Che cos’è il “sistema Verri” denunciato dai presidi? Cosa c’è dietro il caos nella scuola di Busto Arsizio

Stipendi dei docenti non di ruolo pagati con parecchi mesi di ritardo, rapporti tesissimi tra dirigente e settore amministrativo, rilievi sui fondi dal Ministero dell'Economia e parecchi episodi inquietanti. Un anno scolastico vissuto pericolosamente

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In questi giorni si è molto parlato della vicenda dell’Ipc Verri, la scuola professionale di Busto Arsizio al centro di proteste da parte di insegnanti, genitori e studenti che sono culminate con la messa in aspettativa della dirigente scolastica Barbara Pellegatta, in carica da solo un anno. A sua difesa si sono schierati in moltissimi, a partire dall’Associazione Nazionale Presidi che ha parlato in una durissima lettera di “sistema Verri”, circa 80 docenti che hanno firmato una lettera di solidarietà e un nutrito gruppo di genitori che è andato a bussare anche alla porta del sindaco Antonelli. Questo articolo serve proprio a dare i contorni a quello che tutti indicano come un blocco di potere interno all’istituto, abbastanza impermeabile a qualsiasi tentativo di renderlo più trasparente.

Perchè sta succedendo tutto questo al Verri?

C’è un malcontento diffuso all’interno dell’istituto che conta oltre 1000 studenti, che si trascina da qualche anno e risale già alla precedente dirigente. A settembre dovrebbe arrivare il terzo preside in tre anni ma, sentendo l’umore di personale docente e genitori, c’è il rischio che i problemi sul tavolo rimarranno gli stessi: docenti che non vengono pagati per i progetti che vengono realizzati al di fuori delle normali ore di insegnamento, professori supplenti che rimangono per mesi senza retribuzione, ore di insegnamento scoperte per l’intero anno scolastico, laboratori che funzionano un po’ a singhiozzo.

Il nodo del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa e i rilievi del revisore dei conti

Sembra che alla base di tutto ci sia un problema relativo alla ripartizione e impiego dei fondi del Piano annuale delle risorse aggiuntive per il personale con Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa per l’annualità 2022/2023. Di riflesso anche quello del 2023/2024 è rimasto bloccato causando, a cascata, una serie di problemi che hanno finito per ripercuotersi sulla complessa macchina scolastica. Al centro c’è un documento di alcune pagine che uno dei due revisori dei conti avrebbe stilato con tutta una serie di osservazioni al piano di ripartizione. Si tratta di rilievi che hanno allarmato la dirigente scolastica e una parte dei sindacati.

I dubbi della dirigente e di parte dei sindacati sulla ripartizione dei fondi

Nelle riunioni di contrattazione del piano alle rsu e alle sigle sindacali esterne, la Cgil ha mosso alcuni rilievi al piano presentato dalla direzione amministrativa chiedendo conto della ripartizione, in particolare, dei fondi Pnrr e dei fondi Pcto a favore del settore amministrativo. Stesse preoccupazioni sarebbero state espresse dalla dirigente scolastica che, però, si è trovata a far fronte alle pressioni da parte del settore amministrativo e di una parte dei docenti perchè il documento venisse firmato e approvato. Da questo irrigidimento è nato il problema che si è trascinato per tutto l’anno scolastico in corso, fino alla comparsa del famoso “tazebao” anonimo nel quale la Pellegatta è stata fatta oggetto di scherno e intimidazione che l’ha convinta a fare un passo indietro e a mettersi in aspettativa.

Allagamenti, cause penali, dispetti

Quest’ultimo episodio, però, non è che la goccia che ha fatto traboccare il vaso che si è riempito negli anni di vicende inquietanti come il caso della denuncia per lesioni presentata dalla direttrice amministrativa qualche anno fa, nei confronti di una collaboratrice scolastica, poi finita con l’assoluzione di quest’ultima. Davanti al giudice di pace, infatti, era emerso che l’aggressione non era mai avvenuta grazie al fatto che la bidella aveva registrato tutto. Ancora prima era stata rigata un’auto parcheggiata all’interno del cortile della scuola da parte di un ignoto, rimasto tale perchè il giorno dopo, si è scoperto, era stato manomesso il sistema di videosorveglianza della scuola. Un altro episodio “curioso” denunciato da una professoressa con un video sui social è l’allagamento della segreteria «avvenuto – denuncia la professoressa – il giorno prima di un’ispezione». C’è chi dice che sia stato un allagamento doloso e che siano andati distrutti parecchi documenti ma la direttrice amministrativa, tramite il suo avvocato, ha spiegato che la colpa è da addebitare unicamente al degrado del sistema idrico e che nessun  documento è stato rovinato.

La battaglia per gli stipendi arretrati dei docenti non di ruolo

Non ultima la questione degli stipendi dei docenti non di ruolo. Si tratta di professori che vengono pagati con soldi del ministero ma il pagamento viene effettuato dalla parte amministrativa della scuola che deve effettuare una serie di operazioni tramite un portale dedicato e collegato con l’amministrazione centrale che poi eroga le rate di pagamento. Un gruppo di questi professori, almeno cinque, per tutto l’anno ha lavorato senza essere pagata. Si tratta di docenti che, in alcuni casi, vivono a centinaia di km di distanza e devono far fronte a problematiche economiche non indifferenti pur di poter lavorare per qualche mese o per un intero anno scolastico. Alcune insegnanti hanno dovuto combattere parecchio (con mail a tutti i livelli superiori) prima di vedersi erogare le mensilità arretrate, affrontando problemi economici pesanti. La loro situazioni si è sbloccata solo in questi giorni.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 03 Giugno 2024
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