Da Varese alla Lombardia, un “Ossobuco Pride” per i diritti LGBT

L'idea parte dal locale di Masnago Zona Franca, e dalla creatività di Franca Formenti. Una proposta a sostegno dei diritti che il Varese Pride porta avanti dal 2016, ma che può andare anche più in là

Personaggi generiche

C’è una proposta per il Pride month che da Varese vuole rivolgersi alla Lombardia, grazie a una ricetta della tradizione che ha anche un valore tristemente metaforico: quella dell’Ossobuco, piatto di carne che con la sua cottura e la sua gremolada sono patrimonio non solo di Milano ma anche di grande parte della Lombardia, ma ricorda anche alcuni termini offensivi per definire gli omosessuali, che il cinema ha portato alla ribalta.

E così il locale di Masnago Zona Franca ha deciso di presentare l’Ossobuco Pride, un evento che si terrà a Varese per tutta la durata del mese di giugno 2024,  durante  il Varese Pride month, la manifestazione che celebra l’orgoglio e i diritti della comunità LGBT+.

Per tutto il mese del Pride, a partire dalla prima settimana di giugno, Zona Franca offrirà l’ossobuco che nel suo locale sarà protagonista assoluto, e sarà declinato in tutte le sue varianti, compresa una versione vegana del piatto: ma l’appello della patron di Zona Franca, Franca Formenti, è che questa proposta si espanda in altri luoghi di ristorazione a Varese e oltre.

Come è nata l’idea dell’ossobuco pride e perché quella ricetta?
«L’idea dell’ossobuco pride è nata da qualche mese – spiega Franca Formenti –  E’ un annetto che penso che mi sarebbe piaciuto collaborare con Arcigay di Varese, quindi nella città in cui vivo, e fare qualcosa che avesse l’ambizione di uscire dai confini di Varese, coinvolgere potenzialmente tutta la Lombardia. Per questo ho pensato di unire questa manifestazione per i diritti a una pietanza della Lombardia che fosse anche una metafora. Cosa c’era di meglio che la gremolada con l’ossobuco? Noi la faremo tra l’altro anche in versione vegana, perchè abbiamo molti clienti vegani e ci sembra il momento giusto anche per ribadire anche i diritti degli animali».

È una battaglia lodevole e non scontata quella a sostegno dei diritti lgbt. Come nasce?
«Più che una battaglia è un dato di fatto, quello che esiste l’orientamento sessuale. Io non ho una grande padronanza del linguaggio e del mondo LGBT. Ci sono persone molto più informate e istruite di me, su certe dinamiche. Ma la mia vicinanza a questo tema è in prima persona: il mio primogenito, Virginio, è gay e felicemente sposato con Francesco, project manager del progetto. Virginio ci ha anche suggerito di fare una modifica alla ricetta originaria, mettendo l’olio di ricino… Se è per questo io ho replicato che batterei anche la carne col manganello, per rimanere in tema. Mi preme farlo in questo periodo perchè mi sembra che invece di andare avanti stiamo retrocedendo dal punto di vista dei diritti, e vorrei invitare la cittadinanza di Varese a riflettere su questa realtà. Situazioni del genere esistono, anche e spesso in contesti dove mai ti aspetteresti che succedano, come per esempio in ambienti dove viene proclamata una ideologia, un pensiero, un orientamento politico diverso. Quindi mi sembra il momento adatto, visto che siamo in un Italia che invece di andare avanti coi diritti va indietro, per alzare la mano e dire “Guardate che esistono, ci sono anche loro e fanno parte di un tessuto sociale che produce e  crea reddito e posti di lavoro”»

È quindi una testimonianza di vicinanza a tuo figlio e al suo marito?
«Come esperienza personale, quello che io ho vissuto è stato di capire che per permettere a una persona poi essere serena e felice devi innanzitutto informarti, con persone competenti, su cosa fare e cosa non fare nei confronti di un adolescente che ha il diritto di vivere la sua vita come gli altri adolescenti: venire in casa col fidanzato, fare le sue scelte, apprezzare sue cose e essere apprezzato. Se vuoi il benessere per tuo figlio e che cresca come una persona integra e intera, senza destabilizzazioni emotive, ci sono tutti i mezzi per farlo crescere in maniera normale e tranquilla. Questo è quello che vorrei comunicare con la mia esperienza, e con l’ossobuco pride. Cerco la normalità anche per loro»

Qual è l’appello ai colleghi ristoratori e perché ora?
«L’appello ai ristoratori è prima di tutto un tentativo di creare una mappa dove ci sono luoghi a favore della difesa dei diritti LGBT. Una mappa capovolta rispetto alle mappe diuna volta, che segnalavano “gli appestati”. I locali di ristorazione sono luoghi che fanno business, creano valore, e possono essere aperti a sostenere i diritti LGBT. Attraverso il cibo, perchè il cibo è il più grande business del pianeta. E ripescando una ricetta tradizionale e offrendola nel mese del pride, mi sembra un’occasione per invitare i ristoratori ad associarsi a questo progetto, che ha anche lo scopo di sostenere le attività di Arcigay.

DUE EVENTI PER IL PRIDE A ZONA FRANCA

Intanto, mentre lanciano l’idea collettiva dell'”Ossobuco Pride”, Zona Franca, il locale che gestisce Franca Formenti, si è organizzato per i giorni del Pride con due eventi. Il primo è un aperitivo DJ set che si terrà il 16 giugno con spettacolo performativo di Vita Ninja, uno dei protagonisti del Pride, e desk point Varese Pride, dove il 15% sul totale degli incassi sarà devoluto ad ArciGay Varese.

Il secondo, il 17 giugno è un “Word coffee” dedicato a tutte le  famiglie ed i loro figli e figlie dal titolo, che prende spunto dalla presentazione del libro :“Un mondo a colori” e si prefigge di traovare una via per  “Educare alla libertà e all’espressione di sé”. La serata, moderata e condotta da psicologi dell’età evolutiva e pedagoghi, è un viaggio attraverso letture animate e poesie,  per ragionare sull’educazione  alla libertà e l’abbattimento degli stereotipi di genere: l’inizio è alle 18.30, con possibilità di aperitivo. Saranno inoltre allestite zone per attività ricreative per i bambini.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 09 Giugno 2024
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