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“Votare a cent’anni? È una grande gioia”
L'avvocato Ferruccio Zuccaro nella sua vita non ha mai mancato un appuntamento elettorale, referendum compresi. "Mi muove un fine non solo politico ma anche morale"
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Da quando ha l’età per votare, non è mai mancato a un appuntamento elettorale. Neanche ai referendum. E anche alle recenti elezioni europee l’avvocato Ferruccio Zuccaro, alla soglia dei cento anni, si è presentato puntuale al suo seggio. «Mi sono sentito accolto in modo particolare e ho fatto il mio dovere con spontaneità e allegria – racconta Zuccaro -. Che cosa ho provato? Fin da quando ho votato per la prima volta a ventun anni, per me è sempre stata una gioia . Non esiste l’opzione andare o non andare: votare è l’unica scelta. E la gioia di cui parlo non dipende solo da un fine politico ma anche morale». ( a destra nella foto l’avvocato Ferruccio Zuccaro)
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In queste parole c’è una grande lezione di senso civico, che Zuccaro esprime con l’entusiasmo e la forza di un ventenne. È convinto che la scelta di esercitare o non esercitare il proprio diritto-dovere di voto dipenda dall’aver ricevuto o meno «una giusta educazione» sull’importanza della partecipazione alla vita democratica.
«Mio padre ha trasmesso in famiglia la sacralità di quel momento che va rispettato e vissuto con responsabilità – aggiunge la figlia Giovanna Zuccaro avvocato civilista -. Quando c’era una tornata elettorale in casa nostra se ne parlava giorni prima e ci si preparava verificando, per esempio, che le tessere elettorali e tutti i documenti fossero in ordine. Andare al seggio a votare per noi è sempre stato il primo e più importante impegno della giornata, un dovere a cui assolvere. Lui per noi è stato ed è ancora un esempio di partecipazione ai doveri civici e di rettitudine, per non parlare del lavoro che ha sempre svolto con coraggio e intuito».
In Zuccaro non è solo evidente l’attaccamento alle istituzioni, ma emerge un senso di fiducia nella politica, quella che il popolo degli astensionisti, sempre più numeroso, sembra aver smarrito.
Nato il 17 luglio 1924 in via San Martino, nel cuore di Varese proprio accanto al tribunale che ha visto costruire mattone dopo mattone, è stato registrato all’anagrafe – come spesso accadeva un tempo – solo il giorno dopo.
Il suo destino di giurista si è compiuto fino in fondo con una laurea in diritto pubblico all’Università Statale di Milano, a cui è seguita una brillante carriera nell’avvocatura, sancita nel 2021 dal riconoscimento dell’Ordine degli avvocati di Varese per i 65 anni di attività.
È stato assistente della cattedra di Scienza delle finanze negli anni in cui, tra gli studiosi più importanti della materia, c’era un certo Ezio Vanoni, già membro dell’assemblea costituente e per due volte ministro della repubblica, che nel 1951 fu l’artefice della riforma del sistema tributario italiano.
Non si può infine non menzionare il rapporto con lo scrittore Piero Chiara, con il quale Zuccaro condivideva la passione politica per il Partito liberale e anche per la scrittura, avendo avuto per molti anni un’intensa attività giornalistica in una rivista del partito.
Le elezioni non sono però l’unico appuntamento a cui non manca mai. Il 31 dicembre di ogni anno, a partire dal 1986, anno della morte del celebre scrittore, Zuccaro è sempre stato presente alla commemorazione al cimitero di Luino, dove Chiara è sepolto.
«A lui mi lega un’amicizia quarantennale, profonda e fraterna – conclude l’avvocato -. Sono stati anni culturalmente importanti segnati dall’incontro con magnifici professori e persone straordinarie. Anni che conservo nel mio cuore».
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