Da Crotone arriva il ricordo del carabiniere Giorgio Vanoli, morto a Varese 31 anni fa

La storia di Giorgio è ricordata attraverso il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” da Ludovica Berardi, studentessa della classe III sez. C del Liceo scientifico “Filolao” di Crotone

carabinieri

A Varese, il 6 giugno di 31 anni fa, morì a causa di un incidente l’appuntato dei carabinieri Giorgio Vanoli. Vanoli si era lanciato all’inseguimento di alcuni malviventi che avevano compiuto un furto. Attaccamento al proprio dovere e uno spiccato senso di responsabilità civile contraddistinsero il suo impegno da tutore dell’ordine al servizio dei cittadini.

Oggi la storia di Giorgio è ricordata attraverso il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” da Ludovica Berardi, studentessa della classe III sez. C del Liceo scientifico “Filolao” di Crotone.

“Oggi ricorderemo una giovane vita che per il suo immenso senso civico trovò la morte all’età di 27 anni. Era il 6 Giugno del 1993 quando il carabiniere Giorgio Vanoli rimase ucciso a Varese mentre cercava di fermare alcuni malviventi che avevano commesso un furto; iniziò così un inseguimento che provocò un incidente ai danni dello stesso, che, con grande abnegazione cercava di assicurare i criminali alla giustizia, incurante di quale potesse essere il pericolo. Successivamente venne consegnata nel febbraio del 2009 una medaglia d’oro al merito civile alla sua giovane moglie. Tale riconoscimento non ha di certo reso giustizia ad una morte così insensata o consolato i cuori delle persone che lo hanno amato, ma avrà lasciato sicuramente un esempio per tanti giovani affinché possano un giorno capire che stare dalla parte dell’onestà e della giustizia potrà rendere questo mondo in cui viviamo un mondo migliore”.

Generico 03 Jun 2024

Purtroppo nessuna immagine dell’eroico carabiniere rimane nel web. Sarebbe doveroso ripristinarne la memoria anche attraverso la possibilità di imprimere nella memoria dei posteri il suo viso.
Riteniamo doveroso commemorare tali vittime della mafia ritenendo doveroso conservarne la memoria e tenerne vivo l’esempio a scuola.

Portare i valori della legalità, del senso dello Stato e delle competenze civiche, in ogni aula scolastica significa trasformare profondamente la società, incidendo positivamente sul futuro delle giovani generazioni.

La legalità ha una sua funzione nel momento in cui si esplicita in conoscenze dei principi che regolano la convivenza tra aggregazioni di persone sempre più estese, complesse e interconnesse e comporta anche l’interiorizzazione di regole condivise, che non costituiscono un’imposizione, ma il cuore pulsante di una società garante della libertà e dignità del singolo individuo.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rileva come il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” stia diffondendo tra le giovani generazioni volti, storie, episodi veramente straordinari per la loro valenza educativa.
La vicenda di Giorgio, come tutte le altre, ci ricorda che, condividendo e alimentando gli stessi ideali si può incidere profondamente sulla propria realtà.
Maturare il senso critico e chiedersi il perché delle cose diventano fondamentali per l’acquisizione di maturità, consapevolezza e senso civico.

Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Giugno 2024
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