La comunicazione secondo Zaia tra rispetto e Veneto pride: “La mia vita privata non finisce sui social”
Il presidente del Veneto è intervenuto durante l’evento “Glocal Farm” ad H-Farm intervistato da Paolo Possamai, direttore editoriale di Nem
“La mia vita privata non finisce sui social“, e ancora: “Comunicare richiede prudenza e soprattutto rispetto, non va fatto sempre e a prescindere”. La comunicazione secondo Luca Zaia è un mix di trasparenza e genuinità ma anche prudenza e rispetto.
Il presidente del Veneto è intervenuto durante l’evento “Glocal Farm” ad H-Farm intervistato da Paolo Possamai, direttore editoriale di Nem. L’incontro ha offerto uno sguardo sulla strategia di comunicazione della Regione Veneto e sulla visione di Zaia riguardo alla comunicazione politica.
Un’intervista partita da un presupposto: “La pianificazione della comunicazione è mia – ha spiegato Zaia -, ma c’è dietro un lavoro di squadra eccezionale.” Ha paragonato la sua squadra a un’orchestra, citando un discorso di Muti all’Arena di Verona per spiegare l’armonia necessaria nel lavoro di gruppo.
Nella scelta dei temi da trattare Zaia ha espresso la sua contrarietà ai sistemi di comunicazione basati sull’inseguimento dei topics nazionali, preferendo invece concentrarsi sulle peculiarità e sull’orgoglio del Veneto. “Noi ci facciamo guidare dal Veneto Pride. Se dei nostri ragazzini vincono una medaglia, noi gli diamo spazio. Abbiamo costruito una reputazione, un’affidabilità.”
Inventore di format comunicativi
Parlando della sua idea di conferenza stampa quotidiana, Zaia ha sottolineato come questo format sia stato ideato per garantire trasparenza e accessibilità delle informazioni. “I giornalisti prima di me arrancavano per avere una notizia. La conferenza stampa è un’occasione per parlare con trasparenza, dico le cose sullo stesso piano di chi mi ascolta.”
Il talento della comunicazione
Zaia ha descritto la comunicazione come un talento innato piuttosto che una competenza acquisita. “Io non credo a questa cosa che prendi un pollo e gli puoi far credere che sia un purosangue. La comunicazione è empatica, deve essere rigorosa e umana.”
Il presidente ha ricordato i suoi inizi nel mondo della comunicazione, citando l’idea dell’invito cartaceo nelle discoteche negli anni ’80. “Io vedevo al mercato che c’erano i parabrezzi sotto al tergicristalli con la pubblicità dei saldi. Io mi sono detto ‘e se lo facessero le discoteche?’ e l’ho fatto.”
Il rapporto con i social media
Zaia ha spiegato la sua strategia per i social media, sottolineando l’importanza di mantenere la vita privata separata dalla comunicazione politica. “La mia vita privata non entra nella mia comunicazione. Credo in un altro mood e ci sta premiando.” Riconoscendo che gli errori sono inevitabili, Zaia ha parlato della necessità di prudenza. “Di errori se ne fanno tanti, chi non fa non sbaglia. Quello che ho capito è che serve prudenza nel comunicare e soprattutto rispetto delle persone e delle situazioni“.
Zaia ha osservato come i media tradizionali e digitali si compenetrino. “Il mondo della comunicazione analogica e digitale si compenetrano. Oggi abbiamo interlocutori che sanno tutto di tutti.”
Evoluzioni nell’informazione
Infine, Zaia ha riflettuto sulle future evoluzioni dell’informazione, prevedendo una crescente partecipazione dei lettori al progetto editoriale e riconoscendo l’importanza dei social media. “Pensiamo a TikTok, che siamo ancora convinti che ci siano i balletti delle mamme e invece è una fonte di informazione incredibile.”
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