L’accusa di discriminazione diventa virale ma la piscina non ci sta: “Quale razzismo? noi sfiancati dalla maleducazione”
Vista la grande visibilità che ha avuto il video abbiamo chiesto ai gestori della piscina di fornire il loro punto di vista e quello che ne esce è un contesto sempre più difficile in cui lavorare
Un’accusa gravissima finisce su TikTok e in poco tempo, premiata dall’algoritmo, viene vista da oltre mezzo milione di persone. Si tratta di un video girato da un gruppo di ragazzi che testimonierebbe, secondo loro, un episodio di discriminazione avvenuto alla piscina di Sesto Calende. “Non ci hanno fatto entrare perché siamo stranieri”, dicono i ragazzi.
I social, però, non sono un tribunale e spesso la versione “dell’accusato” passa in secondo piano. Vista la grande visibilità che ha avuto il video abbiamo chiesto ai gestori della piscina di fornire il loro punto di vista e quello che ne esce è un contesto sempre più difficile in cui lavorare, dove può anche essere che si commettano errori più che altro “frutto dell’esasperazione”. Pubblichiamo per intero la loro versione dei fatti:
Buongiorno,
come potreste aver facilmente dedotto, il problema non è stato di natura etnica: il nostro stesso staff è stato ed è multi etnico e lavoriamo quotidianamente con persone provenienti da ogni parte del mondo.
Inoltre, durante la stagione invernale, soprattutto con le realtà scolastiche di Sesto Calende e non solo, offriamo corsi gratuiti a bambini, generalmente non italiani, più in difficoltà, proprio per permettere loro di non sentirsi esclusi dall’ambito classe e dal vivere l’esperienza acquatica anche e soprattutto per la sua sicurezza personale. Se necessario, e spesso capita, diamo loro anche il materiale necessario.
Il problema è un altro: oggi lavorare con il pubblico è diventato molto difficile e siamo costretti, esasperati dalle “bande” di ragazzini, per il loro atteggiamento irrispettoso sia nei confronti dei bagnini che vigilano sulle vasche che verso altri componenti dello staff, per come lasciano sporco, per i furti subiti, per i danni alla struttura, ad iniziare a dover valutare chi far accedere.
Da noi i ragazzini sotto i 14 anni non possono entrare da soli senza un adulto, ragion per cui chiediamo il documento a tutti quelli che riteniamo “dubbi”.
Se arrivano in biglietteria con una cassa bluetooth da mezzo metro e di fronte a semplici domande per capire l’età, per capire se c’è qualche adulto, ecc. e l’atteggiamento è già di sfida ecco che allora è meglio che stai fuori dalla nostra struttura, indipendentemente da chi sei e da dove vieni. È meglio perdere degli incassi, ma non dover stare tutta la giornata come segugi dietro a questi soggetti.
Il nostro è un parco principalmente per famiglie e per gruppi e non possiamo permetterci che quanto costruito negli anni con immensa fatica e sacrificio venga messo a rischio da dei ragazzini a cui non è stato insegnato evidentemente il rispetto per gli altri. Non è la prima volta che grazie al nostro staff e all’intervento delle forze dell’ordine siamo costretti a cacciare diverse bande, specialmente dopo aver colto con le “mani nel sacco” diversi di loro tentare di rubare i portafogli o fumare spinelli e altro. Uno dei nostri bagnini è stato persino minacciato di venire accoltellato dopo aver impedito a dei ragazzi di rubare ad un ragazzino.
Il problema sociale che stiamo vivendo è reale e piuttosto che tenere il focus sul fatto che dei ragazzi stranieri non siano potuti entrare dovremo chiederci il perché una piscina preferisca rinunciare a degli incassi pur di tutelare la propria clientela e il proprio staff.
Prendete questa mail come uno sfogo personale perché siamo anche un po’ esaperati da quanto avviene ogni giorno nelle nostre zone e in definitiva qualunque cosa fai risulta sempre sbagliata, per un verso o per un altro.
Vi ringraziamo per averci dato l’opportunità di esporre anche il nostro punto di vista.
Buon lavoro,
Direttivo Wave
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Questo è quello che ottieni quando senti la sinistra parlare solo di inclusione e mai del rispetto dei doveri. Quando li vedi prendere sempre la difesa del carnefici e mai della vittima. Il mondo al contrario per citare un personaggio che fa venire versamenti di bile a molti. La gente onesta è stanca di questo andazzo. Serve più rigidità, più tutela verso chi cerca di far rispettare le regole e la legge e meno buonismo ipocrita. Ad oggi le nostre forze dell’ordine hanno timore nell’intervenire prima che sotto processo ci finiscano loro.