57enne suicida in carcere a Varese, più di 50 detenuti si sono tolti la vita in Italia dall’inizio dell’anno

Sono più di 50 i casi segnalati dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, una situazione che nelle carceri italiane sta diventando sempre più critica, con un aumento allarmante dall'inizio dell'anno

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L’Emergenza dei suicidi nelle carceri italiane continua. Nella notte tra lunedì 8 e martedì 9 luglio un uomo di 57 anni rinchiuso ai Miogni si è tolto la vita impiccandosi nella sua cella. Sono più di 50 i casi segnalati dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, una situazione che nelle carceri italiane sta diventando sempre più critica, con un aumento allarmante dall’inizio dell’anno.

Nei primi sei mesi del 2024, si sono verificati numerosi casi, portando il totale a livelli preoccupanti e mettendo in luce gravi problemi strutturali e di gestione all’interno del sistema penitenziario.

Dati Allarmanti

Secondo l’Associazione Antigone, che monitora le condizioni di detenzione, al 31 marzo 2024, erano 61.049 le persone detenute in Italia, a fronte di una capienza ufficiale di 51.178 posti. Questo sovraffollamento, con oltre 13.500 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare, è uno dei fattori chiave che contribuiscono al deterioramento delle condizioni di vita nelle carceri e all’aumento dei suicidi​.

Il tasso di suicidi è impressionante: uno ogni tre giorni. Se il ritmo dovesse continuare, si prevede che il numero di suicidi entro la fine dell’anno potrebbe superare i livelli già drammatici registrati negli ultimi due anni​.

Le Cause

Le cause dei suicidi in carcere sono complesse e multifattoriali. Molti detenuti si tolgono la vita nei primi giorni di detenzione, con una percentuale significativa di suicidi che avviene nei primi sei mesi dall’ingresso in carcere. Molti dei detenuti suicidi erano in attesa di una sentenza definitiva o avevano pene residue relativamente brevi, indicando che il fattore scatenante potrebbe essere più legato alla percezione della detenzione piuttosto che alla durata della pena​

Le Risposte del Governo

I dati arrivano a pochi giorni dall’approvazione del decreto sul cosiddetto “Carcere sicuro” promosso dal ministro della Giustizia Carlo Nordio che prevede da un lato di ridurre la burocrazia in carcere e dall’altro di rafforzare il ricorso alle strutture alternative in cui scontare la pena. Misure che sono state giudicate insufficienti dai sindacati della polizia penitenziaria, che chiedono interventi più incisivi e immediati.

Le Proposte

Tra le soluzioni proposte vi è l’aumento del numero degli istituti penitenziari per ridurre il sovraffollamento, nonché un maggiore impegno nella concessione di misure alternative alla detenzione. La riforma del sistema penitenziario è vista come una necessità urgente per migliorare le condizioni di vita dei detenuti e prevenire ulteriori tragedie​.

Il Garante Nazionale ha evidenziato la necessità di migliorare le condizioni di vita nelle carceri e di implementare programmi di supporto psicologico più efficaci per i detenuti. Inoltre, è essenziale affrontare il sovraffollamento delle carceri, che aggrava ulteriormente le condizioni di detenzione e il benessere mentale dei detenuti.

L’opinione

«Ormai non passa giorno in cui le carceri non dispensino morte, oltre all’”ordinaria” sofferenza. Una tragedia senza fine e, nostro malgrado, incapace di suscitare adeguate reazioni nella maggioranza di governo», afferma Gennarino De Fazio, segretario generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

«Quelli che stiamo raccontando sono numeri pazzeschi, senza precedenti, inumani persino per un paese totalitario, figuriamoci per uno che voglia concretamente dirsi democratico e civile. Ci chiediamo quale debba essere il prezzo di vite da pagare prima che il Ministro Nordio, che a questo punto temiamo abbia frainteso il suo ruolo di ‘guardasigilli’, e il Governo Meloni assumano provvedimenti concreti, capaci di incidere sulla gravissima emergenza in essere e fermare l’ecatombe. Perché è chiaro a tutti che il decretino varato qualche giorno fa, oltre a essere quasi inutile quando non dannoso, potrebbe persino aver sortito l’effetto contrario a quello sperato avendo disilluso le moltissime aspettative sul tema», aggiunge il segretario della UILPA PP.

«Omicidi, suicidi, stupri, risse, aggressioni, violenze di ogni genere, evasioni, devastazioni, traffici illeciti e molto altro ancora. È evidente che le carceri non stiano assolvendo a nessuna delle loro funzioni e siano diffusamente fuori legge. Chi ha il dovere d’intervenire e non lo fa ne ha la piena responsabilità politica e morale e, forse, non solo», conclude De Fazio.

Per ulteriori dettagli e approfondimenti, è possibile consultare il sito ufficiale del Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Luglio 2024
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