“Una geisha non può amare”: Silvia Priori emoziona con la triste storia di Butterfly
La prima dell'edizione XVIII di Terra e Laghi Festival non ha deluso il pubblico dei Giardini Estensi di Varese. Teatro Blu riporta in scena la Butterfly con l'omaggio a Puccini e con i tamburi del Gruppo Kotoji
Non delude Silvia Priori, che riporta in scena la sua Butterfly, in occasione dell’apertura di Terra e Laghi Festival giunto alla XVIII edizione. Alla tensostruttura dei Giardini Estensi, la direttrice artistica di Teatro Blu propone la storia di Cio Cio San, protagonista dell’opera lirica di Giacomo Puccini di cui ricorre quest’anno il centenario dalla morte.
La piccola bimba sfortunata, venduta alla casa delle geishe all’età di sei anni dopo il suicidio del padre graduato dell’esercito dell’imperatore, viene data in sposta a Benjamin Franklin Pinkerton, giovane ufficiale della marina statunitense.
Lui sa di poter beneficiare del matrimonio per un periodo limitato e di tornarsene poi alla sua vita americana. Ma la giovane Cio Cio San, che con il matrimonio prende il nome di Butterfly, non lo sa e spera in quell’amore per il quale rompe anche con la casa delle geishe abiurando la sua religione e abbracciando quella del marito.
La triste realtà emergerà nel tempo, dopo tre anni di attesa senza cedimenti. Una lettera del luogotenente le rivela il fallimento di quel sogno d’amore. Ma Butterfly si aggrappa all’ultima sua chance e manda a dire al militare che dal loro amore è nato un bimbo, biondo e con gli occhi azzurri. È la fine di un sogno: nella baia attracca la nave militare americana, Butterfly si preparare all’incontro con il suo grande amore, attende una notte intera ma, alla mattina, arriva una donna. È la moglie del luogotenente e reclama il bambino, lo esige “per il suo bene”. Cio Cio San cede, non ha strumenti per opporsi, non ha alleati a cui appellarsi.
Una vita di sottomissione, a inginocchiarsi e servire, essere delicata e aggraziata, l’hanno costretta all’angolo: tra le regole di una geisha c’è quella di non innamorarsi mai. Lei l’ha infranta ed è rimasta sola. Non le rimane che l’harakiri “meglio una morte dignitosa che una vita senza dignità”.
Silvia Priori porta sul palcoscenico tutti i volti di questa piccola e giovane donna a cui la vita e la cultura nipponica tolgono ogni diritto: spensieratezza e amarezza, sogno e delusione, speranza e disperazione.
A sottolineare le fasi cupe dell’esistenza di Butterfly i tamburi dei bravissimi interpreti del Gruppo Kotoji, la cui presenza scenica incombe sui tentativi di librarsi in volo della giovane donna, instancabilmente aggrappata alla speranza dell’amore puro.
La celeberrima aria “Un bel dì vedremo” cantata a cappella dal soprano Kaoru Saito, che in scena è la fedele ancella, è capace di toccare le corde emotive del pubblico.
Ancora una volta Silvia Priori e Teatro Blu, le musiche di Robert Gorick, le scene di Luigi Bello e la regia di Kuniaki Ida, consegnano al pubblico una storia intima, straziante ma al contempo carica di innocenza e di speranza. Una storia che induce a riflessioni anche dopo che si sono spente le luci come ha sottolineato l’assessore al Comune di Varese Enzo La Forgia chiamato sul palco in apertura del Festival insieme a Carlo Massironi della Fondazione Cariplo che da 15 anni sostiene la manifestazione Terra e Laghi.
Silvia Priori applaudita insieme ai bravissimi interpreti ringrazia e invita ai due fine settimana a Cadegliano Viconago per il Festival Piccola Spoleto nella casa di Gian Carlo Menotti: sabato 8 giugno Silvia Priori interpreterà Cassandra, già proposto al teatro Nuovo di Varese, mentre sabato 15 Maddalena Crippa proporrà “Odissea un racconto mediterraneo: Penelope canti XIX e XXIII”.
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