“Un’università di qualità con un’ottima reputazione e risultati certificati: continuiamo così”

Maria Pierro dal 2018 è direttrice del Dipartimento di Economia. Si candida per diventare la prima rettrice nella storia dell'ateneo. Ha visto l'università crescere e svilupparsi raggiungendo traguardi che definisce di alto profilo

candidati elezione rettore maria pierro e mauro ferrari

Arrivata all’Università dell’Insubria da Pavia nel 1998, Maria Pierro dal 2018 è direttrice del Dipartimento di Economia, che ha ottenuto la qualifica ministeriale di Dipartimento di Eccellenza per il quinquennio 2023/2027. Si candida a guidare l’ateneo e sarebbe la prima donna nella storia di questa università.

Quanta strada ha fatto l’Università dell’Insubria e a che punto del cammino è arrivata?

La sua storia è iniziata molto prima dell’inaugurazione del 1998. Negli anni Settanta venne attivata come gemmazione dell’università di Pavia, la facoltà di medicina. Poi è progredita, l’ateneo di Milano ha dato un grande apporto e negli anni Novanta ha incominciato a stabilizzarsi, diventando un punto di riferimento per il territorio. In questi 25 anni sono stati fatti passi da gigante.

La didattica di eccellenza è confermata dai dati di Almalaurea sull’occupazione dei nostri iscritti: più del 90 per cento dei laureati trova lavoro. Nella ricerca, siamo diventati un punto di riferimento nazionale. Cito il mio dipartimento, quello di economia, primo dipartimento di eccellenza nella vita dell’Ateneo. Abbiamo avuto un finanziamento di più di 5 milioni di euro per la ricerca di qualità. Altri dipartimenti vantano ricercatori e docenti eccellenti. Anche come terza missione, che più correttamente deve essere identificata come valorizzazione della conoscenza trasversale,  la nostra attività a favore della collettività e del territorio è di indubbio valore e lo dimostrano gli esiti delle ricerche in tutti i campi, dalla medicina, all’arte, alla letteratura, all’economia.  La strada imboccata sta dando risultati e quindi dobbiamo continuare così.  Grande attenzione per la ricerca, ma anche per tutte le componenti della comunità, parlo non solo di docenti e ricercatori ma anche di personale tecnico amministrativo e bibliotecario, di studenti che sono la componente essenziale.

Che cosa si deve fare per proseguire su questa strada di successo?

Innanzitutto si deve consolidare i rapporti già esistenti, poi si lavorerà creare ulteriori stakeholder. Valorizzare l’esistente e allargare gli orizzonti.  Dobbiamo essere punto di riferimento per il territorio,  integrarci sempre di più. È un’attività lenta, ma inarrestabile.
Ci sono aree su cui investire, come il polo di Busto che è vicino a Malpensa e potrebbe avere uno incremento straordinario. Sono convinta che la nostra università insiste su un triangolo, Varese Como e Busto, che potrebbe creare una combinazione esplosiva, un elemento propulsivo per spingere il nostro Ateneo verso una qualità ancora maggiore. L’area medica, per esempio, ha rapporti molto proficui con l’azienda ospedaliera di Varese e con quella di Como. Speriamo possa presto entrare anche l’Asst di Busto Arsizio. In questo dipartimento ci sono colleghi di eccellenza per la ricerca in svariati settori. Grazie a loro, il nome dell’Insubria si è affermato a livello internazionale. Ciò che ho citato è già un patrimonio al servizio della collettività ma che lo può diventare ancora di più

Come viene percepito secondo lei il “brand” università dell’Insubria?

A livello italiano, siamo riconosciuti per i risultati nella ricerca ma anche per la qualità della didattica. Abbiamo studenti che non vengono solo dal territorio, ma anche da altre parti dall’Italia. Arrivano dal Sud e dal Centro Italia per la tipologia di offerta che garantiamo, soprattutto nei corsi di laurea magistrale. Il Brand Insubria, è affermato nel mondo, soprattutto grazie ad alcuni dipartimenti. Per esempio, quelli di economia o di medicina hanno corsi erogati in lingua inglese che riescono a intercettare studenti in arrivo dall’Asia, dall’Europa talvolta anche dagli Stati Uniti. Questo è un filone che va sostenuto:  è stato costituito un ufficio internazionalizzazione che ha fatto un lavoro magistrale. Oggi abbiamo un numero elevato di ragazzi che vivono esperienze di Erasmus: siamo passati dagli iniziali 50 agli attuali 400. Riceviamo molti stranieri che trascorrono un periodo di studio all’Insubria.

Un’ulteriore dimostrazione è il doppio titolo accademico: l’ateneo ha stretto accordi con realtà della Francia e della Germania. Il mio dipartimento per esempio, permette il doppio titolo, così come altri Dipartimenti. Ci si sta muovendo efficacemente su questo obiettivo e presto arriveranno ulteriori opportunità. È un lavoro che ha avuto un’impennata importantissima negli ultimi anni e credo che proseguirà perchè è una cosa che porta prestigio. Siamo in una zona di confine potenzialmente vivace e attrattiva:  faccio riferimento a Trento, che è diventato un punto di riferimento con un profilo internazionale fortissimo. Possiamo diventarlo anche noi.

E a livello locale quanto, da chi e quanto è riconosciuta l’importanza dell’università?

L’ateneo ha sviluppato ottimi e proficui rapporti con il territorio, con le sue industrie del territorio, associazioni professionali, Confindustria, Camera di Commercio. Parlo di entrambi i poli, Varese e Como, con Dipartimenti più o meno coinvolti a seconda dell’offerta messa sul campo e delle potenzialità inchieste. È una relazione reciproca che ci permette di dare ma anche di chiedere.
Il dipartimento che io dirigo, per esempio, ha visto aumentare moltissimo le sinergie e le collaborazioni da quando ha ottenuto la qualifica di eccellente. Parlo di rapporti di alto profilo con istituzioni, con privati, con la Consob la Banca d’Italia.

La professoressa Maria Pierro condivide la campagna elettorale con Umberto Piarulli, 58 anni, è un chimico organico.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

Sono una redattrice anziana, protagonista della grande crescita di questa testata. La nostra forza sono i lettori a cui chiediamo un patto di alleanza per continuare a crescere insieme.

Pubblicato il 28 Giugno 2024
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