Europa a Varese, la miniera di Ispra

Nell'appuntamento settimanale con la rubrica curata da Giuseppe Geneletti si parla di Europa e cosa ha portato nel nostro territorio, in particolare a Ispra

Generico 03 Jun 2024

I miei vicini di casa a Bodio Lomnago, due “isolani”, uno inglese e l’altra sarda, hanno insegnato alla Scuola Europea sulla collina del Montello a Varese nella sezione inglese delle elementari e alle superiori. Il vicino di casa di mia suocera a Bobbiate è stato un tecnico del centro di ricerca di Ispra per tutta la vita. Quasi ogni persona dell’alto della provincia di Varese trova collegamenti con il JRC, il Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea. Dalle nostre parti, durante le elezioni per il Parlamento europeo, sarebbe importante ricordare quanto benessere economico, carriere e opportunità di relazioni sono state rese possibili dalla decisione di investire e mantenere questo centro, nonostante la sua missione originaria sia stata modificata.

Tutto inizia con la firma dei Trattati di Roma il 25 marzo 1957, che istituiscono la Comunità Economica Europea e Euratom, la Comunità Europea dell’Energia Atomica. L’articolo 8 del trattato Euratom prevede la creazione di un centro comune di ricerca nucleare per garantire i programmi di ricerca e definire una terminologia uniforme per le misurazioni nucleari.

Il 24 marzo 1959, fu completata la costruzione del primo reattore di ricerca, chiamato Ispra-1. Il 22 luglio 1959, a Roma, viene formalizzato il passaggio del Centro di Ispra dal Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare (CNEN) alla Comunità Europea.

Con le risorse della Comunità Europea, il centro inizia una rapida espansione. Nel 1958, il sito di Ispra aveva meno di 10.000 m² di impianti, ma nel marzo 1961 l’area era stata estesa a 125.000 m². Il 31 marzo 1961, il personale EURATOM a Ispra contava 810 persone, inclusi 250 ex dipendenti del CNEN. Nell’ottobre 1962, l’area raggiunge i 155.000 m² e l’apice della capacità fu raggiunto nel 1968 con circa 2300 membri del personale.

Generico 03 Jun 2024

Il 19 settembre 1960, fu aperta la Scuola Europea di Varese con due edifici forniti dal Comune di Varese, 9 insegnanti e 61 studenti. Il 23 marzo 1961 fu posta la prima pietra della nuova scuola, e l’8 gennaio 1962 iniziò la didattica nel nuovo edificio. All’inizio dell’anno scolastico 1964, il numero di studenti aumentò fino a 808 con 58 professori, e il diploma europeo fu riconosciuto come qualifica per l’ammissione universitaria in tutti gli Stati membri.

Nel 1962, si decise di costruire il nuovo reattore ESSOR, alto 45 m, di cui 12 interrati. La costruzione richiese la rimozione di una piccola comunità agricola e la statua della Madonna di Monteggio fu trasferita a Barza. All’inizio degli anni ’80, si valutò il mandato del JRC, decidendo di continuare le attività di supporto alle politiche della Comunità con programmi di ricerca e sviluppo orientati all’industria. Fu inaugurato il più grande laboratorio europeo per la protezione di design innovativi su larga scala, il Laboratorio Europeo per le Verifiche Strutturali.

All’inizio degli anni ’90, il centro subì una trasformazione fondamentale. Nel 1994, fu approvato un piano di sviluppo del sito per un’azione correttiva progressiva a lungo termine, suddividendo il sito in diverse aree: l’area ad alta densità (oggi area scienza), la zona ingresso, l’area est con installazioni nucleari e l’area ovest con spazio per l’espansione futura.

General

Il JRC di Ispra ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo economico e sociale della provincia di Varese, trasformandosi da centro di ricerca nucleare a centro polivalente per la ricerca su ambiente, sostenibilità e sicurezza, continuando a offrire importanti opportunità alla comunità locale.
“La storia d’Italia è la storia di Spagna e di Francia, d’Alemagna e d’Austria, e in fondo, storia d’Europa. Lo sforzo degli storici per creare una storia d’Italia dimostra come si possa spendere molto ingegno per una causa poco ingegnosa, come accade a quei capitani che si fanno valorosamente ammazzare per una causa infame”, Giuseppe Prezzolini.

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Pubblicato il 08 Giugno 2024
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