L’Italia perde con Porto Rico: il racconto di Stefano Gatto, inviato speciale per VareseNews
Stefano Gatto, capo missione dell’Unione Europea ad Haiti, grande appassionato di basket. Gatto, nato a Torino, è cresciuto in due città che la palla a spicchi la vivono h24, vale a dire Siena e Varese. Ecco il suo racconto del match, giocato nella notte tra giovedì 4 e venerdì 5 luglio proprio a Porto Rico
(foto dal sito della Federazione Italiana Pallacanestro)
Un inviato davvero speciale ci racconta la partita tra Italia e Portorico, valida per il torneo preolimpico che qualifica alle Olimpiadi di Parigi: è Stefano Gatto, capo missione dell’Unione Europea ad Haiti, grande appassionato di basket. Gatto, nato a Torino, è cresciuto in due città che la palla a spicchi la vivono h24, vale a dire Siena e Varese. Ecco il suo racconto del match, giocato nella notte tra giovedì 4 e venerdì 5 luglio proprio a Porto Rico.
Porto Rico – Italia 80-69, qualificazioni olimpiche.
Eccoci a Porto Rico, orgogliosa terra “boricua”, origine, assieme alla vicina isola Hispaniola, divisa tra Dominicana e Haiti, dell’impero spagnolo. Porto Rico ne era parte importantissima, perché primo approdo naturale e punto di rifornimento dopo la traversata oceanica dalla Spagna. Da qui l’importanza strategica, porta ai Caraibi, e l’imponente fortificazione che circonda tutte la “Vieja San Juan”, magnificamente restaurata e autentico lembo di Spagna coloniale, mentre la città moderna assomiglia di più a Miami, pur essendo molto meno bilingue di quest’ultima: tutti parlano inglese, ma chiaramente come seconda lingua, i portoricani sono orgogliosamente ispanici, pur essendo associati agli Usa, di cui formano parte del territorio doganale. Dagli americani, subentrati alla Spagna nel 1898 (guerra di Cuba, fine dell’impero spagnolo con la perdita dell´”isola grande” , di Porto Rico e delle Filippine) i portoricani hanno adottato il basket, in cui hanno da sempre un buon livello e il baseball, altra passione dell’isola (la terza, come ovunque nei Caraibi, è la musica).
Approfittando della residenza temporanea nell’isola vicina, sono venuto a seguire gli azzurri nel preolimpico per Parigi, abbastanza ostico. Un solo posto per sei aspiranti: se il Bahrein è folcloristico (ci torneremo), i padroni di casa e la Lituania sono ossi duri da rodere, specie perché non c’è diritto all’errore. Messico e Costa d’Avorio i due outsider. Si può perdere una partita sola, nei gruppi. Obbligatorio poi comunque un due su due per andare a Parigi. Nei primi due giorni la Lituania ha fatto buona impressione battendo Messico e Costa d’Avorio, con più difficoltà nel secondo caso.
Ma il grande protagonista del Coliseo José Miguel Agrelot di Porto Rico è stato l’improbabile carneade Alí Hasan, pivot barbuto di 1,94 e peso imprecisato, ma sicuramente elevato vista l’abbondante circonferenza. Le sue goffaggini nelle due bastonate prese dal suo Bahrein contro Italia e Porto Rico ne hanno fatto l’eroe del palazzo, tanto che al suo arrivo oggi durante la partita Italia – Porto Rico ha ricevuto una standing ovation dal pubblico in visibilio. Storie che solo il basket regala: Ali ha lasciato il parquet salutando i 12.000 del Coliseo con la mano sul cuore: dietro di sé i suoi 4 punti, celebrati come una qualificazione olimpica dal pubblico, e erroracci così eccessivi da fare storia: è riuscito a entrare in terzo tempo e a buttarla SOPRA il tabellone, mai visto in vita mia. Tant’è, un giocatore da CSI ha conquistato il cuore del pubblico. Dopo essersi allenate con il Bahrein, a Porto Rico e Italia spettava oggi di giocarsi il miglior incrocio in semifinale: perdendo, ti scontri subito con la Lituania in semifinale. Vincendo, il molto più abbordabile Messico, che ha regolato in prima serata un’imprecisa Costa d’Avorio. L’Italia deve giocare contro i suoi limiti di sempre: dipendenza dal tiro da tre e poco peso sotto canestro. Non c’è il Fontecchio NBA, ma sì Gallinari, l’unico fischiato dai portoricani.
