Slitta ancora il termine dei progetti per ristrutturare il “Franco Ossola”. E spunta la “grana” velodromo
Il Comune di Varese ha pubblicato due rettifiche nei mesi scorsi, nella seconda è stata aggiunta la possibilità di inserire nel progetto anche al comparto del palazzetto
Si allungano ancora i tempi per il progetto di ristrutturazione del “Franco Ossola”. Da novembre 2023, quando il Città di Varese e Aurora Immobiliare hanno presentato in comune il progetto, al quale Palazzo Estense ha fatto seguito indicendo l’avviso di manifestazione di interesse, si andrà – salvo ulteriori proroghe – almeno ad agosto.
Nei mesi scorsi, infatti, il municipio ha pubblicato due rettifiche all’avviso, portando alcune variazioni considerevoli su tempi e anche su alcuni aspetti pratici.
Nella prima rettifica – datata 22 aprile 2024 – c’è una postilla importante all’articolo 1, ovvero “l’oggetto della proposta”. Oltre alla riqualificazione dell’impianto che, come scritto “dovrà garantire la realizzazione di un complesso sportivo multidisciplinare dotato di uno stadio che rispetti i requisiti indicati nel “Sistema Licenze nazionali 2022/2023 e norme programmatiche – Criteri Infrastrutturali – Lega Nazionale Professionisti almeno Serie B”, è stato aggiunto che “L’ impianto oltre al gioco del calcio, dovrà includere anche un velodromo permanente”.
Una postilla non di poco conto, non solo perché nel progetto originale del Città di Varese non c’è spazio per un velodromo, almeno inteso come è attualmente il “Luigi Ganna”, ma anche – e soprattutto – lo stesso “Sistema Licenze nazionali 2022/2023 e norme programmatiche – Criteri Infrastrutturali – Lega Nazionale Professionisti almeno Serie B”, esclude in maniera categorica un velodromo negli impianti omologabili per il calcio professionistico.
Nel comunicato 172/L della Lega Pro del 22 dicembre 2023, “Sistema Licenze Nazionali 2024-2025” (LEGGI QUI), al punto 18 degli allegati A (per la Serie A), B (per la Serie B) e C (per la Serie C), si legge che “attorno al rettangolo di gioco non devono essere presenti piste per gare ciclistiche. Gli stadi di nuova costruzione devono essere altresì privi di piste di atletica”. Un’unica eccezione è presente all’allegato C, dove viene aggiunto “Sono fatte salve eventuali deroghe autorizzate dalla Lega Italiana Calcio Professionistico, previa comunicazione alla F.I.G.C., per la stagione sportiva 2024/2025, sulla base di motivate ragioni oggettive (a titolo esemplificativo e non esaustivo: ubicazione dello stadio; esistenza di vincoli strutturali; disponibilità di un progetto esecutivo, approvato dalle autorità competenti, per l’adeguamento al criterio o per la costruzione di un nuovo stadio totalmente adeguato; capienza dello stadio; media spettatori delle ultime stagioni; società neopromosse; popolazione residente nel comune; regolamenti sportivi; provvedimenti delle competenti autorità amministrative e/o di pubblica sicurezza locali”, ma che fa riferimento alla sola Serie C e non alla Serie B come richiesto dall’avviso del Comune.
Sempre nella prima rettifica, vengono variati anche i punti 11 e 12, “Recapito della proposta” e “Valutazione della proposta”. Al punto 11 c’è lo slittamento di un mese per il termine di presentazione, che passa dal 29 giugno al 29 luglio 2024. Il punto successivo cambia invece la data della seduta pubblica per l’apertura dei plichi, spostata al 1 agosto (pensiamo, perché la data indicata sulla rettifica è quella del 1 luglio, improponibile con il termine del 29 luglio).
Nella seconda rettifica – del 22 maggio – viene variato l’articolo 2 dell’avviso, ovvero l’ambito di intervento. Con questa variazione può essere incluso nel progetto anche il palazzetto “Lino Oldrini”. “La proposta progettuale – si legge – dovrà operare interventi sul seguente comparto come individuato nelle allegate planimetrie. L’intervento potrà riguardare, oltre al comparto dello stadio, anche l’attiguo comparto occupato del palazzo dello Sport e sue pertinenze. L’operatore potrà inserire nella proposta ulteriori immobili di proprietà privata o di cui detenga il legale possesso da destinare alle medesime finalità sportivo e/o di servizio previste nell’area oggetto della proposta”.
Un’apertura anche all’attuale Itelyum Arena che non porterebbe cambiamenti al progetto presentato dal Città di Varese in quanto resta solo una possibilità, ma senza dubbio apre le porte a chi potrebbe presentare un doppio progetto riguardo ai due impianti sportivi della città, separati da poche centinaia di metri.
Non sappiamo come il Città di Varese abbia reagito a queste rettifiche, né tanto meno Aurora Immobiliare – il partner della società che con Aurora Stadium ha presentato il progetto grazie alla Legge Stadi e al fondo “10 stadi” che assicurerebbe le risorse economiche per la copertura del progetto -, anche perché impegnata in questo periodo sui progetti dello stadio “Neri” di Rimini e “Pinto” di Caserta.
Reazioni e umori a parte, di fatto c’è che un altro rinvio – la prima data indicata fu quella del 27 marzo – fa slittare di quattro mesi una risposta che in tanti aspettano. Se ci sono altri progetti in ballo, il tempo per redimerli e presentarli è stato più che sufficiente e una riposta, che sia positiva o negativa, è giusto darla. Andando avanti a rinvii c’è il rischio di far perdere tempo a chi un progetto l’ha già presentato e aspetta di sapere se potrà vederlo realizzato.
Di contro c’è la certezza delle condizioni dello stadio cittadino, con tre settori su quattro (curva nord, distinti e curva sud) chiusi per inagibilità, il bar senza gestore, i bagni dei settori distinti con un buco sul tetto e una serie di criticità che chiedono di essere risolte. Vedere il “Franco Ossola” in questo stato non fa bene a tutta la città.
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