Don David e l’emergenza carceri: “Serve un’amnistia, la politica ascolti le parole di Papa Francesco”
L'appello nel corso della serata dedicata dalla Camera Penale alla difficile situazione delle carceri italiane (Busto e Varese comprese) dalla sede della cooperativa che fa lavorare gli ex detenuti
Il macabro tabellone che accompagna questi giorni di discussione a Busto Arsizio, sede di un carcere molto affollato, segna 48 suicidi. Tante sono le persone che nei primi sei mesi del 2024 si sono tolte la vita all’interno dei penitenziari italiani. Tre giorni fa, durante la maratona oratoria organizzata dalla Camera Penale di Busto Arsizio, lo stesso tabellone ne contava 45.
Questa sera a La Valle di Ezechiele, cooperativa fondata da don David Maria Riboldi a Fagnano Olona, si è tornati a parlare della difficile condizione dei detenuti nelle prigioni italiane e lo si è fatto con la presenza di tutti gli attori che hanno un ruolo nella difficile gestione di un problema che si trascina da decenni senza una soluzione effettiva.
Il cappellano del carcere ha chiesto un provvedimento di clemenza nell’anno del Giubileo, il 2025, ricordando che dal ’48 al ’94 del secolo scorso ce ne sono stati 23 mentre dal ’95 al 2024 solo uno «pronunciare la parola amnistia sembra essere diventata una bestemmia» – ha detto.
Dalla cooperativa di don David che ha ospitato il convegno di questa sera, venerdì, sono passati 28 ex detenuti e 27 di loro non sono tornati a commettere reati «una prova tangibile che al di là di ogni retorica politica che inasprisce le pene e crea nuovi reati da perseguire, il reinserimento lavorativo è una soluzione importante che deve essere sostenuta» – ha detto Samuele Genoni, presidente della Camera Penale di Busto Arsizio
.Una realtà che probabilmente, nei prossimi giorni, firmerà un contratto importante con una grande azienda per dare lavoro ad altre persone. Una boccata d’aria per un Paese che ha un incredibile carenza di manodopera ma che poi non sfrutta le occasioni come quelle offerte da realtà come questa.
«Per questo oggi siamo qui» – ha ricordato il collega Roberto Aventi, con la speranza che dai parlamentari del territorio Andrea Pellicini (anche lui avvocato), Maria Chiara Gadda e Alessandro Alfieri arrivino risposte o almeno proposte da sostenere a livello legislativo per aprire una nuova era nel trattamento di chi oggi viene considerato solo come una persona da rinchiudere e poco importa se in celle sovraffollate, con fondi e personale scarso per la gestione e il reinserimento sociale.
All’appuntamento organizzato a Fagnano Olona hanno preso parte tutti i protagonisti di questo spaccato di società: dalla Polizia Penitenziaria che boccheggia e si considera “rinchiusa quasi come i detenuti” all’amministrazione del sistema penitenziario con la direttrice Maria Pitaniello, il garante dei detenuti di Busto Arsizio Pietro Roncari passando per il Magistrato di sorveglianza del Tribunale di Varese Benedetta Rossi e altre autorevoli voci del panorama carcerario.
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