Il bilancio di fine mandato di Giuseppe Bascialla: “Cinque anni alla guida di Tradate mi hanno insegnato molto”

Bascialla, 70 anni, da oltre 43 anni medico di medicina generale,  è in corsa per il secondo mandato alla guida di un'alleanza di centro-destra composta da Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia con Movimento Prealpino. Lo abbiamo incontrato per un bilancio di fine mandato

Tradate - Giuseppe Bascialla 2024

Ultimi giorni nella stanza del sindaco per Giuseppe Bascialla, che termina il suo primo mandato. Bascialla, 70 anni, da oltre 43 anni medico di medicina generale,  è in corsa per il secondo mandato alla guida di un’alleanza di centro-destra composta da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia con Movimento Prealpino. Lo abbiamo incontrato per un bilancio di fine mandato.

Com’è stato questo suo primo mandato?

Sono stati cinque anni che definirei piacevoli, un’interessante esperienza di vita, durante la quale mi sono confrontato con le problematiche e le modalità operative della Pubblica amministrazione, con le sue leggi e i suoi tempi, ma che è stata anche un’esperienza ricca  di confronti e collaborazioni, a partire dal Prefetto. Ho imparato molto. Certo abbiamo avuto la sfida della pandemia, ma l’amministrazione tradatese insieme ai medici ha saputo rispondere in modo adeguato forte di diverse collaborazioni, dalla Polizia locale alla Protezione civile a tante associazioni cittadine. Purtroppo una delle conseguenze del Covid è stato un forte impatto su alcune realtà associative che hanno stentato a far fronte, alcune sono addirittura scomparse e questo influisce su una rete sociale già indebolita dai cambiamenti. Resistono le realtà legate alla parrocchia. Una volta nelle corti, nelle cascine, questa rete esisteva ed era fondamentale. Oggi si sta meglio ma si è anche più individualisti ed egoisti.

Quale segno lascia a Tradate dopo 5 anni da sindaco?

Non sono io a dover dare un giudizio ma i cittadini. Da un punto di vista personale credo che sia un segno positivo, di una persona che ha fatto il suo lavoro e il suo dovere, non cercando lo scontro ma il dialogo, perché lo scontro non porta mai a risultati. Poi ci sono i segni oggetti delle tante cose fatte per Tradate, la nuova piazza Mazzini, di cui si parla da almeno 50 anni; la piazza di Abbiate Guazzone e la riqualificazione dei due centri; la Frera, per cui abbiamo ottenuto un finanziamento di 7 milioni e mezzo di euro grazie al deputato Stefano Candiani e che ci permetterà di valorizzare al meglio questo importante lascito del passato restituito alla città, perché ricordiamo che la Frera di Tradate è stata la prima industria nazionale per la produzione di moto. Un altro segno importante della nostra amministrazione è l’acquisizione del parco di Villa Mayer, che verrà riqualificato. E non dimentichiamo la casa di Comunità, che permette di amalgamare il servizio sociale e quello medico. la presenza degli infermieri di famiglia sul territorio si sta rivelando molto utile.

C’è qualcosa che si rammarica di non avere portato a termine?

Sicuramente il non essere riusciti ad avere ancora una nuova stazione dei Carabinieri, adeguata ai tempi. Un problema che dipende anche dall’amministrazione dello Stato, ma che resta un obiettivo da realizzare. L’Arma dei Carabinieri è un’istituzione importante e con le altre forze dell’ordine è sempre presente, fedele allo Stato e alle sue istituzioni e attenta ai bisogni delle persone.

Com’è stato il rapporto con l’opposizione?

Con alcuni positivo, altri sono spesso andati a cercare il pelo nell’uovo. Credo che se la critica ha come finalità il miglioramento sia positiva, se fine a sé stessa è inutile.

Mariangela Gerletti
mariangela.gerletti@varesenews.it

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Pubblicato il 05 Giugno 2024
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