Da ‘Città Giardino’ a Giungla d’Acqua: cronaca di una giornata di tempesta a Varese

Il racconto "in presa diretta" di quello che è avvenuto dopo la tempesta d'acqua caduta sulla città

Dovevamo immaginarlo dal brusco risveglio, alle 5.30 di mattina, che quella del 12 luglio per noi varesini non sarebbe stata una giornata facile.

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Tempesta tropicale a Varese: le foto del 12 luglio 4 di 22

Andati a letto dopo una giornata afosa, una delle prime dell’anno, con le finestre aperte per cercare un po’ di aria fresca notturna, molti di noi (e io pure) sono stati svegliati da un gran sbattere di vetri: era la prima avvisaglia del tifone che si sarebbe abbattuto sulla città pochi secondi dopo, nemmeno il tempo di svegliarsi e di capire cosa stava succedendo.

Case allagate in un attimo, vasi sul balcone che hanno rischiato ( e in certi casi hanno fatto) una brutta fine, una coltre d’acqua davanti ai vetri chiusi di corsa da cui si osservava una scena da tempesta tropicale, di quelle che guardiamo nei telefilm o più modernamente, vediamo in qualche video amatoriale su youtube, facebook e tiktok, quando diventano “virali”. Questa volta però, nel potenziale video virale c’eravamo noi, i varesini, e non era affatto simpatico.

Non credo che nessuno di noi si sia più sentito abbastanza sereno da rimettersi a dormire: la giornata, per moltissimi, è cominciata così, prestissimo. Ed è poi proseguita nell’inutile tentativo di affrontarla normalmente, anche se normale non era: sveglia, colazione, preparazione per il lavoro e poi uscita tra le strade della città che, ovviamente, dopo un putiferio del genere non potevano essere certo come quelle che avevamo lasciato la sera prima.

ALBERI ABBATTUTI E FIUMI D’ACQUA: L’ALTRA MEDAGLIA DELLA CITTA’ GIARDINO

Abbiamo visto tutti, innanzitutto, l’altra medaglia di una “città giardino”: foglie e rami d’albero dappertutto, quando non alberi interi caduti sulla strada. Perchè dappertutto c’è verde da noi e tutte queste piante, in condomini, ville e altro, creano un “bel verde”: che oggi faceva un po’ paura, a dire il vero, perchè improvvisamente ci siamo resi conto di quanto sia importante la manutenzione delle piante, e quanto poco “veniale” sia il peccato del vicino quando le fronde dei suoi secolari alberi ombreggiano la strada.

Poi ci siamo resi conto della “Varese dei sette colli”, quel saliscendi di quartieri che rende faticosa la strada ai ciclisti ma gradevole il clima di chi vi abita: colli che colpiti da una quantità d’acqua eccezionale trasformano le strade in fiumi e fiumiciattoli, specie se c’è  qualche difficoltà nella manutenzione dei tombini. Ma, diciamola tutta: non ce la possiamo cavare pensando che sia colpa di un tombino più o meno “stappato”, è tutto un sistema che qui non è più adeguato alla “tropicalizzazione” dei nostri climi.

LA NATURA SI FA SENTIRE SCONVOLGENDO IL TRANTRAN DEI VARESINI

Oggi i varesini hanno dovuto imparare ad adeguarsi a un imprevisto: chi con smarrimento  (Emblematica la banchina semivuota della stazione Nord, dove per gran parte della mattina i treni tra Varese e Malnate erano sospesi e i pochi passeggeri rimasti erano attaccati al telefono a spiegare la situazione ad increduli controparti dall’altra parte del filo), chi invece prendendola con filosofia: e a farlo sono stati soprattutto i tanti lavoratori impegnati a cercare di risolvere tutte le urgenze create dalle piogge eccezionali: malgrado il tempo infausto e la pressione da parte di tutti coloro che li cercavano, hanno sempre avuto una parola spiritosa o un sorriso da regalare a chi li riprendeva.

Per alcuni però questa è rimasta una semplice scocciatura, che si inseriva indebitamente nella routine delle proprie faccende: penso all’azzardato – e poco galante – sorpasso di un varesino ai danni di una autista norvegese evidentemente smarrita nel traffico del centro di Varese, che tra lavori in corso e temporali incessanti non riusciva ad orientarsi. Chissà quale importante cosa aveva da fare l’anonimo autista frettoloso, speriamo lo fosse davvero. E speriamo soprattutto che si fermi, ad un certo punto della giornata, a riflettere sul fatto che questa non è stata una giornata “normale”, con un temporale “normale” ma costellata da una gran quantità di scocciature: quelle scocciature saranno il nostro futuro, ed è arrivato il momento di adeguarsi, anche alle nostre latitudini.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 12 Luglio 2024
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