Dal mito Servillo all’inedito van De Sfroos alle allieve della scuola estiva di teatro: Tra Sacro e Sacro Monte fa il tutto esaurito
Con lo spettacolo finale dedicato a Bob Dylan si è chiusa la quindicesima edizione della rassegna teatrale che è stata un omaggio ai protagonisti di tutte le stagioni
Si è chiusa la quindicesima edizione del Festival Tra Sacro e Sacro Monte. Giunto alla quindicesima edizione, è stato soprattutto un omaggio alla sua ricca storia dove grandi artiste, autori e personaggi sono stati protagonisti di una rassegna di prosa che ha conquistato negli anni il favore dei varesini e non solo.
Un’edizione da quasi tutto esaurito che ha fatto registrare grandi numeri e ancora una volta un’accoglienza importante da parte della stampa locale e da quella nazionale, inserendo il festival tra i grandi eventi culturali dell’estate italiana.
È stata mantenuta la promessa al termine della precedente edizione, ovvero di fare regali speciali per questa edizione.
Il direttore artistico Andrea Chiodi, all’indomani degli eventi conclusivi tra Via Sacra, Santuario, Campo dei Fiori e Giardini Estensi, vuole ringraziare partner pubblici e privati e soprattutto gli spettatori che hanno assistito ai grandi spettacoli di prosa e a tutti gli eventi collaterali in cartellone.
«Devo dire grazie a chi quindici anni fa ha creduto a questa sfida – dice Chiodi -, in particolare alla Fondazione Paolo VI con l’allora presidente monsignor Luigi Stucchi, e poi a tutti gli artisti, davvero tra i più importanti del teatro e del cinema italiano che hanno impreziosito tutte queste edizioni».
Prosegue: «Grazie a tutto lo staff del festival, grazie ai partner istituzionali e ai sostenitori privati, grazie a chi crede che Tra Sacro e Sacro Monte possa e debba continuare ad essere un luogo speciale, un luogo per la bellezza cercata attraverso i grandi artisti e i grandi autori e possa essere sempre di più occasione di riflettere, pensare, commuoversi e anche divertirsi grazie agli incontri con alcune eccellenze del nostro teatro».
La formula della rassegna negli anni si è declinata col mutare di situazioni ed eventi, accettando anche sfide e proposte come, per quest’anno, lasciare per una sera il borgo per scendere in città nella cornice dei Giardini estensi o proporre un imponente laboratorio attoriale.
«Grazie alle 18 attrici straordinarie che abbiamo avuto in residenza quest’anno, un compito arduo, ma fondamentale per un festival, quello cioè di creare incontri e possibilità di lavoro per nuove generazioni di artisti. Grazie a chi ci sarà l’anno prossimo».
Come per ogni edizione, infatti: riscontri, esperienze e intuizione aprono a idee per l’anno che verrà perciò: «ci vediamo a Tra Sacro e Sacro Monte 2025».
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