![teatro san giovanni bosco viandanti teatranti claudio fantinati don antonio corvi](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2021/10/teatro-san-giovanni-bosco-viandanti-teatranti-claudio-fantinati-don-antonio-corvi-1253140.610x431.jpg)
Busto Arsizio
Il Coro Laus Deo di Busto Arsizio celebra 50 anni di musica sacra
Grande concerto dal titolo “Sulle corde dell’anima” il 22 giugno nella Basilica di San Giovanni
![coro Laus Deo Busto Arsizio](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2024/06/coro-laus-deo-busto-arsizio-1683450.610x431.jpg)
“Il coro è una grande scuola di relazione, di gratuità e di umiltà”: parola di Gabriele Mara, direttore del Coro Polifonico “Laus Deo” di Busto Arsizio che festeggia quest’anno i suoi 50 anni di attività. E che, per l’occasione, invita tutta la cittadinanza ad assistere ad un grande concerto celebrativo sabato 22 giugno, alle ore 21, nella Basilica di San Giovanni Battista.
Laus Deo, una storia di amore per la polifonia sacra
Sin dalla sua costituzione nel 1974, il Coro “Laus Deo” ha voluto accostare il patrimonio della polifonia sacra, patrimonio di inestimabile valore nato dalla Chiesa e alla quale esso ritorna rivivificato dall’esperienza di fede dei suoi figli, rivolgendosi con particolare interesse alla polifonia rinascimentale, barocca e dell’Ottocento. Forte di apprezzata tecnica e capacità interpretativa, affinate anche grazie a corsi di perfezionamento con maestri del calibro di Silvia Bianchera Bettinelli, Franco Monego ed E. Volk, il coro ha eseguito grandi e complessi brani della tradizione quali “Vesperae Solemnes de Confessore” e la “Messa dell’Incoronazione” di W. A. Mozart, i “Carmina Burana” di C. Orff, il “Christus” op. 97 di F. Mendelssohn, la Cantata N° 10 di J.S. Bach.
Uno degli eventi più memorabili nella storia del coro è stata l’esecuzione del “Membra Jesu Nostri” di Buxtehude presso il monastero trappista di Nostra Signora di Valserena, in occasione del nono centenario della fondazione dell’Ordine Cistercense, davanti ai vescovi di Pisa e Volterra e a numerosi padri abati di monasteri cistercensi. Importanti anche le collaborazioni con organisti di rilievo quali il M° G. Parodi, S. Paolini e il M° Isaia Ravelli, attuale organista e compositore titolare del Santuario di Lourdes, oltre che le esecuzioni in prestigiose rassegne musicali tra cui “Primavera in S Marco” e “Avvento in S. Ambrogio” a Milano, “Musica sacra all’Abbazia di Chiaravalle” e “Voci dal lago” a Porto Ceresio. Il Coro Laus Deo ha anche inciso un CD interamente dedicato all’opera di F. Mendelssohn, la “Messa dell’Incoronazione” di W. A. Mozart e il “Membra Jesu Nostri” di D. Buxtehude.
Il coro, un’esperienza relazionale
Perché si canta in coro? “È sorprendente pensare che centinaia di persone, si tratta di una ‘malattia’ diffusa un po’ ovunque, si dedichino alla musica corale in cori polifonici, parrocchiali, lirici, popolari, Gospel ecc. Il cantare in coro è una realtà profondamente radicata nella cultura sociale ed ecclesiale, colma di forti sentimenti, di esiti imprevedibili, di progetti ambiziosi, di momenti esaltanti come di profonde crisi che compromettono a volte persino l’amicizia fra le persone” commenta il direttore Gabriele Mara. Nato a Busto Arsizio nel 1953, laureato in Medicina e Chirurgia, Mara ha coltivato parallelamente una profonda passione per la musica. Dopo aver studiato pianoforte e organo, si è specializzato nel canto gregoriano, conseguendo il Magistero di Canto Gregoriano. Dal 1990 insegna vocalità e canto gregoriano presso il Monastero Trappista di Nostra Signora di Valserena (Pisa), e da anni collabora alla revisione e composizione del repertorio monastico.
“È curioso pensare come spesso le stesse istituzioni liquidano il cantare in coro come un “passatempo” ciò che, ad uno sguardo attento, si rivela essere l’icona, la sintesi e la manifestazione più evidente dell’esigenza relazionale della persona. Cantare in coro è un cammino che fa incontrare persone e le pone in stretta relazione. Un coro non è un insieme di voci, ma di persone, dunque di sensibilità e storie diverse: vi confluiscono pregi e limiti, spirito di sacrificio e vanagloria, spirito di servizio o pura soddisfazione personale, umiltà e narcisismo, condivisione e invidia. Il primo ideale di un coro non è di tipo artistico, ma umano, di relazione.
E qual è, in quest’ottica, il ruolo di chi dirige? Mara spiega che “il direttore, che dev’essere una sorta di custode del gruppo, non può esimersi dal farsi in un certo senso ‘pescatore’: ti piace cantare? Il cantore che ‘abbocca’ non sa cosa lo aspetta… Su un’adesione necessariamente un po’ vaga, sincera ma piena di punti di domanda, nasce un percorso fondato sui rapporti umani che lentamente conduce alla condivisione di un’opera.
Questo aspetto della condivisione è ciò che davvero fa maturare il coro e ciascun cantore. Ci si abitua a ‘condividere un protagonismo’ innato, a stare assieme nel modo giusto, partecipando attivamente ma senza strafare, senza esagerare. Il coro è una grande scuola di relazione, di gratuità e di umiltà. Il coro è lo specchio dei nostri buoni talenti umani, culturali, artistici, religiosi, ma è anche la spietata fotografia dei nostri limiti relazionali.
Chi si impegna in un’esperienza seria di questo tipo non lo fa per evadere dai problemi ma per dare senso, un senso che trascende il vivere quotidiano e che non lo rinnega, ma, in un certo modo, lo trasfigura assumendolo in pienezza. È come essere invitati ad una festa, con una gioia che solo chi canta sa gustare in pienezza. Che gioia per un direttore di coro sentirsi dire dai suoi cantori: ‘mi dispiace solo di non poter spiegare come vorrei, a chi ci ascolta, l’emozione che si prova a cantare queste cose. Non sanno quello che si perdono’”.
Appuntamento il 22 giugno
Il concerto del 22 giugno, dal titolo “Sulle corde dell’anima”, rappresenta un momento molto importante per il Coro Laus Deo, un’occasione per celebrare insieme al pubblico il cammino percorso in questi 50 anni. Accompagnate dall’orchestra Laus Deo, le voci canteranno brani di G.P. Palestrina, M. Monteverdi, D. Buxtehude, J. Kuhnau. Tra i cantori la soprano Diane Rama, la mezzosoprano Chiara Guglielmi, il tenore Beniamino Paolo Borciani e il basso Filippo Maria Tuccimei. L’appuntamento è in Basilica di San Giovanni alle ore 21.00.