre di più. Non è una semplice supposizione, ma una tendenza reale confermata dalla Fabi, il sindacato di categoria, a cui sono iscritti il 60% circa dei lavoratori delle Bcc.
Secondo la Fabi provinciale, il modello del credito cooperativo è molto attrattivo soprattutto per i bancari che sono alla ricerca di qualcosa di diverso.
«Il lavoratore che è nella condizione di voler cambiare – spiega Alessandro Frontini, coordinatore provinciale della Fabi – non guarda solo al settore del credito relativo all’Abi (Associazione bancaria italiana, ndr) ma guarda sempre di più al settore delle bcc».
La ragione principale di questo interesse sta nella maggiore autonomia che viene lasciata al lavoratore e soprattutto nella catena decisionale molto corta che rende meno frustrante il lavoro commerciale.  «Se si arriva con un cliente fino a un certo punto della trattativa garantendogli alcune cose – spiega Frontini –  è sufficiente alzare il telefono e parlare con chi decide per confermare o meno. Negli altri gruppi bancari invece funziona diversamente: il bancario arriva fino a un certo punto e poi la partita passa al comitato o al consiglio che ha i suoi tempi di decisione».

I dipendenti delle bcc subiscono dunque meno pressioni commerciali che invece rappresentano un vero e proprio problema nel sistema bancario finendo per diventare una fonte di stress come evidenziato in una recente indagine realizzata dalla Fabi.
«È un sistema basato sugli incentivi – continua Frontini – che abilita o non abilita il dipendente a determinati risultati economici a seconda di che cosa riesce a fare o a non fare. Stiamo parlando della parte variabile, per fortuna. C’è poi il contratto collettivo nazionale che dà certezze maggiori».

Le Bcc sono in controtendenza anche con le aperture di nuovi sportelli. Mentre le altre banche chiudono filiali su filiali e riducono gli organici, basti pensare che in provincia di Varese tra il 2022 e il 2023 gli addetti al credito sono scesi da 2377  a 2219 unità. Di contro le banche di credito cooperativo aprono nuove filali e assumono personale. «È una scelta legata al loro collegamento con il territorio profondo e articolato e pertanto viene presidiato» sottolinea Frontini.
Anche le bcc sono in fase di rinnovo contrattuale e probabilmente i lavoratori del credito cooperativo si attendono un contratto in linea con quello sottoscritto per le altre banche.

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Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

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Pubblicato il 27 Giugno 2024
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