Palazzo piuttosto pieno e ambiente a mille, con musica tropicale a piè sospinto e gran festa sugli spalti. Tante bandiere portoricane, nessuna italiana: la squadra era sola, salvo dirigenti e corpo tecnico. Ma a Portorico la comunità italiana è piccolissima, e se c’è non s’è vista. L’Italia parte con Spissu, Tonut, Melli, Polonara e Petruccelli. Difese a uomo piuttosto aggressive da entrambe le parti: inizio con le mani un po’ quadrate, si corre ma si sbaglia tanto. Il primo nostro ciuff è di Petruccelli dall’angolo, poi 4 punti di Melli ci portano sul 6 – 6. Prima volta davanti con una tripla di Polonara (9-8).
Primi cambi azzurri dopo sei minuti: Mannion per Petruccelli, poi Pajola e Gallinari per Spissu e Polonara. Pajola e Tonut ci tengono a galla con un canestro per uno. Il Porto Rico chiude sul 15 – 14 un primo quarto a basso punteggio. Nota positiva: primo fallo azzurro a 33 secondi dalla fine (Ricci), per 2 in tutto il quarto, contro 5 dei caraibici. E si è difeso pure, non è un segno di poca reattività. Dieci giocatori impiegati nel primo quarto, mancano solo Bortolani e Caruso che finiranno n.e.
Nel secondo quarto partiamo con Mannion, Pajola, Ricci, Abass e Gallinari. Buon inizio azzurro con Gallinari che si fa rispettare sotto canestro, con Ricci in aiuto e una bella serie di Abass, che ci porta sul 24-18. La palla gira bene e i tiri entrano grazie a buoni piazzamenti. Non durerà, purtroppo, fino alla fine. Ancora Abass per il 27-21, ma Pozzecco chiama time out al riavvicinarsi di Porto Rico (27-26). Mannion si alterna da fuori a Abass e voliamo sul 34-28, giochiamo meglio dei nostri avversari. A tre dalla fine dentro Spissu e Petruccelli per Mannion e Abass. Gallinari sale in cattedra e ci teniamo a più 8 (38-30). Tonut chiude il quarto che finisce 40 – 35 per noi. Si può fare. Abbiamo un totale di sei falli nel primo tempo, un buon margine di sicurezza. Solo Pajola e Ricci con 2.
Iniziamo il terzo quarto con Spissu, Tonut, Petruccelli, Melli e Gallinari. I portoricani affrontano il secondo tempo con molta più grinta apparente e dopo un canestro del Gallo passano davanti a 6.59 (42-44). Mannion per Spissu e poi Melli mette 1/4 nei liberi: buona presenza sotto canestro per Niccolò stasera, ma mano un po’ quadrata. Spissu e Mannion ci riportano davanti,
Ricci fa il terzo fallo a 4.09. Partita in equilibrio fino alla fine del terzo quarto che conclude 57 – 57, ci tengono su Ricci e Mannion con 5 e 3 punti rispettivamente. A fine terzo quarto, siamo in parità e non carichi di falli, solo Ricci ne ha 3: si può ancora fare. Purtroppo nell’ultimo quarto perdiamo il filo: aumenta la pressione difensiva dei portoricani, ci innervosiamo, sporchiamo troppi palloni e tiriamo troppo forzati. Poco a poco la partita se ne va, anche perché i caraibici trovano con molta regolarità soluzioni da tre, che a noi difettano in questo quarto. Il terzo fallo di Polonara in attacco è dubbioso, e lui perde un po’ la concentrazione. A 5.32 perdiamo 59 – 65, è il momento – chiave. Spissu e Gallinari ci tengono a galla, ma Porto Rico ci punisce da tre. 64 – 71 a 2.59, time out di un Pozzecco stasera calmissimo, deve aver lavorato sull’emotività. Pajola fa il terzo, ma la partita è andata: Coliseo in piedi e in festa negli ultimi due minuti, la partita è decisa, 80 – 69 per i caraibici che sfidano un Messico abbordabilissimo in semifinale. Noi, l’ostica Lituania.
Non una brutta Italia nel primo tempo, un po’ più nervosa e superata nell’anima dai portoricani nel secondo tempo (45 – 29). Il tiro da tre nel secondo tempo non entra (8/30) alla fine) e la circolazione soffre l’aumentata intensità difensiva dei caraibici. MVP il portoricano Alvarado con i suoi 29 punti, ben accompagnato nel secondo tempo dal lungo Conditt, totale 15. Per noi Gallinari 14, Mannion 11, Spissu 9, Abass 8, Melli 7, Ricci 7, Tonut 6, Polonara 3, Pajola 2, Petruccelli 2. Bortolani e Caruso n.e. Ci sono mancati i punti di Melli e soprattutto Polonara, e in generale il tiro da tre, specie nel secondo tempo. Più grintoso Porto Rico nel decisivo secondo tempo. Con la Lituania non partiamo battuti, ma ci vorrà la migliore Italia.
Buenas noches da San Juan de Puerto Rico!
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