In fuga dalla Cina con auto di lusso per finire schiavi nei laboratori del lusso

Le ragioni di queste fughe sono diverse e complesse: repressione politica, mancanza di libertà e opportunità economiche, e l'intensificazione della centralizzazione economica sotto la leadership di Xi Jinping

cina

Illustrata mercoledì 26 giugno l’operazione “Chinese Shuttle“, coordinata dalla Procura di Trieste – Direzione distrettuale antimafia, che ha visto la Polizia di frontiera di Trieste arrestare 9 passeur cinesi e denunciare 27 persone. Questo è solo uno dei tanti episodi che dimostrano come la crisi economica e la repressione dei diritti civili in Cina stiano spingendo migliaia di cittadini a cercare vie di fuga verso l’Occidente, affrontando percorsi illegali e pericolosi.

La Polizia di frontiera ha scoperto per caso durante un controllo di routine un sodalizio criminale cinese che facilitava l’immigrazione clandestina. I migranti arrivavano in Serbia senza visto e poi venivano trasportati attraverso la rotta balcanica fino in Italia. Una volta passata la frontiera, i migranti venivano smistati a Cazzago di Pianiga (Venezia) in una “casa sicura” dove sostavano per uno o due giorni. Successivamente, venivano portati verso destinazioni finali come Venezia, Milano, Prato, Francia e Spagna. Privati dei loro passaporti, diventavano “fantasmi” destinati allo sfruttamento fino all’estinzione del debito contratto per il viaggio.

Il passaggio era organizzato con grande cura per non destare sospetti. I migranti venivano trasportati su auto di lusso, guidate da cittadini cinesi residenti in Italia da molti anni, che parlavano fluentemente l’italiano e si presentavano come insospettabili cittadini ben integrati. Questi passeur vestivano in modo elegante e viaggiavano con pochi bagagli, mantenendo un basso profilo per evitare i controlli delle autorità.

Le fughe dalla Cina non si limitano solo all’Europa. Molti cittadini cinesi intraprendono percorsi altrettanto pericolosi per raggiungere ad esempio gli Stati Uniti. Le ragioni di queste fughe sono diverse e complesse: repressione politica, mancanza di libertà e opportunità economiche, e l’intensificazione della centralizzazione economica sotto la leadership di Xi Jinping.

I migranti cinesi spesso utilizzano piattaforme digitali come Telegram, Tik Tok, e X (la ex Twitter) per ottenere informazioni sul zouxian, un lungo e pericoloso viaggio che attraversa il Sud America. Il percorso prevede un volo per paesi come la Thailandia o la Turchia, e poi prosegue fino a Quito, in Ecuador. Da lì, i migranti devono affrontare il Darien Gap, una delle rotte più pericolose al mondo, che collega la Colombia a Panama. Su queste piattaforme digitali, esistono chat in cui chi ha completato il viaggio condivide suggerimenti su come cambiare i soldi, evitare i controlli delle autorità e prepararsi per la foresta pluviale. Tuttavia, il viaggio è estremamente rischioso: molti migranti affrontano rapine, abusi e arresti lungo il percorso. Arrivati al confine con gli Stati Uniti, cercano asilo citando gravi rischi per la loro sicurezza se dovessero essere rimandati in Cina. Nonostante le difficoltà, molti vedono nel zouxian l’unica speranza per sfuggire alla mancanza di libertà e opportunità in patria.

Una volta arrivati molti migranti cinesi si trovano coinvolti in situazioni di sfruttamento lavorativo. Un esempio recente nel nostro Paese è l’inchiesta su una società del gruppo Dior, Manufactures Dior Srl. La Procura di Milano ha avviato un’indagine per caporalato, portando il Tribunale a disporre l’amministrazione giudiziaria per un anno nei confronti dell’azienda. Le indagini, iniziate il 21 marzo scorso, hanno rivelato condizioni di lavoro degradanti in quattro laboratori nel Milanese e in Brianza. Manufactures Dior Srl aveva esternalizzato la produzione a diverse società, che operavano in contesti di sfruttamento lavorativo. Durante le ispezioni, sono stati identificati 32 lavoratori (per la maggior parte di origine cinese, ma anche pachistani e filippini), di cui 7 in nero e 2 clandestini. Gli stipendi erano al di sotto della soglia minima e le condizioni di lavoro degradanti: si lavorava dalle 6:30 alle 21:30 in ambienti abusivi e insalubri, pericolosi per la salute e la sicurezza. Nei laboratori erano stati creati dormitori improvvisati, e nei magazzini erano stati ricavati refettori e cucine. Inoltre, i macchinari erano privi di dispositivi di sicurezza, esponendo i lavoratori a rischi chimici e infiammabili. Un modello di borsa Dior, prodotto in questo modo a un costo di 56 euro, veniva rivenduto a 2.600 euro. Il Tribunale ha criticato Manufactures Dior Srl per non aver verificato la reale capacità imprenditoriale delle società appaltatrici e per non aver condotto ispezioni o audit efficaci sulle condizioni lavorative. I modelli organizzativi e gestionali della società sono stati ritenuti inadeguati. Cinque titolari dei laboratori sono indagati per caporalato, abusi edilizi e fatture per operazioni inesistenti.

Le autorità cinesi sono consapevoli del problema e hanno dichiarato di opporsi fermamente a qualsiasi forma di immigrazione illegale. Allo stesso tempo, il governo cinese ha iniziato a rafforzare i controlli sugli espatri illegali. Anche negli Stati Uniti, l’immigrazione cinese è diventata un tema caldo, soprattutto in vista delle elezioni presidenziali. La Casa Bianca sta considerando un ordine esecutivo per chiudere il confine con il Messico, una mossa che potrebbe sospendere la procedura di asilo una volta superato un certo limite di attraversamenti di migranti.

L’operazione “Chinese Shuttle” è una piccola onda di una marea montante globale di migrazione verso l’Occidente, alimentata da guerre, crisi economiche, umanitarie e repressione dei diritti civili, che spingono milioni di persone a cercare una vita migliore altrove, affrontando percorsi illegali e pericolosi. Un forte dialogo e cooperazione internazionale può in qualche misura mitigare a breve termine questi fenomeni. Ma a lungo termine solo uno sviluppo sostenibile, democratico ed equo può agire sulle cause.

“Italia è Paese a crescita zero. Per avere 66 milioni di abitanti nel 2055 dovremo accogliere un congruo numero di migranti ogni anno”, Laura Boldrini.

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Pubblicato il 27 Giugno 2024
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