Dalla Pennsylvania a Cuasso al Monte per studiare i meccanismi della lingua italiana

Il Nuovo Teatro di Cuasso in questi giorni è diventato uno studio allestito per consentire una particolare ricerca della Penn State University sui meccanismi dell'elaborazione della lingua italiana. A coordinare il progetto Marina Sartor, laureata all'Università dell'Insubria in Mediazione linguistica

Marina Sartor

Un filo rosso lega in queste settimane la Valceresio e gli Stati Uniti. Il Nuovo Teatro di Cuasso al Monte in questi giorni è diventato uno studio allestito per consentire una particolare ricerca dell’Università della Pennsylvania sui meccanismi dell’elaborazione della lingua italiana. Il progetto, avviato dal dipartimento di Spagnolo, Italiano e Portoghese della Penn State University, ha trovato in Valceresio la collaborazione della Pro loco di Cuasso che ha messo a disposizione il teatro e sta promuovendo la ricerca, basata sul coinvolgimento di volontari.

Al centro del progetto la dottoressa Marina Sartor di Binago (nella foto), che dopo la triennale in Mediazione linguistica all’Università dell’Insubria a Como, sta svolgendo magistrale e dottorato negli Stati Uniti e sta conducendo questo studio nell’ambito di un suo progetto di ricerca con l’università americana: «Per noi italiani, la lingua italiana è la più bella del mondo, proprio come il nostro cibo e i magnifici luoghi del Bel Paese. L’italiano è così affascinante che anche oltreoceano desiderano capire come  viene elaborata – racconta Marina – Per questo motivo la Penn State University ha avviato uno studio per esplorare la nostra lingua.  Lo scopo di questa ricerca è studiare come la mente elabora il linguaggio. Questo progetto è stato ideato per capire come le persone processano la loro lingua madre. Per poter studiare come viene processata la lingua italiana occorre andare dove la lingua viene parlata. Così, dalle cittadine immerse nella natura della Pennsylvania sono tornata ai paesini immersi nella natura della Valceresio, luogo centrale di questo esperimento. L’obiettivo è comprendere, anche se solo parzialmente, come funziona il cervello, come opera la lingua e come possiamo migliorare le strategie di insegnamento e apprendimento della nostra bella, bellissima lingua.».

La ricerca va avanti solo grazie all’impegno delle persone coinvolte e al supporto di chi la sostiene. Ed è qui che entra in gioco la Pro Loco di Cuasso al Monte (il paese dove è cresciuto il marito di Marina Sartor) che ha deciso di collaborare concedendo l’utilizzo dei locali del Teatro di Cuasso per allestire lo studio: «Ci tengo profondamente a ringraziare Pino Caprino, presidente della Pro Loco, per la disponibilità mostrata in questi mesi, e tutte le ragazze e i ragazzi della Valceresio, grazie ai quali stiamo portando avanti questo studio che durerà ancora qualche settimana, prima di dover tornare negli Stati Uniti per analizzare i risultati».

Dal momento che più persone partecipano maggiore sarà la quantità di dati raccolti e migliori i risultati dello studio, si cercano ancora volontari, che devono avere un’età compresa tra i 18 e i 30 anni. L’esperimento dura circa un’ora e viene ricompensato con un rimborso di 14 euro in contanti.

Cliccando su questo link è possibile leggere informazioni sulle modalità di svolgimento e candidarsi compilando un breve questionario.

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Pubblicato il 02 Luglio 2024
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