Gabriele Ciglia è il nuovo presidente di Filmstudio 90: “Il sogno? Portare sempre più persone al cinema”

L'intervista al nuovo presidente della storica associazione di promozione culturale cinematografica: "Vogliamo delle sale e una realtà sempre più aperta anche alle nuove generazioni"

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La passione per il cinema è nata durante il percorso universitario. Poi si è rafforzata nell’anno di esperienza all’estero trascorsa in un paesino della Bretagna. Lì ha lavorato per una sala cinematografica associativa, il Cinè Manivel, che staccava duecentomila biglietti all’anno. Un numero enorme se si pensa che Redon ha 9 mila abitanti, praticamente un nono di Varese. «Noi quest’anno ne abbiamo staccati 45mila nelle nostre sale», racconta Gabriele Ciglia, il nuovo presidente di Filmstudio 90. 

È lui ad aver preso le redini di Giulio Rossini, una figura storica per la città, tanto quanto la realtà che ha costruito e fatto crescere negli anni e che oggi, una volta andato in pensione, lascia in buone mani.

«L’abbiamo sempre chiamato il “presidente operaio”, fino a qualche settimana fa andava in giro personalmente ad attaccare le locandine del cinema». E continua: «Ho imparato tanto da lui. Quando sono tornato dalla Francia cercavo una realtà che assomigliasse a quella che avevo trovato lì, dove al centro non ci fosse solo la passione per il cinema ma anche la volontà di coltivarla per le generazioni future».

Ciglia sta ancora prendendo le misure del suo nuovo ruolo ma per il futuro ha le idee chiare: «Promuovere la cultura cinematografica, coinvolgere sempre di più le nuove generazioni e i soci fondatori che da anni si spendono per questa realtà». Ma non solo: «Molti danno per scontato quello che succede qui, ma è difficile trovare realtà come Filmstudio 90 dove vengono realizzate  rassegne come “Un posto nel mondo” o “Esterno Notte”».

Una dedicata alle tematiche sociali che permette uno sguardo inedito sui temi della contemporaneità, l’altra una rassegna estiva di cinema all’aperto che dura da quasi quarant’anni, una rarità in Italia.

Classe 1990, stesso anno in cui è nata l’associazione Filmstudio 90 di cui oggi è presidente, è laureato in Filosofia, con una magistrale in Scienze cognitive e in processi decisionali e in Storia e storie contemporanee. Ha iniziato a fare il volontario a Filmstudio 90 nell’aprile del 2018, quando lo storico proiezionista Mario Ferrario è scomparso. «Questa è una realtà bella, con una storia importante alle spalle e con tante persone motivate e appassionate che fanno in modo che vada avanti. Abbiamo costruito intorno gente appassionata di cinema ma anche una comunità e questo è quello che vogliamo continuare a fare».

La speranza è ovviamente arrivare a staccare centinaia di migliaia di biglietti, come nel piccolo paesino francese, ma per quello non basta solo la buona volontà: «In Italia il cinema non è supportato abbastanza e questo è davvero un peccato. Noi facciamo e continuiamo a fare il possibile per portare avanti questa realtà che a Varese fa cultura da anni». Ed è davvero un piccola perla.

Adelia Brigo
adelia.brigo@varesenews.it

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Pubblicato il 24 Luglio 2024
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