Ultime ore da sindaco di Induno per Marco Cavallin: “Dieci anni al servizio della comunità, un’esperienza di vita unica”

Cavallin ha voluto salutare i suoi concittadini con una lunga lettera in cui traccia un bilancio personale di questa lunga esperienza alla guida del paese ma anche una riflessione profonda sul ruolo del sindaco in una comunità

Induno Olona - Marco Cavallin

Ultime ore da sindaco di Induno Olona per Marco Cavallin, che dopo 10 anni alla guida di Induno Olona ha deciso di non ricandidarsi per il terzo mandato. E’ il momento dei saluti e dei ringraziamenti, ma anche quello di un bilancio personale che Cavallin ha voluto condividere con tutti coloro che l’hanno accompagnato in questi anni e con i suoi concittadini, in una lettera aperta.

«Sono le mie ultime giornate da sindaco e provo degli stati d’animo che voglio condividere con tutti voi – scrive Cavallin – Vedete le persone passano, ed è bene che sia così, ma gli ideali rimangono e di questi voglio parlarvi. Ma prima voglio trasmettervi una sensazione che ho dentro (peraltro già da me tratteggiata nell’ultimo informatore comunale); è quella che si prova quando alla fine di un intenso lavoro ti senti soddisfatto, hai il cuore pieno di gioia per avere fatto. Magari hai iniziato quel lavoro con tanti dubbi e con la paura di essere inadeguato. E poi invece quando finisci, con ancora il sudore della fatica addosso e ti fermi alzando la testa… allora sei inondato di una gioia profonda. La gioia che nasce non è per quello che hai fatto, il cui giudizio spetta agli indunesi che hanno onestà intellettuale e spirito critico oggettivo per farlo, ma per averlo fatto. Per avere speso un pezzo della propria vita a servizio del bene comune, a servizio del proprio Comune».

«Sicuramente non ho fatto tutto quello che era necessario fare e mi scuso con quelle persone che non hanno ricevuto da me quello che si aspettavano… Fare il sindaco richiede anche l’umiltà di riconoscere i propri limiti, ma anche i limiti oggettivi che accompagnano l’azione amministrativa e di farsi carico anche del malcontento che magari da essi è generato. Ma sapete, posso dirvi dopo 10 anni, che fare il sindaco è un’esperienza di vita unica. Fare il sindaco ha proprio a che fare con la Giustizia, non a caso la matrice greca della parola porta con se il significato di “amministratore di giustizia”. Ogni giorno un sindaco, con le decisioni che prende, con le parole che pronuncia, con l’ascolto delle persone che chiedono di essere ascoltate, amministra la giustizia. Ha ogni giorno la possibilità di fare ciò che è giusto, di adoperarsi per la giustizia. Per fare bene il sindaco, è necessario avere ben in mente e scolpito nel proprio io più profondo cosa vuol dire sacrificio. Cosa significa farsi carico dei problemi, delle angosce, delle debolezze, delle fragilità delle persone che sei stato chiamato a guidare, rappresentare, custodire. Sacrificio inteso non con l’accezione negativa del termine, ma con la consapevolezza di voler offrire la tua vita per un ideale di giustizia.  Il sindaco, che molte volte si trova solo davanti a scelte complesse e difficili, ha nella giustizia che amministra il conforto profondo per le azioni che è chiamato a compiere».

«Fare il sindaco non è per niente semplice, metti in gioco tutte le tue competenze, le tue capacità, le tue forze, ma devi fare i conti anche con tutti i tuoi limiti, le tue fragilità. Il sindaco è chiamato sempre alla massima efficienza, perché le risposte da dare sono molte, e mai semplici o banali. Per alcuni la figura del sindaco può essere associata al potere, ai privilegi, alla visibilità che questa carica comporta. Io la associo a quella di un padre di famiglia che ha a cuore la vita dei propri figli, di tutti i figli (anche di quelli che criticano ingiustamente o con secondi fini), e si spende senza limiti e con tutte le sue forze, alla ricerca del modo migliore per rispondere a quanto la vita pone davanti alla propria famiglia.  Lascio questo servizio alla mia comunità, nella certezza di aver sempre agito per migliorare il destino degli altri, di aver seguito ideali per cui vale la pena spendersi e di aver provato ad accrescere la speranza e la fiducia nelle persone che si sono rivolte a me nella mia veste di sindaco».

Infine spazio ai ringraziamenti: «Voglio ringraziare e salutare la mia famiglia, in modo particolare mia moglie per la pazienza avuta in questi 10 anni d’impegno e per i sacrifici che hanno dovuto condividere con me; la mia giunta comunale, per la fraterna e leale collaborazione, non certo scontata, ma determinante per un’azione incisiva; i consiglieri comunali, per l’impegno e la dedizione testimoniata anche al di fuori del Consiglio comunale; il gruppo Viviamo Induno Olona, per la storia che abbiamo costruito insieme; i miei dipendenti comunali; e voi miei concittadini per la fiducia e il sostegno che non mi avete mai fatto mancare. Buona vita a tutti voi, cari indunesi».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Giugno 2024
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