Il volantino anonimo finisce in consiglio comunale: tensione ad Azzate sul “caso DoRa”

I consiglieri di minoranza hanno chiesto chiarimenti sugli eventi del 25 aprile 2023, quando il gruppo di estrema destra, irruppe durante le celebrazioni della Liberazione. La risposta ufficiale non ha soddisfatto la minoranza. L'ANPI ha ribadito l'importanza di rimanere uniti contro il fascismo

Consiglio comunale Azzate

Non hanno ottenuto la risposta che cercavano i consiglieri di minoranza di Azzate Gianmario Bernasconi, Simona Barbarito, Paola Bertaglia ed Emanuele Rampi:  qualcuno  il 25 aprile 2023 chiamò a raccolta i DoRa durante la festa della Liberazione, per far salire la tensione, ma quel qualcuno non ha nome.

Il consiglio comunale di martedì 30 luglio si annunciava “animato” e di fatto lo è stato. Soprattutto per il quarto punto all’ordine del giorno: un’interrogazione presentata dalla minoranza con la “Richiesta di chiarimenti sui fatti avvenuti durante la festa della liberazione il 25 aprile 2023” (qui il testo integrale dell’ Interrogazione )

I fatti sono ormai noti, anche perché la vicenda è finita su tutti i giornali nazionali.

Al centro dell’interrogazione l’irruzione, quindici mesi fa, di  un gruppo di estrema destra, i Do.Ra. durante le celebrazioni per la Liberazione. “Il gruppo di neonazisti si presentò perché, dissero, provocati “dalla presenza di uno striscione che riportava la frase “Azzate ama la pace e non a-dora il fascio” con la parola “dora” scritta capovolta, nel chiaro intento di collegare il nome del  gruppo a quanto successo a piazzale Loreto nell’aprile del ‘45 . I Do.Ra. hanno a loro volta esposto uno striscione con la scritta “Nessuno si illuda si possa scordare il sangue versato per non tradire” e con l’immagine di due fasci littori, intonando un canto inneggiante Mussolini”, ha letto il consigliere Barbarito.

Nei giorni a seguire i DoRa dissero che proprio alcuni consiglieri di minoranza di allora, oggi in maggioranza, li avevano avvisati di quanto stava avvenendo, inviando la foto dello striscione, sollecitando, di fatto,  il loro intervento in piazza. Il gruppo fu fermato dall’intervento della Digos e dalla mediazione dell’allora sindaco Bernasconi. La vicenda sembrava ormai archiviata quando il 16 luglio 2024 è comparso un volantino anonimo nel quale si faceva espressamente il nome di un assessore dell’attuale maggioranza, responsabile di aver avvertito il gruppo neonazista. “Alla luce di tutte le premesse e le considerazioni, poiché riteniamo che sia stato grave esporre lo striscione e sia stato altrettanto grave agire per provocare consapevolmente una reazione violenta dei Do.Ra., riteniamo che sia giunto il momento di fare chiarezza per togliere qualsiasi ombra dal Consiglio Comunale”, si legge nell’interrogazione di Progetto Comune.

Il gruppo di minoranza ha quindi chiesto “di chiarire se c’è stato un coinvolgimento dell’assessore citato nel volantino o di chiunque altro dell’allora gruppo di minoranza”. Il sindaco Raffaele Simone ha chiarito subito che, come da regolamento, dopo la lettura dell’interrogazione non ci sarebbe stata discussione. Una decisione che ha fatto salire la tensione, ma che è stata poi elusa.

Ed è stato il sindaco a illustrare la posizione di Anpi sulla vicenda. Il segretario Vittore Brunazzo ha consegnato uno scritto a maggioranza e opposizione: “Un volantino, anonimo. Sparge ombre sul Consiglio Comunale, in una prosa sgrammaticata ( ad arte, direi). Quali le riflessioni di ANPI Azzate?  ANPI Azzate non ci sta a riportare tutto alla logica da match calcistico: quelli han messo lo striscione, l’altro ha avvisato i fascisti e giù di questo passo. Il punto politico rimane uno solo, ed imprescindibile: la democrazia si basa -per definizione- su delle regole. Chiunque pensi che si possa tollerare la violenza come risposta alle idee esposte, sta fuori dalle quelle regole. Non basta: i fascisti non appartengono alla vita democratica. Se ci riducessimo a cercare colpevoli, mancheremmo l’obiettivo principale: rimanere coesi contro il fascismo. ANPI Azzate lo ha detto a botta calda, lo conferma a cadavere raffreddato”.

Il capogruppo di maggioranza Marco Perin ha letto invece la risposta ufficiale all’interrogazione: «Riteniamo che ricevere in allegato ad un atto ufficiale un volantino anonimo sia un’azione irriguardosa  e irrispettosa nei confronti di questo Consiglio Comunale e di conseguenza nei riguardi di tutti i cittadini di Azzate. Se poi si fa riferimento a fatti successi da oltre 15 mesi, non si può fare a meno di rispondere che essi non hanno e non sono di alcuna pertinenza amministrativa né politica di questa maggioranza. Infatti, ribadiamo che l’attuale amministrazione, da cui ora si esigono chiarimenti, alla data  del fatto non era in carica».

Perin poi ha ricordato la cerimonia del 25 aprile di quest’anno che ha coinvolto l’intera comunità azzatese : «Riteniamo necessario ribadire il fatto che questa amministrazione continuerà con impegno e serietà a voler  trasmettere il messaggio che il 25 aprile rappresenta non solo un’occasione di riflessione sui valori di libertà e democrazia, ma anche un momento di unione e coesione per la nostra comunità, in nome di questi valori e dell’antifascismo. Continueremo a organizzare eventi che onorino la memoria di chi è lottato per questi ideali,  coinvolgendo i cittadini in iniziative che ne rafforzino d’importanza, condannando qualsiasi forma di discriminazione, di violenza e repressione che violi i valori di convivenza pacifica di una società in che sia inclusiva».

Una risposta che non ha soddisfatto i consiglieri di Progetto Comune: «Questa non è una risposta – ha replicato Gianmario Bernasconi a cui poi si sono aggiunti Paola Bertaglia ed Emanuele Rampi- C’è chi pensa che qualcuno qui in consiglio comunale abbia cavalcato l’aggressività dei Do Ra per finalità di natura politica, e questa cosa mi turba. Io voglio sapere se questa cosa è successa perché dalla vostra risposta dipende il fatto che io resti seduto qui o che me ne vada. E lo voglio sapere».

«Non ci sono nazisti,  nessun fascista e nessuno cavalca i DoRa – ha risposto il sindaco Simone – Voi avete i vostri dubbi, noi abbiamo i nostri: ad esempio sull’utilizzo strumentale di un volantino costruito ad arte, anonimo ed infamante. I cittadini hanno altri problemi, andiamo avanti con cose più importanti».

L’impressione, a consiglio terminato, è che la vicenda non si possa dire del tutto conclusa. Restano ombre (e veleni) difficili da ignorare e un clima tra i componenti del consiglio che fatica a distendersi dopo anni di sedute ad alta tensione, quando le parti tra maggioranza e minoranza erano invertite.

 

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Pubblicato il 31 Luglio 2024
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