Il lupo è tornato in provincia di Varese: “Un esemplare si è stabilito nel Parco Pineta”

Un lupo si è stabilito nel Parco Pineta segnando il ritorno di questo animale nella provincia di Varese, dopo tante segnalazioni di passaggi: "Presente in maniera stabile e verificata da un anno e mezzo"

Un esemplare giovane, ancora da solo, presente in zona da quasi due anni. È il lupo che ha preso casa nel Parco Pineta, esemplare che segna il ritorno di questo animale nel territorio in provincia di Varese. Da anni l’università dell’Insubria studia la sua presenza -e degli altri di passaggio- e per questo ne abbiamo parlato con Francesco Bisi, ricercatore di zoologia che coordina il team di monitoraggio.

«La Lombardia era l’ultima regione a non avere una presenza di lupi -spiega Bisi-. In passato sono state colonizzate le aree più alpine mentre ora possiamo certificare una presenza stabile e verificata nel Parco Pineta. Si tratta di un animale presente da almeno un anno e mezzo, ripreso più volte dalle fototrappole (come nel video in alto, ndr) ma al momento non siamo ancora riusciti a ricostruire la sua genetica». Il monitoraggio dei lupi prevede infatti la costruzione di alberi genealogici per capire le parentele dei vari esemplari che si basano sul ritrovamento e lo studio del dna presente in escrementi o in altre tracce lasciate sulle predazioni, ma nel caso specifico i ricercatori non hanno ancora trovato campioni utilizzabili. Per lo stesso motivo anche il sesso del lupo non è ancora stato definito con certezza.

Maschio o femmina ciò che è altamente probabile è che «si tratti di un individuo in dispersione che, una volta lasciato il suo branco, ha trovato in quest’area un luogo dove stabilirsi». La vita dei lupi è infatti organizzata in branchi che occupano territori tra i 100 e i 200 chilometri quadrati. Una volta che i cuccioli sono cresciuti possono scegliere se rimanere nel branco o se andare in dispersione e cercare altri territori in cui vivere. È proprio quello che ha fatto il lupo del Parco Pineta «che deve aver trovato qui un luogo tranquillo con risorse alimentari a disposizione».

Trovata casa potrà ora anche mettere su famiglia, ma per fare per questo dovrà incontrare un altro esemplare di passaggio, con cui iniziare a convivere e poi avere dei cuccioli. Una prospettiva non remota considerando il fatto che le segnalazioni di lupi di passaggio nel territorio sono sempre di più. Da quando nel 2012 un esemplare fu investito sulla superstrada di Malpensa sono stati 25 i passaggi certi e certificati «e di questi 21 risalgono dal 2021 ad oggi -continua Francesco Bisi- dai più famosi come l’esemplare che nel 2023 ha attraversato Busto Arsizio o quello che è stato filmato da una videocamera di sicurezza a Varese fino all’ultimo che una nostra fototrappola ha ripreso in primavera a Germignaga». La presenza di un singolo esemplare non esclude quindi la possibilità che anche altri lupi possano attraversare quell’area e quindi essere ripresi o segnalati.

Segnalazioni e conferme che però non devono creare allarmismo. «Il lupo è per sua natura un animale schivo -ricorda il ricercatore-. È molto raro incontrarne uno ed è praticamente impossibile venire attaccati. Ma il rischio zero non esiste, parliamo sempre di un carnivoro, predatore e di un animale selvatico. Quindi bisogna imparare a comportarsi in una maniera più attenta per minimizzare il rischio». Il primo? I cani. «Un cane non al guinzaglio nel bosco può essere visto come un competitor o come una preda. Ma è anche importante non lasciare umido o scarti alimentari in zone accessibili».

È infatti utile ricordare che il lupo oggi non è l’animale descritto nelle favole o quello raccontato nel medioevo. Per capire com’è cambiato questo animale ne abbiamo parlato con Adriano Martinoli, docente di Zoologia e Conservazione della Fauna.

Il ritorno del lupo: predatore o preda dell’immaginario?

Marco Corso
marco.corso@varesenews.it

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Pubblicato il 26 Luglio 2024
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