Cisl dei Laghi: “Addizionale Irpef, in provincia di Varese 41 comuni non applicano alcuna esenzione”

Lo studio del sindacato riguarda le province di Varese e Como. Paola Gilardoni segretaria organizzativa: "Il 73% dei Comuni della provincia di Varese e il 75% in quella di Como contrastano con il principio di equità del sistema tributario"

Fisco e Tasse

Secondo uno studio della Cisl dei laghi, effettuato sui dati del ministero dell’Economia e delle finanze, in provincia di Varese sono 132 i Comuni, su un totale di 136, che applicano l’addizionale Irpef locale, 41 comuni non applicano alcuna esenzione. Sono 101 i Comuni che applicano un’unica aliquota, di cui 44 nella misura massima all’0,8%. Quindi solo 31 Comuni applicano il principio di progressività nella definizione delle aliquote Irpef.

In provincia di Como sono 130 i Comuni, su un totale di 147, che applicano la misura dell’addizionale Irpef Comunale, di cui 55 non hanno soglie di esenzione per i redditi bassi.  Sono 100 i Comuni che hanno un’unica aliquota (31 con l’0,8% aliquota massima). Solo 31 Comuni applicano la progressività delle aliquote.

Sono 5 i Comuni della provincia di Varese: Caronno Varesino, Gallarate, Comerio, Taino, Gornate Olona, che si sono avvalsi della possibilità di ridurre il numero degli scaglioni. In provincia di Como, sono 6 i Comuni che hanno ridotto il numero degli scaglioni: Villa Guardia, Montorfano, Lurate Caccivio, Castelnuovo Bozzente, Appiano Gentile, Albiolo.

Nell’operazione di revisione del sistema, 4 Comuni del territorio di Varese (Caronno Varesino, Comerio, Gallarate, Taino) e 4 di Como (Albiolo, Appiano Gentile, Montorfano, Villa Guardia) hanno modificato le aliquote incrementando la pressione fiscale per tutte le fasce di reddito, con un maggior effetto distorsivo sui redditi più bassi.

IL COMMENTO

«Una prima riflessione attiene al perseguimento di uno dei principi generali della legge delega fiscale, ovvero quello di riduzione di carico fiscale. Perché effettivamente si realizzi, è necessario porre attenzione al quadro complessivo delle aliquote (nazionale regionale e locale), quindi alle scelte di tutti i decisori politici», commenta Paola Gilardoni, segretaria organizzativa della Cisl dei Laghi. «Vi è un secondo aspetto da considerare, in riferimento al principio di equità – aggiunge la sindacalista -. La base imponibile dell’Irpef è costituita in prevalenza da redditi da lavoro e pensioni. Un aumento dei versamenti nelle casse comunali, derivante dall’aumento delle aliquote, risulterebbe quindi sostenuto solo da una parte della popolazione residente, lavoratori e pensionati. Anche la scelta di prevedere un’aliquota unica, indipendentemente dal reddito da lavoro o pensione, operata per il 73% dei Comuni della provincia di Varese e 75% in quella di Como, non va nella direzione di riconoscere il diverso livello di contribuzione del cittadino rispetto al proprio reddito e contrasta con il principio di equità del sistema tributario. Inoltre, il 42% dei Comuni in provincia di Como ed il 31% in quella di Varese non applica alcuna esenzione, ovvero i cittadini con i redditi bassi che non pagano l’irpef nazionale sono invece tassati a livello locale».
«Infine – conclude Paola Gilardoni – nell’ambito del confronto con i Comuni chiediamo di sostenere azioni di lotta all’evasione e elusione fiscale e contributiva, anche con l’attivazione di Patti antievasione con l’Agenzia delle Entrate che garantiscano ai Comuni un ristorno di parte delle somme recuperate. Il fenomeno è da attenzionare e contrastare, considerato che i mancati incassi possono deteriorare il quadro finanziario del Comune oltre che inficiare la disponibilità di erogazione dei servizi. Il tema della fiscalità locale quindi assume un rilievo importante per i cittadini e anche per le rappresentanze sociali, per i rilievi di carattere finanziario, redistributivo, e sociale che lo caratterizza».

IL SISTEMA DELL’ADDIZIONALE IRPEF

La fiscalità locale è tra i principali temi che la Cisl pone all’attenzione nell’ambito del confronto con gli amministratori locali. La prima considerazione attiene al fatto che al gettito Irpef comunale contribuiscono per il 97% lavoratori e pensionati. Inoltre, la tutela del potere di acquisto delle retribuzioni richiede anche un monitoraggio della pressione fiscale locale.
Il sistema prevede la possibilità per Regioni e Comuni di applicare addizionali alla base imponibile Irpef. L’addizionale comunale Irpef, introdotta nel 1998, rappresenta una fonte di entrata rilevante per i Comuni, necessaria a garantire il funzionamento della macchina amministrativa ed i servizi sul territorio. Insieme all’imposta municipale unica (Imu) e alla tassa sui rifiuti (Tari), si considera una delle principali imposte versate dai contribuenti. I Comuni possono prevedere un’aliquota unica oppure delle aliquote differenziate in base al reddito, con il vincolo di adeguarsi agli scaglioni in vigore per l’Irpef nazionale. È inoltre possibile per i Comuni introdurre una soglia di esenzione dal pagamento dell’imposta locale, subordinata a specifici requisiti reddituali. Emerge quindi un quadro delle imposizioni finali sul reddito particolarmente frammentato.

IL PRINCIPIO DI PROGRESSIVITÀ

Sul piano nazionale, dopo l’approvazione della legge delega per la riforma fiscale nell’agosto scorso, il Governo, ha introdotto un primo modulo di revisione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, riducendo il numero di aliquote da quattro a tre per il solo 2024. E rivedendo la detrazione per i redditi da lavoro dipendente. A livello locale i Comuni hanno potuto successivamente scegliere se mantenere il sistema Irpef invariato oppure operare per una riduzione del numero di aliquote, in base ai nuovi scaglioni.
Come sindacato sul territorio nell’ambito del confronto con le amministrazioni locali la Cisl sollecita innanzitutto l’applicazione di un sistema con più aliquote differenti, in relazione ai diversi scaglioni di reddito, secondo il principio di progressività, a garanzia di maggior equità rispetto alla scelta di una sola all’aliquota (più simile alla flat tax). Mentre sul fronte della base imponibile, sostiene la necessità di introdurre o estendere soglie di esenzione, per una maggior tutela dei redditi da lavoro e pensione più bassi.

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Luglio 2024
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